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Stiamo perdendo la battaglia dell’educazione sessuale dei giovani

Stiamo perdendo la battaglia dell’educazione sessuale dei giovani

Perché questo articolo dovrebbe interessarti? Un ragazzo su tre considera il coito interrotto un “metodo efficace contro le gravidanze indesiderate o le malattie sessuali”. Ed un giovane su due si informa su internet. L’Hiv non fa più paura ed è in calo costante l’utilizzo di preservativi. Ne abbiamo parlato con Daniele Grassucci (Skuola.net) e con Tommaso Martelli (Unione degli studenti)

Dalla sesta edizione dell’indagine “Giovani e sessualità” condotta dall’osservatorio Durex con Skuola.net e cooperativa sociale Ebico e resa pubblica oggi emergono dati preoccupanti sul comportamento dei giovani in ambito sessuale. La ricerca, condotta su un campione eterogeneo di giovani tra gli 11 e i 24 anni, rivela che i ragazzi sono confusi sulla materia. Ad esempio, il 33,6% considera il coito interrotto un “metodo efficace contro le gravidanze indesiderate o le infezioni sessualmente trasmissibili”. Ed ancora: meno di un giovane su due, ovvero solo il 43,4% degli intervistati, utilizza sempre il preservativo. A preoccupare, il calo costante di questo dato dal 2019, quando era al 57%. E i riflettori si accendono in particolare sulla fascia d’età 11-13 anni, con un 55,6% che dichiara di non utilizzare nessun metodo contraccettivo. Ad aggravare queste lacune concorrono la scarsa informazione e fake news provenienti da Internet. Il 45,3% dei ragazzi si rivolge al web per chiarire i propri dubbi in ambito affettivo e sessuale, per l’imbarazzo di rivolgersi ai propri familiari o ad amici. Solo il 9,3% chiede ai genitori. Nella fascia tra gli a11 ed i 13 anni, il 20,3%, semplicemente, non chiede a nessuno.

Per Skuola.net in Italia l’educazione sessuale è precaria

“Dobbiamo dare ai ragazzi informazioni e strumenti per una sessualità consapevole rimanendo comunque nella scientificità” afferma il direttore di Skuola.net, Daniele Grassucci, interpellato da true-news.it. Uno dei problemi principali riguarda l’educazione sessuale in Italia che, a differenza di alcuni Paesi europei, non è obbligatoria ma autonoma da parte dei singoli istituti. Questo comporta l’utilizzo di risorse proprie e che il programma, già magari precario, venga svolto dai docenti e non da figure specializzate come i sessuologhi che si occupano del benessere sessuale e degli eventuali ostacoli al suo proseguimento.

Non si parla più di Hiv e di malattie sessualmente trasmissibili

“Ad oggi la pericolosità delle infezioni sessualmente trasmissibili passa sotto traccia” continua il direttore di Skuola.net. “Prima, negli anni Novanta, si parlava di HIV, che dava quindi rilevanza al tema del rapporto sessuale non protetto. Il fatto che sia passata questa paura ha portato dietro una minore considerazione anche delle altre malattie mentre i dati dicono il contrario“. L’OMS afferma che in Italia ogni anno ci sono 3500 nuovi casi di carcinoma della cervice uterina e 1500 decessi. Sono sì presenti campagne d’informazione soprattutto per ragazze adolescenti, ma sono ancora troppo fragili. Bisogna portare l’attenzione sulle pratiche sessuali saltuari e occasionali, partendo dall’uso di preservativi e passando per esami che ne consentono la diagnosi per trattamenti tempestivi. Alla base, come afferma Daniele Grassucci, ci deve essere un programma educativo chiaro. Senza questo, progetti come la distribuzione gratuita dei preservativi nelle scuole, risulterebbero qualcosa di limitato.

Educazione sessuale e contraccettivi gratuiti sono le richieste di Unione degli studenti

Su questo tema specifico, true-news.it ha interpellato anche Tommaso Martelli di Unione degli studenti, sindacato studentesco a difesa dei diritti degli studenti. Martelli ha dichiarato: “Vivendo nelle scuole e confrontandoci con la popolazione studentesca, abbiamo toccato con mano come esista effettivamente un problema. Vogliamo che i costi per vivere una sessualità sicura e priva di tabù non ricadano sugli studenti, costruendo così una scuola realmente inclusiva per tutti. Richiediamo quindi alle istituzioni di fornire gratuitamente questi prodotti di prima necessità, considerandoli tali. E di garantire anche servizi culturali e formativi, come l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole. Unione degli Studenti da anni effettua dei “Tampon box”, pratica di distribuzione studentesca di assorbenti (e contraccettivi). La pratica non solo ha ruolo mutualistico di fornire il servizio dal basso, ma anche ruolo culturale di decostruzione dei tabù legati al ciclo e alla sfera sessuale”.