Home Economy Bilanci record, effetto Hamilton e la “manina” di Buffett: Ferrari vola in borsa

Bilanci record, effetto Hamilton e la “manina” di Buffett: Ferrari vola in borsa

La Ferrari è prima in classifica.

La Ferrari è prima in classifica. Non stiamo, purtroppo, parlando del Mondiale di Formula 1 che al Cavallino manca dal 2007 nel campo dei piloti e dal 2008 in quello dei costruttori. Il combinato disposto tra i brillanti risultati del bilancio-record 2023, che hanno portato oltre il miliardo di euro l’utile dell’azienda, e la notizia dell’ingaggio di Lewis Hamilton hanno reso, nella giornata dell’1 febbraio, la Ferrari la prima azienda italiana per capitalizzazione.

Ferrari mette la freccia

Il titolo della società partecipata da Exor e da Piero Ferrari, figlio di Enzo, il padre del Cavallino, nella giornata dell’1 febbraio ha segnato in Borsa un +12,58% che l’ha portata a mettere la freccia su Enel. Un sorpasso in volata, da Formula 1 vecchio stampo: la Ferrari capitalizzava 70,21 miliardi di euro contro i 70,07 del colosso energetico italiano. In un mese la Ferrari ha sorpassato Enel e Eni, tradizionali regine di Piazza Affari. Nel nuovo millennio non era mai successo che un’azienda privata non finanziaria conquistasse la vetta della borsa. Chi poteva riuscirci se non il marchio italiano più noto al mondo?

Buffett su Ferrari ci ha visto lungo

Il titolo Ferrari ha iniziato la sua lunga scalata a maggio, quando è saltato da meno di 250 euro a azione a 265, avviandosi fino a sfondare quota 350 nella giornata di ieri. Nel lungo rally c’è anche la “manina” del re degli investitori su scala globale, nientemeno che Warren Buffett. Secondo quanto riporta Fortune, Buffett a maggio riunendo il consiglio di amministrazione di Berkshire Hathaway lo scorso maggio ha dichiarato che Ferrari avrebbe avuto “un posto speciale” nel mercato finanziario. A pesare, in particolare, la solidità del business e le opportunità di investimento garantite dal Cavallino, che del resto in quanto società italiana ha la possibilità di maggiori margini di crescita per le ridotte dimensioni della borsa nazionale.

Buffett, come spesso accade, ci ha visto giusto: l’ad Benedetto Vigna ieri ha comunicato risultati eccezionali: Ferrari ha chiuso il 2023 con un utile netto pari a 1,257 miliardi, scollinando quota 1 miliardo per la prima volta nella sua storia. Un dato in crescita del 34% rispetto 2022, mentre il margine operativo lordo segna +38,5%. Con un portafoglio ordini saturo fino al 2025, le prospettive del 2024 sono parimenti ottimali.

L’effetto Hamilton

A questo si è aggiunto, ieri, il colpo sportivo e mediatico della casa corse di Ferrari. Non è un caso che l’annuncio del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton sia arrivato nel giorno della presentazione del bilancio da Oscar di Ferrari e, con una punta di malizia, si potrebbe pensare che l’ingaggio del fuoriclasse inglese per il 2025 voglia espandere la prospettiva temporale dell’azione del gruppo. L’effetto-calamita del nome di Hamilton ha spinto Ferrari anche nel mercato americano di Wall Street. Il titolo, nella sua componente quotata a New York, ha visto le contrattazioni crescere del 10%.

Le prospettive di Ferrari restano, dunque, interessanti. Lo scenario è quello di un graduale consolidamento del titolo proprio per la sua postura internazionale. La forza di Ferrari mostra che a Piazza Affari, da un lato, anche per l’impresa privata e di mercato c’è spazio. Dall’altro, che spesso a poter contare su un potenziamento della loro forza finanziaria sono titoli che fanno riferimento ad aziende del settore luxury o che vendono prodotti d’alta fascia.

Le uniche aziende non partecipate o finanziarie nella top ten della Borsa sono, infatti, Ferrari, Moncler e Prada. In mezzo, colossi finanziari come Generali, Intesa e Unicredit e le big dell’energia: Eni, Enel, Terna, Snam. Piazza Affari, comunque, deve ancora crescere. Le prime ottanta compagnie, complessivamente, capitalizzano circa 710 miliardi di euro, col 46% in mano ai primi sei gruppi. Meno di un quarto di Microsoft, con oltre 3mila miliardi l’azienda più capitalizzata al mondo. Questi 80 gruppi, sommati, sarebbero solo noni nella classifica globale. C’è spazio di crescita. E il Cavallino è in corsa per guidare la gara. Almeno in quest’ambito, la Ferrari è ancora da titolo.