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La Siria viene riammessa nella Lega araba perchè è un narco-stato

La Siria viene riammessa nella Lega araba perchè è un narco-stato

Perché leggere questo articolo? A dodici anni dallo scoppio della guerra civile, la Siria è stata riammessa nella Lega Araba. Un reintegro che rappresenta un’indiscussa vittoria per il dittatore Bashar al Assad. E favorita dalla trasformazione della Siria in un narco-stato, grazie al Captagon, una droga pericolosa che è arrivata anche in Italia. 

Fine dell’isolamento e, di fatto, anche della guerra civile. Dopo dodici anni di sospensione, la Siria è stata riammessa nella Lega Araba. Lo hanno stabilito, a maggioranza, i 22 stati membri dell’organizzazione, riunitisi nel fine settimana in Egitto. Il reintegro nella comunità internazionale rappresenta certamente una vittoria per Bashar al Assad, il presidente siriano che esce vincitore da dodici anni di guerra civile. Ed è una vittoria anche di Russia e Iran che per anni hanno sostenuto il regime siriano. A favorire il ritorno ha contribuito però anche il fatto che la Siria si ormai un narco-stato.

Siria, uno stato fallito tra guerra civile, droga e terremoto

Ci sono voluti più di dieci anni, 500mila morti e oltre 13 milioni di sfollati. La Siria che esce dalla guerra civile è ormai uno stato fallito. Basti pensare che nel paese vivono circa 7 milioni di profughi interni, su una popolazione che allo scoppio della guerra era di 20. Un decennio di catastrofi a cui recentemente si è anche aggiunto il terremoto. Il sisma che ha febbraio ha colpito Turchia e Siria ha causato almeno 57mila morti. Ma è un calcolo approssimativo, perché il terremoto ha colpito zone del territorio siriano sotto il controllo delle forze ribelli.

La guerra civile, scoppiata nel 2011 come conseguenza delle proteste contro il regime di Assad, a margine delle Primavere arabe, non si è ancora conclusa. Ma è certo che la riabilitazione del paese in seno alla Lega araba rappresenta una vittoria per il regime. La Siria è uno stato fallito, ma non è più un paria. Visto che negli ultimi mesi è stata protagonista di una serie di normalizzazioni dei rapporti internazionali. Complice anche il terremoto, Assad ha riallacciato i rapporti con l’Arabia Saudita; che, insieme con Iran, Russia e Cina, stanno spingendo per una mediazione in vista di un accordo di pace che ponga fine alla guerra civile.

Un narco-stato a base di Captagon

Il reintegro nella Lega Araba arriva dopo che la Siria ha riallacciato negli ultimi mesi i rapporti con molti paesi dell’area. Alla “madrina” Russia e all’alleato iraniano, si sono aggiunti Tunisia, Bahrein. La riammissione – alla quale nel mondo arabo il solo Qatar si è apertamente opposto – ha però anche un’altra matrice. I paesi del Medio oriente cercano disperatamente di porre un argine alla deriva “tossica” del regime di Assad.

Per colpa dell’isolamento economico e per la disperata ricerca di metodi alternativi per finanziare l’apparato bellico, la Siria si è da tempo trasformata in un narco-stato. Il regime di Damasco è da tempo uno dei principali hub del contrabbando internazionale di oppiacei che arrivano da un altro stato sull’orlo del fallimento, l’Afghanistan dei talebani. Da tempo poi la Siria si è specializzata nella produzione di una nuova droga sintetica. Il Captagon è un’anfetamina a basso costo la cui diffusione è considerata dai paesi limitrofi una vera e propria emergenza transnazionale. Pur di porre un freno alla diffusione del Captagon, i paesi della Lega araba avrebbero accettato di riammettere la Siria.

La droga di Assad dalla Siria all’Italia

Dietro il racket dell’esportazione della cosiddetta “droga dei combattenti” ci sarebbe Maher al Assad, fratello del presidente siriano. Negli scorsi anni questa sostanza era nota come “droga dell’ISIS”, perchè era particolarmente diffuso nelle milizie jihadiste in Siria e Libia. Le pasticche sono una versione rivista delle originarie anfetamine a base di fenetillina. Hanno effetti devastanti sull’organismo, ma vengono vendute a circa 10 dollari a pasticca. Si stanno perciò diffondendo nel mercato nero internazionale. E sono arrivate anche in Italia. Nel giugno del 2020 la Guardia di Finanza italiana ha sequestrato nel porto di Salerno un carico di oltre 84 milioni di pasticche di Captagon, pari a 14 tonnellate e dal valore di un miliardo di dollari.