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Tutti parlano del libro di De Luca, “nonostante il Pd”

Tutti parlano del libro di De Luca, "nonostante il Pd"

Perché leggere questo articolo? True-news.it ha provato a intervistare alcuni esponenti del Pd vicini alla nuova segretaria Schlein sul nuovo libro di Vincenzo De Luca, ma non abbiamo ottenuto risposta. Allora abbiamo deciso lo stesso di raccontarvi il libro di cui tutti parlano, “nonostante il Pd”. 

Avete presente quella foto dei “poker d’assi” dei più ricercati che circolavano ai tempi dell’invasione americana dell’Iraq? Ecco, abbiamo fatto più o meno la stessa cosa con la segreteria di Elly Schlein. Abbiamo provato a chiedere alle figure di spicco del partito più vicine alle nuova segretaria un parere sul libro di Vincenzo De Luca. L’ultima fatica letteraria dello Sceriffo di Salerno è tutto un programma: “Nonostante il Pd. Fra partito fluido, Pnrr al palo, Sud tradito e passioni tristi“. Nessuno esponente dem, però, ci ha voluto rispondere. E noi allora vi raccontiamo lo stesso del libro del libro di cui tutti parlano, “nonostante il Pd”.

Nonostante il Pd, vi raccontiamo il libro di De Luca

Andiamo con ordine. Abbiamo scritto per avere un commento sul libro di De Luca, nell’ordine ad Alessandro Zan, che nella segreteria Schlein ha la delega ai diritti civili: non ci ha risposto. Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera: non ci ha risposto. Chiara Gribaudo, coordinatrice dei comitati per Elly Schlein alle primarie: non ci ha risposto. Rosy Bindi, storica esponente del Pd che di recente ha rilasciato importanti endorsement alla neo-segretaria: “Non ho intenzione di commentare. Grazie“, almeno lei si è degnata di rispondere.

Ma non ci scoraggiamo, restiamo sul libro di De Luca “per trattar del ben ch’i’ vi trovai”. Anche perchè la lettura merita. Fra tanti virologi e politologi, giustamente il Paese si sta finalmente anche riempendo di “delucologhi“. Perché lo studio della vita, e soprattutto delle opere del Governatore campano, è tempo ben speso. “Al Pd parlo con il linguaggio mio, non con le parole figlie del parassitismo, delle cooptazioni, e delle miserie personali“. I bombardamenti al partito cominciano già dalla quarta di copertina.

Un bomba sul Pd che è già un bestseller

L’operazione editoriale di De Luca scatta con tempismo a dir poco dirompente. Mancano meno di due anni dalla scadenza della secondo mandato del Governatore, in una delle due Regioni rimaste al centrosinistra, da cui De Luca non perde occasione per rimarcare distinguo. Così si legge: “Non essendo io debitore di nulla a nessuno; anzi, avendo fatto quello che ho fatto, non grazie al partito (quale che ne fosse il nome), ma nonostante il partito, da sempre“.

“Nonostante il Pd” – edito da Piemme, 277 pagine – risulta essere al primo posto nella sezione “Governo” di Amazon e sul podio dei bestseller di “Politica”. Ok, siamo d’accordo che è un indicatore che lascia il tempo che trova in un paese in cui il caso editoriale dell’estate è Vannacci. Però qualcosina vorrà pur dire, se il libro dell’eretico campano vende più dell’autobiografia della premier “La versione di Giorgia“. Il libro è un consuntivo del mandato e mezzo in Campania, con vista sul terzo. Una manovra per rompere l’accerchiamento, lanciando siluri a nemici e soprattutto ipotetici alleati.

De Luca ne ha per tutti, “Il Pd è casa mia, sono altri che devono andarsene”

“Nonostante il Pd” è un lungo excursus autobiografico. De Luca è critico contro il suo partito, ma anche con suggerimenti programmatici e politici per il futuro. Il Governatore chiama “passioni tristi” quelle che in realtà sono riflessioni o, meglio, pensieri in libertà. De Luca passa in rassegna vizi e virtù del suo amato Sud, come se fosse un alieno paracadutato a Napoli. E non il Presidente di Regione in lizza per un terzo mandato. Un’operazione-verità a cui sembra mancare un principio di realtà: quella individuale. Di sé parla solo in positivo, elogiandosi come “modello di buona amministrazione” che ha permesso il riscatto campano al grido di “mai più ultimi”. Ma poco importa, come dice De Luca stesso: “Io nel Pd sono a casa mia, ci sto benissimo, sono loro che se ne devono andare“.