Home Politics L’Unione Monarchica Italiana: “I Presidenti della Repubblica non sono imparziali, solo il Re assicura terzietà”

L’Unione Monarchica Italiana: “I Presidenti della Repubblica non sono imparziali, solo il Re assicura terzietà”

Regina Elisabetta 5 curiosità

Come sarà il regno di Carlo III? “Io vedo un tentativo molto maldestro da parte di certa stampa e di alcuni odiatori seriali, che è come se facessero il tifo per l’inadeguatezza di Carlo. Carlo farà il suo lavoro con sensibilità e rigore, anche se in un modo diverso dalla madre”, dice a True-News.it il presidente dell’Unione Monarchica Italiana, l’avvocato Alessandro Sacchi. Non è che gli italiani amano poco i Savoia per via della fuga di Vittorio Emanuele III dopo l’armistizio dell’8 settembre? “Quella della fuga è una sciocchezza”.

Alessandro Sacchi: “Il referendum del 2 giugno? “L’hanno rubato i repubblicani”

E il referendum del 2 giugno? “L’hanno rubato i repubblicani”. Ma perché sarebbe meglio avere un Re anziché un presidente della Repubblica? “Perché il Re agirebbe con una terzietà e un’imparzialità che un politico come il presidente della Repubblica non può avere, tant’è che ci troviamo con Mattarella che a volte può sembrare il capo virtuale del centrosinistra”, continua Sacchi con True-News.it.
Il presidente della più antica associazione politica monarchica italiana, fondata nel 1944 sotto il regno di Vittorio Emanuele III, non ha peli sulla lingua e, Gran Bretagna a parte, difende quella che secondo lui è la superiorità dell’istituzione monarchica rispetto alla Repubblica.

Sacchi: “Elisabetta è stata esempio della correttezza e della devozione”

Per Elisabetta c’è un cordoglio nazionale e mondiale, accompagnato da una sincera partecipazione, perché lei è stata il capo dello Stato più longevo, l’ultimo Capo dello Stato che ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale, il capo dello Stato che ha assistito alla disgregazione dell’Impero Britannico e alla decolonizzazione, che è avvenuta senza spargimenti di sangue, questo dimostra che il sistema funziona bene”, esordisce Sacchi, avvocato partenopeo, appassionato di storia. Il presidente dell’Umi non ha dubbi sul futuro della monarchia britannica: “La monarchia in sé è un meccanismo, si può avere un capo di stato più brillante o meno. Elisabetta è stata esempio della correttezza e della devozione non solo perché lei era brava ma perché la monarchia è un meccanismo costituzionale”. E Carlo “farà una grande e bella figura come capo dello Stato perché è un uomo molto colto, un uomo che ha scritto poesie, un uomo moderno che è attento ai temi dell’ambiente e del lavoro”.

Sacchi contro l’istituzione repubblicana in Italia

Il discorso poi passa all’Italia. Qui Sacchi contesta senza mezzi termini l’istituzione della Repubblica. “Veda l’elezione del presidente della Repubblica è da sempre teatro di mercanteggiamenti parlamentari, c’è un mercato delle vacche in Parlamento”, attacca il presidente dei monarchici italiani. Secondo il quale la democrazia e la monarchia costituzionale possono convivere benissimo. Vedi Spagna e Gran Bretagna. Mentre “il presidente della Repubblica difficilmente può diventare terzo e imparziale dopo aver rappresentato una parte politica per tutta la sua vita”. Per Sacchi “la rielezione di Mattarella e di Napolitano ha rappresentato il fallimento del sistema repubblicano”.

Sacchi: “Io quando passo davanti ai Fori Imperiali ringrazio ancora Vittorio Emanuele III per averne evitato la distruzione”.

A quel punto obiettiamo, facendo presente che sui Savoia ci sono ancora delle ombre. Dalla “fuga” di Vittorio Emanuele III dopo l’8 settembre all’approvazione delle leggi razziali. Sacchi risponde su entrambi i punti: “Per quanto riguarda la presunta fuga si tratta di una stupidaggine, perché il Re si è semplicemente trasferito a Brindisi, in una zona d’Italia in cui non c’erano ancora gli americani e dove i tedeschi non c’erano più. Quel trasferimento è stato un modo per preservare l’unità nazionale e la completa distruzione di Roma. Io quando passo davanti ai Fori Imperiali ringrazio ancora Vittorio Emanuele III per averne evitato la distruzione”. Quindi sulle leggi razziali: “Il regime purtroppo aveva un grande consenso fino al 1942 e il Re ha manifestato personalmente a Mussolini la sua contrarietà a quelle leggi, l’unica cosa che poteva fare era abdicare, ma in quel modo avrebbe peggiorato la situazione, facendo mancare un contrappeso al regime fascista”. E il referendum? “Fu rubato, i risultati non furono immacolati, ma non voglio parlarne stavolta, la monarchia guarda la futuro”.