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Montecarlo e l’ennesimo suicidio della Ferrari

Montecarlo e l’ennesimo suicidio della Ferrari

Non è un caso se la Ferrari non vince il Mondiale piloti di Formula 1 da 14 anni. Lo si è capito ad esempio due anni fa quando Maranello ha realizzato la peggior macchina della storia della Rossa; lo si è purtroppo capito oggi, davanti a quello che non si può che chiamare suicidio.

Gestione scellerata

Le gestione dei cambi gomme a Montecarlo è stata sbagliata (e fin qui ci vuole poco) soprattutto è stato inspiegabile in una competizione dove quello che dovrebbe essere il top dell’ingegneria applicata all’automobilismo diventa sport.

Eppure abbiamo assistito ad un suicidio sportivo in diretta tv. E sarebbe bastato davvero poco invece per vincere sul circuito cittadino più glamour del mondo. C’era la macchina migliore, indiscutibilmente la più veloce del lotto da venerdì, c’era il pilota forse migliore, di sicuro ispirato come non mai. Non è bastato.

Doppia delusione

Così da due gare su circuiti dove la Rossa era favorita si torna a casa con le briciole. In Spagna la rottura del turbo e due errori di Sainz tarpavano le ali alla Ferrari; oggi il suicidio del muretto con gli strateghi sbugiardati via radio dai loro piloti che alla fine non hanno lesinato critiche pesanti e parole forti.

La critica di Leclerc

«Non ho parole, non è possibile» ha gridato Leclerc quando si è visto la vittoria sfuggirgli dalle mani. Poi, a mente fredda, le parole ancora più dure. Perché un conto è aprire bocca in preda alla rabbia, ma quando nel post gara dici «amo il team, ma non si possono fare errori così» fai capire che non sei disposto a tollerare altre autogol e che l’idea di legarsi a vita alla Ferrari non sta più in piedi.

Leclerc si sente il più forte o uno dei tre più forti (gli altri sono Hamilton e Verstappen). Vincere con la Rossa sarebbe una cosa storica, senza pari, ma non aspetterà in eterno, questo ormai è chiaro a tutti. Da oggi un po’ di più.

La replica di Binotto

Da parte sua il team Principal, Mattia Binotto, ha commentato come da abitudine in maniera lucida e serafica. Con parole ed il consueto tono mononota che dicono tutto e niente allo stesso tempo: “Abbiamo commesso un errore, forse due. Detto questo se Latifi non blocca per mezzo giro Sainz e si fa da parte Carlos vince la gara”.

È stato un errore fermare Leclerc – ha proseguito Binotto – dovevamo lasciarlo in pista per difendere la leadership e poi passare direttamente alle slick. Sono errori che analizzeremo e che ci faranno crescere. Sono eventi che possono capitare, se ci permettono di diventare più forte bene che capitino”.

Cosa serve per vincere

Più che spiegazione sembrano scuse. Quelle che noi, tifosi della Rossa, sentiamo da 14 anni. E che, onestamente, non meritiamo più di sentire.

Servono certezze. Serve capire se la Ferrari deve giocare con due punte o se non sia il caso di stabilire che esiste una prima guida, Leclerc, ed uno scudiero che si deve sacrificare, Sainz. E copiare la Red Bull non sarebbe male da questo punto di vista.

Chi non è all’altezza è pregato di farsi da parte, almeno, se si vuole vincere.

P.s. I commenti sulla telecronaca di chi racconta in tv la formula 1 sono inutili. È tutto così fuori dalla realtà che oramai non c’è bisogno di dire nulla