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Ascolti tv Serie A, numeri inquietanti: sono in pochi a guardare le partite

Ascolti tv Serie A

Gli ascolti televisivi della Serei A mostrano una discesa costante e nemmeno troppo lenta , pur essendo nel cuore dell’inverno che, dal punto di vista televisivo, è la stagione favorevole visto che tiene le famiglie italiane in casa a trascorrere serate spesso in compagnia del calcio in tv. Cosa succede in questo inizio di 2023 agli ascolti della Serie A? La curva fotografata dalle rilevazioni Auditel segnala un’emorragia continua di telespettatori con campanello d’allarme che suona forte anche perché interseca le settimane del dibattito sui bandi per la cessione dei diritti dal 2024 in poi.

Quanto vale oggi il prodotto Serie A?

Il blitz nel Milleproroghe per tentare di prolungare gli attuali accordi con Dazn e Sky (sempre ammesso che le due aziende fossero d’accordo) è fallito lasciando i presidenti allo scoperto e davanti all’asta che l’ad della Lega De Siervo non ha avuto timore a definire “la più difficile di sempre”. Lo scenario è semplice da descrivere: quanto vale oggi il prodotto Serie A? Al di sotto del miliardo a stagione, quello che oggi incassano i club dalla vendita domestica, per tutto il sistema ci saranno problemi di tenuta e il timore è che nella situazione attuale i broadcaster siano disponibili a investire un 20-30% in meno.

Ascolti: un nuovo record negativo

L’andamento degli ascolti è, dunque, un nuovo segnale negativo. I numeri sono inquietanti perché dal record dei 7.481.226 telespettatori della 17° giornata, la prima in un fine settimana nel 2023 dopo il ‘lancio’ del 4 gennaio post pausa Mondiale, la discesa è stata costante. E si sono persi 1,7 milioni in poco più di un mese. L’ultimo turno (23°) ha fatto registrare uno dei valori più bassi dell’intero campionato con 5.872.618. Quello precedente si era attestato a 6,366 milioni già in calo rispetto ai 6,369 della 21° giornata. Che a sua volta aveva visto erodere i 6,615 della 20° che aveva fatto segnare un -4,5% rispetto ai 6,958 della 19°, la prima del girone di ritorno.

Ascolti: il popolo juventino disaffezionato è un problema per la Serie A

Una curva difficile da contestare e non semplice da spiegare perché in questo mese abbondante di campionato ci sono stati anche big match televisivamente molto attraenti come il derby di Milano (2,1 milioni di ascolti certificati Auditel) o Juventus-Fiorentina (1,2). Ecco, la Juventus. I tifosi bianconeri esultano davanti al calo dei dati di audience legandoli alla campagna di boicottaggio nata sui social dopo la sentenza di penalizzazione nel processo plusvalenze.

Pesa il campionato con un vincitore già determinato

E’ così? Non risulta. Sia perché i numeri comunicati ufficiosamente da Dazn e Sky sono di gran lunga inferiori a quelli circolati, sia perché le disdette arrivano ad essere operative con settimane di ritardo rispetto all’invio delle raccomandate. Non avrebbero, quindi, un effetto immediato sugli ascolti. Di sicuro il popolo juventino disaffezionato è un problema per la Serie A, ma la sensazione è che a fare male all’Auditel sia anche un campionato che a gennaio ha già determinato il suo vincitore.

Ascolti: il super Napoli di Spalletti ha ucciso in culla la corsa scudetto

Il super Napoli di Spalletti ha ucciso in culla la corsa scudetto. Con grande merito ma anche lasciando milioni di appassionati orfani della cosa che più diverte e attrae all’interno della stagione. E’ vero che rimane aperta la volata Champions League, ma l’effetto non è lo stesso. Lo dimostrano anche i numeri. Nelle ultime giornate la quantità di partite al di sopra della soglia del milione di telespettatori si sta assottigliando con un ghiacciaio in estate. E spesso coincide proprio con le gare della Juventus che rimane il bacino d’utenza più largo. Anche questo, però, vede una flessione perché – a parità di importanza d’avversario – il milione e 299mila di Juventus-Udinese è diventato 1,061 nella sfida con lo Spezia.

Gli incroci con Sanremo

Ultima annotazione: gli incroci di un calendario sempre più costipato hanno causato un cortocircuito per cui la Serie A ha posizionato ben tre serate di calcio contro il Festival di Sanremo più visto dell’era recente. E’ successo con Salernitana-Juventus in contemporanea all’inaugurazione dall’Ariston (925mila), Milan-Torino il venerdì (935mila) e poi le gare del sabato a sfidare la finale sul palco di Amadeus. Un autogol forse inevitabile ma che non ha aiutato in un momento storico in cui il nostro campionato fatica a tirare in tv.