Home Politics “Le tensioni si inaspriranno”. Fino alle europee sarà tutti contro tutti

“Le tensioni si inaspriranno”. Fino alle europee sarà tutti contro tutti

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Perché leggere questo articolo? In queste settimane stanno tenendo banco gli scontri tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ma, al momento, è sfumata anche l’alleanza organica tra Giuseppe Conte ed Elly Schlein. E gli addetti ai lavori prevedono più tensioni tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Fino alle elezioni europee i leader continueranno a sfidarsi. 

Le tensioni interne alle coalizioni che si sono presentate alle ultime elezioni politiche fanno notizia più fuori dal Palazzo che dentro. I parlamentari più scafati, mentre passeggiano nel Transatlantico di Montecitorio, non si lasciano troppo impressionare dalle liti tra Matteo Renzi e Carlo Calenda. E nemmeno dai battibecchi di Giuseppe Conte con Elly Schlein oppure dai distinguo di Matteo Salvini nei confronti di Giorgia Meloni.

Sarà battaglia fino alle europee

“Quello che sta succedendo accade semplicemente perché la legge elettorale delle europee è un proporzionale che sfavorisce le alleanze, tutto qua”, spiega a True-News.it un deputato del Pd, habitué dei Palazzi romani. Dunque la temperatura interna agli schieramenti si alza, ma non tanto a causa di divergenze politiche sui contenuti. Come al solito, comandano i sondaggi ed è la competizione elettorale il fattore scatenante delle scosse telluriche tra i leader.

La profezia delle “anime perse” tra i corridoi della Camera prefigura un anno di battaglie interne, uno sfarinamento, provvisorio, dei giallorossi e del Terzo Polo. Ma anche una crescita della dialettica nel centrodestra. Soprattutto tra Salvini e Meloni. “Tutti questi litigi dureranno fino all’anno prossimo, quando si voterà per le europee. Un’elezione dove ognuno correrà per sé, anzi si inaspriranno ancora, man mano che ci avvicineremo alla data del voto”, spiega un altro parlamentare in quota Cinque Stelle.

Insomma, per poter osservare una schiarita del quadro politico nazionale, bisognerà aspettare almeno un anno. Attendere l’esito delle urne per il rinnovo del Parlamento europeo. Un test che gli addetti ai lavori considerano più attendibile rispetto alle scaramucce delle amministrative, in cui a pesare sono spesso le peculiarità dei rapporti tra i ras dei famigerati “territori”.

“Dopo le europee sapremo chi comanda” nelle opposizioni

E allora riepiloghiamo ciò che ci aspetta, almeno stando ai vaticini dei volponi del Palazzo. Nonostante la tregua di cristallo, siglata ieri, tra Renzi e Calenda, i due rivali del Terzo Polo continueranno a punzecchiarsi fino al voto del 2024. Perché è vero che Azione e Italia Viva si presenteranno con una lista unica alle europee. Però è indubbio che la mossa è stata dettata dalla necessità dei due partiti di non scomparire di fronte al giudizio degli elettori. Ed è sicuramente certo che la campagna elettorale sarà una competizione tra i candidati in quota Renzi e quelli in quota Calenda. “Dopo le europee vedremo chi comanda”, sentenziano renziani e calendiani. Con l’ex rottamatore che accarezza l’idea di Paolo Gentiloni come capo dei riformisti. Ma prima bisognerà strappare la leadership a Calenda.

Il discorso è più o meno speculare, anche se a bassa intensità, per quanto riguarda i rapporti tra Conte e Schlein. La segretaria del Pd ha dato ordine ai suoi di non cadere in quelle che vengono definite “le provocazioni” del presidente del M5s. Dal canto suo, l’ex premier non ha nessuna intenzione di relegarsi al ruolo di junior partner del Nazareno. Almeno fino a quando il voto del 2024 non avrà chiarito gli equilibri interni al fu fronte giallorosso. Quindi Conte continuerà con i distinguo sull’Ucraina, a costo di compromettere definitivamente l’ingresso del M5s nella famiglia dei Verdi europei, guidata dagli ecologisti tedeschi, decisamente schierati su posizioni filo atlantiche.

I distinguo tra i leader della maggioranza

Non da ultimo, i frequentatori del Parlamento prevedono un’intensificazione delle tensioni latenti tra Fratelli d’Italia e Lega. Sulle nomine è già andata in scena la partita di potere tra Salvini e Meloni, così come sono da sottolineare i distinguo dei leghisti sulla guerra tra Kiev e Mosca. “Salvini deve contenere lo strapotere della Meloni”, ci dice un osservatore interessato, eletto con Forza Italia. Fino alle europee sarà tutti contro tutti.