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A che punto siamo col calcio scommesse?

Calcioscommesse

Perché leggere questo articolo? Le squalifiche comminate a Fagioli e Tonali, i calciatori sotto indagine e quelli tirati in ballo da Corona. Il punto sul calcio scommesse.

Due squalifiche, meno di una decina di calciatori indagati i cui nomi escono dalle procure alla spicciolata, uno scandalo che doveva travolgere l’intero mondo del calcio e, al momento, scorre sottotraccia: il caso relativo al betting su piattaforme illegali scoperto dalla Procura di Torino e rilanciato in ottobre a reti unificate da Fabrizio Corona, che ne ha virato l’aspetto mediatico sulle scommesse effettuate dai calciatori su eventi Fifa, Uefa e Figc (che sono vietate), sinora non solo non ha stravolto il mondo del pallone ma, al di là della straordinaria pubblicità alla testata di Corona, Dillinger News, e dell’aver consentito il suo ritorno in grande stile nelle cronache, dà anche l’idea di non voler essere particolarmente approfondito da nessuno.

La genesi del caso

Di fatto, a oggi, è la questione della montagna e del topolino. Com’è iniziato tutto? Da un’inchiesta di cui si sta occupando la Procura di Torino (pubblico ministero Manuela Pedrotta) attraverso il coordinamento della Dda, Direzione distrettuale antimafia, che tra i suoi compiti ha la delega a criminalità organizzata legata ai reati eversione, antiterrorismo, traffico di rifiuti e stupefacenti: l’inchiesta è stata avviata nel 2022 dalla Squadra mobile della Questura di Torino in merito a un presunto giro di scommesse illegali che sarebbero state compiute attraverso piattaforme non autorizzate. Un’indagine silenziosa sino a quando, lo scorso 2 agosto, Corona parlò del centrocampista della Juventus Nicolò Fagioli, dei suoi debiti e della sua ludopatia. Un’indiscrezione che viene rilanciata da alcune testate, ma lì si blocca, in attesa di conferme. Queste arrivano solo l’11 ottobre, quando si diffonde la notizia dell’iscrizione del ragazzo nel registro degli indagati di quell’indagine. 

Dal punto di vista penale, per i calciatori l’ipotesi di accusa è semplicemente il reato di esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa (legge 401 del 1989), punito con un’ammenda. Da quello sportivo il caso è più complesso: i calciatori – e i tesserati del settore professionistico Figc in generale – non possono scommettere sul calcio (articolo 24 del Codice di giustizia sportiva). 

Nomi, accuse, diffamazioni

Il 12 ottobre è stata una data, in qualche modo, cardine: due giorni prima di Italia-Malta, con la Nazionale in ritiro a Coverciano, mentre Corona annunciava l’intenzione di fare nomi, esponenti delle forze dell’ordine si recavano al centro tecnico azzurro per notificare personalmente gli avvisi di garanzia a Sandro Tonali e Nicolò Zaniolo. La coincidenza, dovuta a questioni di reperibilità (durante la stagione, Tonali e Zaniolo vivono e giocano in Inghilterra, e chi sa come funzionano le notifiche giudiziarie può ben capire il motivo di quel blitz), ha poi fatto scatenare i media. Successivamente sono entrati nel tritacarne i nomi dei romanisti Zalewski ed El Shaarawy, dello juventino Gatti e del laziale Casale (nomi fatti da Corona).

Dei quattro solo Zaniolo risulterà poi indagato – e alla procura federale negherà gli addebiti in merito alle scommesse sul calcio, ammettendo però di avere giocato su piattaforme non autorizzate – mentre gli altri nomi sono stati smentiti dalla procura di Torino e i giocatori hanno annunciato o depositato querele nei confronti di Corona. Più tardi sarebbero entrati nel registro degli indagati, confermati da Torino, anche il milanista Alessandro Florenzi – nella stessa situazione di Zaniolo – e altri quattro calciatori, vale a dire Massimo Coda (ora alla Cremonese), Francesco Forte (attualmente tesserato per il Cosenza), Gaetano Letizia (oggi alla Feralpisalò) e l’ex Benevento Christian Pastina.

Due le squalifiche per scommesse

Sette mesi di squalifica a Fagioli, dieci a Tonali, con il corollario rispettivamente di cinque e otto mesi di prescrizioni alternative (il rispetto di un piano terapeutico e una certa quantità di incontri educativi di testimonianza in presenza) che non incidono sull’assenza dal campo. Queste le sanzioni nei confronti dei calciatori che hanno ammesso le fattispecie contestate, sanzioni per entrambi frutto di patteggiamento: la differenza riguarda verosimilmente l’accusa, nei confronti di Tonali, di avere scommesso non solo sul calcio, ma anche sulle partite della sua squadra.

Per quanto concerne gli altri calciatori realmente coinvolti, per ora la procura Figc si è limitata ad acquisire materiale e dichiarazioni. In un Paese il cui giornalismo spesso confonde avvisi di garanzia con condanne, urge ricordare che qui si parla di sanzioni sportive mentre, per quanto riguarda l’aspetto penale, siamo in una fase ancora lontana non solo dal processo, ma anche dal rinvio a giudizio.

Il segreto di Pulcinella del calcio scommesse

Ora, è abbastanza facile prevedere che saranno indagati anche altri calciatori, nel prosieguo dell’inchiesta penale, perché è un po’ il segreto di Pulcinella che i calciatori, ragazzi del proprio tempo con grande disponibilità di denaro, siano attratti dal gioco e spesso attorniati da personaggi più che discutibili. Vale la pena ribadirlo: scommettere si può in Italia, è legale se lo si fa su piattaforme autorizzate dalla Adm (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Non lo è se si scommette su piattaforme non autorizzate, e comunque, a livello sportivo, un calciatore professionista non può scommettere sul calcio.

E qui bisogna interrogarsi sull’ipocrisia totale di un ecosistema che le scommesse le promuove a pie’ sospinto in barba al Decreto Dignità, sfruttando le linee guida dell’Agcom che differenziano tra “pubblicità” e “informazione” creando spazio per un inganno colossale. Il bello è che tutti lo sanno, compiacenti e compiaciuti, dai club (solo in A 17 su 20 hanno accordi di partnership con operatori del settore, camuffati da siti di news o infotainment) all’editoria. 

Quello che non si sa: le partite di Tonali

In tutto questo, rispetto agli scandali scommesse precedenti (dal Totonero anni Ottanta a Last Bet di una decina di anni fa, passando per un altro noto caso negli anni Novanta) questa volta non si parla di combine, ma di “semplici” scommesse. Semplici per modo di dire, perché comunque vietate. Piuttosto, proprio per questo, è significativo che nessuno abbia indagato o tentato di scoprire – né notizie in merito siano uscite dalle varie procure, di solito tutt’altro che ermetiche in fase di indagine quando si parla di scandali calcistici – su quali partite delle sue ex squadre avrebbe scommesso Tonali. Un aspetto, quest’ultimo, non esattamente di secondo piano.