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Meloni cambia lo “sherpa” per il G7. Per colpa di uno scherzo…

Meloni cambia lo "sherpa" per il G7. Per colpa di uno scherzo. Belloni è la nuova...

Perché leggere questo articolo? Meloni ha cambiato lo sherpa per il G7. Al di là della lingua di plastica dei giornali, la nomina del portavoce della premier al G7 ha una peso enorme. Per gli equilibri interni alla maggioranza e per la decisione dello sherpa: Elisabetta Belloni. Un nome molto noto della diplomazia italiana.

Venerdì 8 marzo Giorgia Meloni ha sostituito lo “sherpa” per il G7. Il meeting dei più importanti leader occidentali non prevede una scampagnata ad alta quota. Ma è comunque una notizia importante per la politica italiana e per lo stato della nostra diplomazia. Una sostituzione a così alto livello non è usale. E genera qualche contrasto tra gli staff dei politici all’interno della maggioranza. E poi la “sherpa” designata è una figura abbastanza importante, che in passato ha rischiato di diventare importantissima.

Lo sherpa, chi è e cosa fa

Per prima cosa: cosa fa uno sherpa. Il cosiddetto sherpa svolge un ruolo molto importante. È il diplomatico responsabile della preparazione degli incontri tra il presidente del Consiglio e gli altri capi di stato e di governo: prende preventivamente contatti con lo staff degli altri leader per organizzare al meglio gli incontri, suggerisce quali argomenti trattare e quali evitare, e il modo e il tono con cui farlo, e si dà da fare per capire come si può agire a livello diplomatico per portare avanti una certa iniziativa che sta a cuore al proprio presidente del Consiglio, prepara i fascicoli in cui indica quali saranno le persone che prenderanno parte alla riunione.

Insomma, indirizza l’azione diplomatica del capo del governo e in un certo senso prepara il suo “cammino” un po’ come fanno i veri sherpa, cioè le guide nepalesi che accompagnano gli scalatori nelle loro escursioni sull’Everest e sugli altri monti himalayani. Lo sherpa è una sorta di portavoce che prepara gli incontri, fa il lavoro sotto-traccia per il capo di Stato, che si incontra solamente per ratificare i trattati.

Il grande ritorno di Elisabetta Belloni

“In considerazione della proposta di destinazione a Tel Aviv dell’ambasciatore Luca Ferrari, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni sarà nominata come Sherpa G7/G20 del Presidente del Consiglio, permanendo nell’attuale incarico di Capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza”. E’ quanto si legge in una nota di palazzo Chigi. La decisione è stata all’ordine del giorno del Cdm di lunedì 10 marzo

 “Non è un tema di sicurezza ma avendo destinato lo sherpa dedicato a una sede molto delicata siamo partiti da una persona che ha una esperienza su questa materia perché siamo già nell’anno del G7. È un fatto di facilità del lavoro“. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla fiera Ortogiardino a Pordenone ha commentato la nomina. La scelta di Belloni, ambasciatrice di lunghissimo corso e di grande esperienza, è significativa. La sherpa al G7 sarà il capo dei servizi segreti italiani: Belloni è direttrice generale del DIS, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, cioè l’organismo che coordina tutte le attività di intelligence dei servizi segreti.

Sherpa e capo dei servizi segreti: la chiusura di un cerchio per Meloni

Belloni è stata nominata alla guida del DIS da Draghi nel 2021, e il mandato scadrà nel 2025. Il comunicato di Palazzo Chigi si è affrettato a precisare che Belloni “sarà nominata come Sherpa G7/G20 del presidente del Consiglio, permanendo nell’attuale incarico di capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza”. Avrà quindi due incarichi cruciali. E questa scelta infatti ha suscitato qualche dubbio. Tra i diplomatici della Farnesina, e tra il loro “capo”: il ministro degli Esteri e vicepremier Tajani.

In questi primi mesi del 2024 ci sono stati dei contrasti tra i collaboratori della presidente del Consiglio e quelli del ministro degli Esteri Antonio Tajani intorno alla nomine e all’assegnazione di incarichi di alcuni diplomatici. Questo genere di tensioni non sono nuove, in questo campo: la volontà politica che sta alla base di queste nomine, espressa dal capo del governo, confligge spesso con gli indirizzi che vorrebbero seguire le strutture del ministero degli Esteri, che sono formalmente responsabili delle scelte che riguardano le carriere dei diplomatici. Che ci siano dei conflitti non è insomma una novità di per sé eclatante, ma in questi mesi le decisioni di Meloni su questa materia sono state abbastanza inusuali e clamorose per vari motivi.

E’ tutto iniziato con uno scherzo

Tra i motivi principali che hanno portato alla nomina di Belloni a sherpa G7/G20 ce n’è uno. La sostituzione di Ferrari mette fine alla lunga ristrutturazione dell’ufficio diplomatico che a Palazzo Chigi assiste Meloni, avviata dopo la figuraccia internazionale causata dallo scherzo telefonico dei due comici russi Vovan & Lexus ai danni della presidente del Consiglio. L’allora consigliere diplomatico Francesco Maria Talò, ritenuto responsabile, venne rimosso e sostituito da Fabrizio Saggio. Non è comunque il primo caso in cui nomine decise da Meloni in ambito diplomatico generano fastidi al ministero degli Esteri. Il cambio di capo-negoziatore dunque è cambiato per uno scherzo.