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La Commissione antimafia è ancora ostaggio dei giochi politici

La Commissione antimafia è ancora ostaggio dei giochi politici

Perché potrebbe interessarti questo articolo? La commissione Antimafia non si è ancora insediata, nonostante sia tutto pronto da due mesi. Il motivo? I riti della politica che intrecciano poltrone e interessi. Così il contrasto alla criminalità organizzata si intreccia con le informazioni in Parlamento sulla gestione del Covid…

La commissione Antimafia è istituita, ma resta ancora paralizzata dai veti politici. L’organismo bicamerale non si è formalmente costituito, perché alcuni dei gruppi parlamentari stanno prendendo tempo sull’indicazione dei componenti. Il motivo? Bisogna trovare l’accordo politico sulla presidenza, poltrona molto ghiotta vista la visibilità che garantisce, al di là della possibilità di dotarsi di uno staff. Nella scorsa legislatura riuscì a ottenerla Nicola Morra, all’epoca senatore del Movimento 5 Stelle poi fuoriuscito.

Antimafia: il nome a “sorpresa” del Movimento 5 Stelle

Adesso la sfida è tutta interna alla maggioranza: Fratelli d’Italia rivendica il ruolo, forte dei numeri in Parlamento. Ma anche Forza Italia punta a nominare il presidente, anzi nel caso specifico la presidente. Il nome forte del partito di Silvio Berlusconi è quello di Rita Dalla Chiesa, in virtù della sua storia familiare: è pur sempre la figlia del generale Carlo Dalla Chiesa, ucciso dalla mafia. Il profilo potrebbe far maturare una convergenza in apparenza impensabile fino a poche settimane fa: quella del Movimento 5 Stelle.

Il deputato ed ex procuratore, Federico Cafiero de Raho, ha chiaramente caldeggiato la candidatura della parlamentare azzurra. Per alcuni si è trattata di una forzatura del deputato M5S, con il rischio di bruciare il nome di Dalla Chiesa, ma per altri è un modo per uscire dal pantano in cui è finita la commissione.

Commissione Antimafia: chi sarà il presidente?

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha però altri progetti: il nome che vuole mettere in campo è quello di Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia e vicesindaca di Palermo. La diretta interessata, al momento, dice di non saperne niente. Ma non è un mistero che sia la preferita della premier. Così, la situazione è finita in un vicolo cieco. A confermare le tensioni c’è il rimpallo di responsabilità sulla convocazione dell’organismo: i gruppi sostengono che spetti ai presidenti dei due rami del Parlamento, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, avviare l’iter.

D’altra parte i vertici di Camera e Senato fanno sapere che le lettere possono partire solo quando c’è un accordo politico per gli incarichi. Resta il fatto che si torna al punto di partenza: la commissione Antimafia non parte, lasciando in sospeso uno strumento politico fondamentale per contrastare la criminalità organizzata.

L’intreccio delle commissioni in Parlamento

Un danno di immagine non secondario per i partiti del centrodestra, che pure hanno potuto rivendicare l’arresto del boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. I riti parlamentari hanno tuttavia i loro tempi. Da quanto raccontano a True-news.it, il problema è legato alla ripartizione di tutte le presidenze delle commissioni speciali.

Di recente, infatti, ne sono state istituite alcune, anche mediaticamente rilevanti. Basti pensare all’organismo che a Montecitorio dovrà fare chiarezza sul caso di Emanuela Orlandi, tornato al centro dell’attenzione. Ma c’è anche la commissione di inchiesta su David Rossi, responsabile comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, morto in circostanze mai pienamente chiarite. C’è poi la terza sul degrado delle periferie.

Commissioni: Italia Viva vuole guidare quella sul Covid

Soprattutto in Parlamento sta prendendo forma il dibattito per l’organismo di indagine sulla gestione delle prime ondate di pandemia. Si tratta di una delle più appetite: Matteo Renzi, almeno prima di assumere la direzione del quotidiano il Riformista, ambiva a diventarne il presidente.

Ora le cose per l’ex Rottamatore sono cambiate, visto il nuovo impegno professionale assunto, ma Italia Viva accarezza tuttora l’idea di guidare la commissione. Anche perché potrebbe indagare sull’operato di Giuseppe Conte quando l’Italia fu colpita dal Covid-19. Così nella politica italiana finisce per intrecciarsi la lotta alla mafia alla chiarezza sul Covid, mettendoci in mezzo una serie di misteri storici.