Home Politics Il Pd, Repubblica, “la sinistra fucsia” e la mondializzazione: Marco Rizzo odia tutti

Il Pd, Repubblica, “la sinistra fucsia” e la mondializzazione: Marco Rizzo odia tutti

Marco Rizzo

Tutti i “nemici” di Marco Rizzo. Il Pd e Repubblica. “La sinistra fucsia” e “la mondializzazione globalista”. Gorbachev e gli Agnelli. Il segretario generale del Partito Comunista, tra i capi della lista Italia Sovrana e Popolare insieme all’ex pm Antonio Ingroia, non si tira indietro e risponde a tutte le domande di True-News.it.

La visione di “comunismo patriottico” di Rizzo

Delinea una sua visione di “comunismo patriottico” e si fa beffe della accuse di rossobrunismo. “Il lavoro dipendente è schiacciato, anche gli autonomi e il ceto medio sono schiacciati. La mondializzazione porta al potere del capitale e della grande finanza. Invece bisogna ricostruire un sentimento nazionale, perché essere patriottici non vuol dire essere nazionalisti”, spiega Rizzo. “Se prendi una moneta cubana c’è scritto Patria o Muerte. L’idea della patria è stata regalata da una sinistra finta a una destra finta. E poi se le patenti di rossobrunismo vengono date dal think thank mondialista di Repubblica e dal Partito unico della globalizzazione capitalistica, è una medaglia”, va ancora all’attacco l’ex parlamentare dei Comunisti Italiani.

L’aneddoto sulla famiglia e il no alle sanzioni contro la Russia

Che racconta a True-News.it un aneddoto sulla sua famiglia: “Mio padre era un operaio della Fiom alla Fiat Mirafiori ed era soddisfatto quando agli Agnelli non piacevano le loro iniziative, quando invece venivano blanditi era preoccupato. Perciò per me essere attaccato da La Repubblica degli Agnelli è una medaglia”. Inevitabilmente si finisce a parlare di sanzioni, armi e guerra in Ucraina. “Il nostro tema è ribaltare il nostro sistema – continua Rizzo – pensi a una decisione di politica estera come le sanzioni alla Russia, una misura appoggiata da tutti i partiti, una decisione voluta da tutti che ci sta distruggendo economicamente”.

“Le armi e le sanzioni non hanno fermato la guerra, ma l’hanno peggiorata”

Il comunista anticipa la domanda successiva: “Ora tu mi dirai che allora non me ne frega niente dell’Ucraina, il fatto è che le armi e le sanzioni non hanno fermato la guerra, ma l’hanno peggiorata. E allora gli altri partiti non possono dirci che sono a favore delle sanzioni e contro alla triplicazione delle bollette. Delle due l’una. Noi siamo chiari e proponiamo lo stop alle sanzioni e la rinegoziazione degli accordi sul gas russo”.

Rizzo: “Mi sono rotto le scatole di stare dentro a questo sistema de politicamente corretto”

A proposito di Russia, anche qui è inevitabile tornare su Gorbachev, con Rizzo che è stato travolto dalle polemiche dopo aver festeggiato su Twitter, stappando una metaforica bottiglia, la morte dell’ultimo presidente sovietico. “La mia, in primis, è stata una provocazione contro il politicamente corretto. Io mi sono rotto le scatole di stare dentro a questo sistema de politicamente corretto. Oltre a questo, c’è una motivazione storica e politica. Gorbachev è stato l’icona della mondializzazione, il suo tradimento è in continuum con la situazione che viviamo oggi, non è un caso che l’élite euro-atlantica lo abbia santificato, non è un caso che mi siano arrivati gli attacchi più violenti dai mondialisti di Repubblica e da Mentana”, spiega il segretario del Partito Comunista.

“Ci aspettiamo un grande risultato perché la gente è stanca di questo ciclo”

Rizzo che ora individua “il nemico” nel Pd, ma che per anni, durante la Seconda Repubblica ha sostenuto coalizioni di centrosinistra. Il leader di Italia Sovrana e Popolare risponde alla nostra obiezione: “Quella però non è solo la mia storia, è la storia di tutta la sinistra radicale. Io ho cominciato a porre questioni dal 1998 e sono stato espulso dai Comunisti Italiani nel 2009. Detto ciò, oggi il Pd è il nemico. È come quando sposi una donnaccia e poi ti separi da lei”. Ma la lista di Rizzo e Ingroia non c’entra nemmeno con “la sinistra fucsia” di De Magistris e Mèlenchon. Infine, che risultati vi aspettate il 25 settembre? “Ci aspettiamo un grande risultato perché la gente è stanca di questo ciclo. Abbiamo raccolto 70mila firme a Ferragosto e abbiamo fatto due manifestazioni a Milano e a Torino sabato e domenica. Bene, Piazza della Scala e Piazza Carignano erano strapiene”.