Home Politics Il ritorno del partito dei sindaci: “100 miliardi ai Comuni dal Pnrr, serve personale e tempi certi”

Il ritorno del partito dei sindaci: “100 miliardi ai Comuni dal Pnrr, serve personale e tempi certi”

Il ritorno del partito dei sindaci: “100 miliardi ai Comuni dal Pnrr, serve personale e tempi certi”

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, si augura che per spendere i circa 100 miliardi di euro che verranno dati in dotazione ai Comuni dal Piano nazionale di ripresa e resilienza “si proceda con bandi diretti del Governo senza l’intermediazione delle regioni, altrimenti si ha il rischio di un doppio trasferimento”. Ma il primo cittadino bergamasco riconosce anche le difficoltà degli enti locali: Oggi stiamo facendo i concorsi e non riusciamo a occupare i posti, non c’è appetibilità della funzione pubblica – dice – Se un ragazzo è sveglio, ha studiato e ha ambizione, non fa un concorso per enti pubblici”.

Giorgio Gori: “Il lavoro pubblico non attira più”

Sulla stessa scia anche Mauro Guerra, il presidente di Anci Lombardia. Il Pnrr? Un’occasione straordinaria per innovare la pubblica amministrazione del paese perché oggi “non siano all’altezza – dice Guerra -. Abbiamo bisogno di competenze, di luoghi di lavoro, semplificazioni, procedure diverse. I comuni devono irrobustirsi con le competenze. L’età media dei nostri dipendenti è altissima, facciamo fatica a trovare gente che lavori nei Comuni, ora che possiamo fare i bandi”.

Mauro Guerra (Anci Lombardia): “Ai comuni servono competenze, troppo alta l’età media”

È la voce del rinato ‘partito dei sindaci’, quella che arriva il 10 settembre dalla Fondazione Stelline di Milano. Durante il convegno ‘Un nuovo sguardo sulle autonomie e il governo dei territori’ – primo appuntamento organizzato dal think tank voluto proprio dall’Associazione Amici delle Stelline che si chiamerà “Dopodomani” – tanti gli amministratori locali (inclusi in collegamento i governatori del Veneto e dell’Emilia-Romagna, Luca Zaia e Stefano Bonaccini) che si sono confrontati sulle lezioni del Covid, sulla sfida del Recovery plan e il nuovo assetto istituzionale che dovrà avere l’Italia post pandemia. Il messaggio condiviso? Le ingenti risorse che arriveranno ai Comuni italiani grazie al Pnrr  – circa 100 miliardi di euro che impatteranno suo territori – sono una grandissima opportunità, che però, per poter essere colta e sviluppata al meglio, necessita di personale formato, capace e giovane e che oggi si fatica a trovare nonostante ora siano ripartiti i concorsi pubblici per assumere personale.

Il ritorno del ‘partito dei sindaci’

Adesso? Attenzione al Recovery Plan – avvertono i sindaci.  Se per Giorgio Gori la “ripartizione delle risorse del Pnrr è stata fatta in modo molto verticistico, senza ascoltare molto il contributo dei territori” ma probabilmente era questo un male necessario “dati i tempi e le dimensioni dell’impegno”, il tema ora sarà se costruiamo le condizioni per una cooperazione vera” dice Mauro Guerra. Per il Presidente di Anci Lombardia è proprio questa una delle “lezioni che abbiamo imparato con la pandemia”. Gli fa eco Elena Pavan, sindaco di Bassano del Grappa, la condivisione dei servizi è l’unico modo per ottenere finanziamenti dall’esterno, per poter fare qualcosa che con le nostre forze non riusciamo a fare. Abbiamo tantissimo bisogno di semplificazione reale, ma vengono aggiunte sempre normative. I territori devono essere ascoltati”.

Leonida Miglio: “Le Autonomie per il Pnrr”

A trarre le conclusioni dei lavori della giornata è Leonida Miglio, docente dell’università Bocconi di Milano: “Questo convegno é stato organizzato in occasione del ventennale della morte di Gianfranco Miglio, ma non con una logica commemorativa, quanto piuttosto per guardare al futuro e a che cosa si vuole fare in termini di autonomia”.

In questa giornata i governatori, i sindaci, anche appartenenti a schieramenti diversi, conclude Miglio, “hanno lo stesso rivendicato l’importanza di proseguire il cammino delle autonomie, che riguardano le regioni, ma anche i comuni e la capacità che i territori devono avere di poter implementare il Pnrr, in maniera tale da poterlo applicare a livello operativo, cosa che per ora non lo è”.