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Varsavia e Roma più vicine anche con il cambio di governo

A settembre si riarma anche la Polonia (non è il 1939, ma...)

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Giorgia Meloni, con l’avvento al potere in Polonia di Donald Tusk, ha perso un alleato in quel di Varsavia. Tuttavia su alcune questioni chiave, come ad esempio l’immigrazione, paradossalmente Roma potrebbe trovare nel nuovo governo polacco una vera e propria sponda: “I rapporti tra Meloni e Tusk – afferma su TrueNews il ricercatore e analista Francesco Trupia – saranno all’insegna del pragmatismo”.

In Polonia è ufficialmente entrato in carica il terzo governo guidato da Donald Tusk. Già leader di governo tra il 2007 e il 2014, anno in cui ha lasciato l’incarico per assumere quello di presidente del consiglio europeo, il rientrante capo dell’esecutivo polacco promette una svolta di senso “europeista” a Varsavia.

Tusk, numero uno del Partito Popolare, è ritornato infatti al potere dopo otto anni in cui la Polonia è stata guidata dal Pis, il partito Libertà e Giustizia di ispirazione invece maggiormente “sovranista”. Il Pis, per avere un riferimento con la politica italiana, è alleato in Europa del partito del presidente del consiglio Giorgia Meloni. Tusk invece, dal canto suo, è favorevole a una maggiore integrazione e a un maggiore dialogo con Bruxelles. Tuttavia, la sua elezione, a proposito proprio dell’Italia, potrebbe dar vita a un paradosso: Palazzo Chigi potrebbe vedere nel nuovo premier un alleato ancora più importante.

Varsavia più flessibile sull’immigrazione?

Italia e Polonia negli ultimi anni, a prescindere dai colori dei governi in sella, hanno avviato un percorso di intensa collaborazione. Un percorso che ha riguardato molti ambiti, da quello economico a quello commerciale, passando ovviamente anche per la questione ucraina. Pur se per motivi differenti e peculiari, Roma e Varsavia sono entrambe sostenitrici di Kiev e delle politiche di aiuto all’esercito ucraino.

Durante gli anni del governo del Pis, sul tema dell’immigrazione più volte le posizioni dei due governi sono state divergenti. Circostanza che non è cambiata nemmeno con l’avvento di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Nonostante l’alleanza tra Fratelli d’Italia e il Pis, è proprio da Varsavia che sono arrivate le principali insidie per Roma nel cercare nuovi accordi sulla gestione della questione migratoria. Il governo polacco ha sempre imposto il veto, insieme al governo ungherese di Orban, a ogni riforma sui meccanismi di solidarietà.

“Il Pis ha fatto fare a Giorgia Meloni una magra figura nei mesi scorsi – ricorda su TrueNews l’analista e ricercatore Francesco Trupia – proibendo ogni accordo nonostante i vari tentativi della presidente del consiglio nel trovare delle intese”. Con la campagna elettorale alle porte, il partito alleato non ha voluto sapere di rendere più flessibile la propria posizione a favore della propria alleata in Europa.

Con Tusk la situazione invece dovrebbe essere diversa: “Attenzione – ha proseguito ancora Trupia – la posizione del nuovo governo polacco non sarà del tutto diversa da quella assunta dal precedente, ma senza dubbio Tusk potrebbe dimostrarsi più aperto ad eventuali accordi. Anzi, credo che con una buona attività diplomatica, il governo di Roma potrebbe portare a casa qualche risultato sul fronte immigrazione”.

Italia e Polonia sempre più vicini

Le dinamiche relative al fronte migratorio, potrebbero quindi rappresentare uno specchio delle potenzialità dei rapporti tra Roma e Varsavia anche in questa nuova fase politica: “Del resto Giorgia Meloni da quando è al governo ha spesso avuto un approccio più pragmatico che ideologico – ha sottolineato Trupia – non ha stipulato alleanze soltanto con governi vicini, si è seduta al tavolo con Macron e con Scholz sia a livello ufficiale che a livello ufficioso. Quindi, il cambio di colore del governo in Polonia non cambierà il livello di vicinanza dei rapporti tra i due Paesi”.

Sono diversi i dossier che i due governi potrebbero seguire in comune. In ballo non c’è soltanto il nodo immigrazione, ma anche l’Ucraina. Varsavia e Roma sono tra le più importanti sostenitrici di Kiev e dell’appoggio europeo a Zelensky: “L’approccio che prevedo nei rapporti tra Meloni e Tusk – conclude Francesco Trupia – sarà di natura prettamente pragmatica”. L’Italia quindi continuerà a guardare a est e forse lo farà con maggiori possibilità di trovare intese su diversi campi di azione.

Cosa aspettarsi da Donald Tusk

Il travaglio che ha portato alla nascita del terzo governo Tusk non è stato dei più semplici. Il suo partito del resto, non ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti ed è risultato il secondo più votato alle spalle del Pis. Tuttavia, Tusk è riuscito a mettere assieme i voti di altri due importanti partiti: Terza Via e La Sinistra.

Il suo è quindi un governo di centro-sinistra, molto più vicino a Bruxelles rispetto all’esecutivo uscente. I tre partiti della neonata maggioranza, hanno quindi dato vita a una vasta piattaforma capace di spedire per la prima volta in otto anni il Pis all’opposizione. Difficile dire se la coalizione reggerà o meno: sono in tanti in Europa a chiedersi la consistenza politica del nuovo corso polacco e del rientrante premier, il quale comunque a Bruxelles conta non pochi estimatori.