Home Economy Cacao (non più) meravigliao! Ecco perché il prezzo è ai massimi storici

Cacao (non più) meravigliao! Ecco perché il prezzo è ai massimi storici

Cacao crisi

Perché leggere questo articolo? Il prezzo del cacao è ai massimi da 50 anni. La crisi proviene dal maltempo e dalle malattie che hanno colpito le colture africane. Da questa crisi alcuni paesi sudamericani iniziano a trarre alcuni vantaggi. Così come per la crisi del settore del caffè, anche i prodotti a base di cacao potrebbero subire il cosiddetto fenomeno della Shrinkflation e i prezzi difficilmente scenderanno anche se la situazione tornerà stabile.

Una tazzina di caffè è aumentata di prezzo al bar, anche se il prezzo del caffè negli anni è sceso. Stessa cosa potrebbe succedere con il cioccolato. Se i prezzi salgono è difficile che calino anche se la materia prima scende”, ha commentato l’analista finanziario Pietro di Lorenzo, fondatore di Sostrader. I prezzi del cacao sono aumentati vertiginosamente negli ultimi mesi, arrivando a toccare i 5.500 euro a tonnellata. Il prezzo è aumentato di oltre il 40% dall’inizio di gennaio e più che raddoppiato dall’inizio del 2023. Il motivo pare provenire dalla crisi del settore in Africa occidentale.

Le cause dell’aumento del prezzo del cacao

I prezzi del cacao sono aumentati negli ultimi mesi a causa del maltempo e delle malattie che hanno colpito le colture dei principali produttori. Questo ha portato a raccolti molto meno prosperosi e un aumento dei prezzi. A questo si aggiunge il fatto che questo settore è uno dei meno equi e sostenibili al mondo, con i governi locali e le grandi multinazionali produttrici che sfruttano gli agricoltori.

Queste problematiche hanno reso il settore del cacao statico e soggetto a pochissimi investimenti. Le difficili procedure di lavorazione l’ha inoltre reso un settore difficile da industrializzare. I procedimenti molto lunghi e complessi hanno portano difficoltà nell’applicazione dell’automazione industriale.

I paesi avvantaggiati dalla crisi

Il cacao proviene da semi che crescono su alberi coltivati proprio in Africa. Originari del Sud America, oggi c’è una coltivazione ​​intensiva in Africa. Quattro paesi africani producono quasi i tre quarti del cacao mondiale. La Costa d’Avorio e il Ghana da soli infatti producono il 60% della fornitura mondiale. Secondo alcune stime, la produzione di cacao dei due paesi maggiori esportatori al mondo diminuirà del 20% quest’anno, abbassando l’offerta globale totale dell’11%.

Questo porterà ad un aumento dei prezzi, ora già a 5.500 euro a tonnellata, ma che nella peggiore delle ipotesi potrebbe addirittura toccare i 10.000 euro a tonnellata. Da questa crisi africana del cacao, alcuni paesi però vogliono trarre alcuni vantaggi, in particolare dell’America Latina. In primis il Brasile sarebbe intento a rilanciare la sua produzione colpita diversi anni fa da malattie. D’altro canto l’Ecuador pare stia insidiando il Ghana come secondo esportatore di cacao entro i prossimi 5 anni.

Il fenomeno della “Shrinkflation”

L’irreversibile crisi del settore del cacao inevitabilmente si rifletterà anche sulle spese dei consumatori. Oltre all’aumento dei prezzi, quello che potrebbe manifestarsi è il cosiddetto fenomeno della “shrinkflation”. Il termine  deriva dalla crasi del verbo “shrink” (“restringere”) e di “inflation” (“inflazione”) e indica una sorta di “trucchetto svuota-carrelli“, come è stato già definito le associazioni di consumatori. Dunque, il consumatore si trova il prodotto allo stesso prezzo, ma di dimensioni e quantità più ridotte per fare l’esempio di un supermercato, oppure in hotel stesso prezzo, sempre, ma meno servizi rispetto a prima.

Le aziende hanno adottato questa nuova strategia per combattere l’inflazione probabilmente derivante dalla guerra in Ucraina. Le conseguenze principali si avvertono soprattutto quando si va a fare la spesa. Ecco perché bisogna stare più attenti. Ad esempio, in una pacchetto di patatine, che sarà lo stesso, si troverà il numero di patatine all’interno di 5 o 10 in meno. La stessa tecnica vale per le bibite. Il consumatore potrà prendere dallo scaffale una lattina apparentemente identica, ma in realtà leggermente ridimensionata nel diametro o nell’altezza rispetto alla norma. I prodotti a base di cacao quindi potrebbero non solo aumentare di prezzo ma anche diminuire di quantità a parità dello stesso prezzo.

Il cacao come il caffè: il problema dell’aumento dei prezzi

Il mercato del cacao non è però l’unico che ha vissuto una crisi negli ultimi anni. Il caffè infatti è stato uno di quei settori che negli scorsi anni ha subito una forte battuta d’arresto. L’aumento del costo di una tazzina di caffè nei bar è stato un tema che ha fatto discutere. Negli anni il prezzo del caffè è sceso ma i consumatori hanno continuato a pagarlo come se il prezzo fosse ancora alto. Questione di gusti.