Home Politics Tutti i no di Extinction Rebellion Italia. L’intervista

Tutti i no di Extinction Rebellion Italia. L’intervista

Tutti i no di Extinction Rebellion Italia. L’intervista

No al gas estratto in Algeria, no alle sanzioni contro l’Ucraina, nessun sostegno ai partiti in vista delle elezioni del 2025. “Che hanno fallito nel concepire la crisi climatica”. Sono molte le accuse e poche le proposte avanzate da Olivier Turquet, rappresentante italiano del movimento Extinction Rebellion, gruppo nato nel 2018 a Londra con un approccio molto diretto e radicale alla lotta contro l’emergenza climatica. XR, questa l’abbreviazione, agisce senza fronzoli ma sempre in maniera pacifica. Eppure ciò non è bastato ad evitare i fogli di via a due dei militanti torinesi che, lo scorso agosto, erano salite con una scala sul balcone del palazzo della Regione Piemonte, per appendere uno striscione con scritto Benvenuti nella crisi climatica. Siccità: è solo l’inizio”.

L’attivista: “La politica ha fallito nella lotta all’emergenza climatica”

L’avversione contro l’attuale classe politica emerge anche dalle parole di Olivier che, contattato da true-news.it, chiede alle Istituzioni un “Piano di azione concreta per contrasto al cambiamento climatico”. L’attivista, però, non scende nei dettagli perché “XR propone una visione della politica dal basso con assemblee dei cittadini”. “A loro – spiega- spetta avanzare proposte anche sul tema del cambiamento climatico”.

Una proposta che appare utopistica (Olivier lo riconosce più in là durante l’intervista, ndr) al contrario, invece, di quella che privilegia i pannelli solari per il fabbisogno energetico degli edifici: “Per esempio, il Comune di Bolzano ha trasformato alcune abitazioni in case passive dove l’energia viene prodotta in loco. Si tratta di edifici dove, con una serie di interventi tecnologici, si consuma l’energia che si produce. Accade alle Poste di Bolzano: hanno installato sul tetto i pannelli solari e l’edificio genera da sè energia. Che si faccia per ogni edificio, di media taglia. Perché non si fa? Perché nessuno potrebbe vendere”. La proposta sarebbe sicuramente di sostegno all’ambiente ma sicuramente non attuabile nel medio e breve termine. Per giunta, nel contesto di una guerra. Peccato, verrebbe da dire, che le Poste di Bolzano non abbiano le stesse dimensioni, e difficoltà logistiche, dell’intera Italia.

“Il discorso dei rigassificatori è un disastro”

Paese che ora si trova ad affrontare l’emergenza gas dovuta al blocco delle importazioni dalla Russia. Anche qui Olivier spara un secco no al gas tirando nuovamente in ballo discorsi economici e cercando nemici nelle lobby: “Abbiamo un problema con il gas, e andiamo a cercarlo in Algeria. Il discorso dei rigassificatori è un disastro: prendiamo il gas da una parte, lo portiamo da un’altra parte e lo rigassifichiamo. E’ un’operazione pericolosa per l’ambiente. Nessuno pensa a installare un pannello fotovoltaico perchè dietro questa forma di sostentamento sostenibile non ci sono guadagni per nessuno. L’energia è un business, non un bene comune”. Come non lo è, logicamente, la guerra.

“Non ci piace che si cerchino ovunque alternative fossili”

Le sanzioni, in generale, sono una forma di azione violenta – prosegue. Noi pensiamo che si risolvano con il dialogo e la comprensione dei problemi. Siamo orripilati da questa visione anti-russa, un’ottica violenta che non accettiamo. E soprattutto, dal punto di vista energetico, non ci piace che si cerchino ovunque alternative fossili. Invece di pensare ad alternative sostenibili entro il 2025.

Ma quali sarebbero? Contrario anche ai fossili, per l’attivista, – afferma – “ non è compito nostro proporle. Noi puntiamo su assemblee dei cittadini che siano libere da grandi lobby che tengono sotto scacco la politica. Ci sono molti scienziati, come Vandana Shiva, che mettono in discussione tutta una serie di questioni ambientali o Rifiuti Zero che, da anni, si sta occupando di problemi specifici”. Mentre XR continua a protestare. E a dire no.