Home Sports La Cina e lo spionaggio: storia di un’Olimpiade tecno-spy

La Cina e lo spionaggio: storia di un’Olimpiade tecno-spy

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Sono cominciate da poco, pochissimo, ma si può affermare con una certa sicurezza che le Olimpiadi Invernali di Pechino 2022 abbiano già raggiunto e superato il limite delle polemiche tollerabili che siano politico-sportive e non solo.

Non bastava il fatto che le piste della capitale cinese siano quanto di più lontano per la storia dello sci, la tradizione e gli atleti; non bastava il fatto che il panorama di fatto dalle piste regalerà delle strisce bianche attorno ad un paesaggio quasi primaverile; non bastavano le tensioni politiche con Stati Uniti e Gran Bretagna che hanno lasciato a casa la rappresentativa diplomatica (una sorta di boicottaggio light) ed il fatto che Putin e Xi Jinping hanno pensato di utilizzare la cerimonia di apertura in mondovisione per sancire un’alleanza geopolitica sempre più stretta. Non bastava…

Olimpiadi Cina, poteva mancare lo spionaggio?

Ed infatti eccovi anche lo spionaggio (poteva mancare?). Da una parte Pechino si dice abbia controllato in maniera molto, ma molto, ma molto scrupolosa chiunque arrivi dall’occidente per le gare, alla caccia di infiltrati nell’ambiente degli sport invernali dell’ultim’ora.

A questo va aggiunto poi il controllo su atleti ed accompagnatori una volta giunto sul territorio cinese. E qui è scoppiato il bubbone. Qui va fatta una precisazione. Nel paese del dragone non è che internet sia tutto libero e sia libero per tutti. In pratica non è che con il nostro telefonino una volta sbarcati a Pechino possiamo navigare con la libertà cui siamo abituati a casa nostra. No. Ci sono controlli e restrizioni che sono insuperabili (si rischia grosso in caso di violazione). Così tutti saranno costretti ad utilizzare una sim apposita (cinese) che gli darà modo di superare ogni blocco. Ecco. C’è chi pensa che questa sim dia modo al governo locale di controllare dati, contenuti, movimenti di atleti e accompagnatori, giornalisti e sponsor. Spionaggio bello e buono.

Ma non è finita qui.

C’è infatti un’altra vicenda tecno-spy che sta prendendo piede: tutti infatti hanno l’obbligo di scaricare sul proprio telefonino una app fatta per dare loro tutte le informazioni possibili sul soggiorno, sulle gare, le location, gli orari etc, ma non solo. Una app in grado anche di dare info legate al Covid (eventuali lockdown, chiusure, restrizioni). Una sorta di app di servizio dal nome rassicurante, ovviamente in inglese: MY2022.

App dedicata e sim solo cinese

Peccato che molte società esperte di tecnologia l’abbiano analizzata ed abbiamo scoperto come ci sia la possibilità che questa app diventi una porta di ingresso per le autorità cinesi per impadronirsi non solo degli smartphone ma della vita delle persone stesse. Così sono centinaia le persone che hanno deciso di non scaricarla per evitare sorprese.

Stati Uniti e Svizzera, tanto per dire due paesi, hanno ordinato ai loro atleti di non scaricarla; altre nazioni hanno consigliato di prestare molta attenzione ovviamente cancellandola eventualmente una volta sull’aereo per tornare a casa.

Ma gli esperti di cybersecurity ne sono certi: l’app, in genere, cono facile porte d’accesso per gli hacker. Anche sotto i 5 cerchi.