Home Politics Mauro della Porta Raffo: “Ai ballottaggi la destra diserta il voto ma occhio a dati nazionali”

Mauro della Porta Raffo: “Ai ballottaggi la destra diserta il voto ma occhio a dati nazionali”

Mauro della Porta Raffo: “Ai ballottaggi la destra diserta il voto ma occhio a dati nazionali”

“Ci sono almeno tre fatti incontrovertibili che emergono dalla riconferma di Davide Galimberti a Varese: normalmente chi ha governato, e non ha fatto disastri, tende ad essere favorito. La Lega ha subito una sconfitta nella sua culla, ma da sempre nei ballottaggi la destra diserta più facilmente il voto. Tuttavia adesso guardiamo alle grandi città, ma non perdiamo di vista il dato nazionale”.

Così Mauro della Porta Raffo, scrittore e saggista varesino, ha commentato l’ormai confermata vittoria di Davide Galimberti del centrosinistra nei confronti di Matteo Bianchi. A giugno era circolato il nome di Mauro della Porta Raffo come possibile candidato del centrodestra dopo la rinuncia di Roberto Maroni.
“Quando due contendenti sono così vicini al primo turno è naturale che il sindaco uscente, a meno che non abbia combinato disastri, e Galimberti non ne ha fatti, parta avvantaggiato. Era una strada in salita per Bianchi”, ha aggiunto.

Mauro della Porta Raffo: “Gli elettori di destra boicottano i ballottaggi”

Non è bastata dunque la presenza di Matteo Salvini a Varese nelle ultime settimane per spingere il suo candidato. “Non si può negare che questa sia una sconfitta per la Lega, che dal 1993 non avesse mai perso, prima della precedente elezione. Non è riuscita a riprendere quella che è a tutti gli effetti la sua culla. Tuttavia se si arriva ai ballottaggi, da sempre gli elettori di destra sono meno propensi a recarsi alle urne. Un dato che è emerso molto forte anche a Roma”.

Il giornalista e scrittore invita però a guardare anche il dato nazionale. “Il centrodestra ha comunque guadagnato 70 comuni a livello nazionale dal primo turno e la sinistra non può dirsi tranquilla: noi ora stiamo considerando soprattutto le grandi città, ma non si deve dimenticare che il Paese è fatto per la maggior parte da piccole realtà”.