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Il possibile ruolo delle società segrete giapponesi nella morte di Abe

attentato Shinzo Abe

Società segrete, gruppi che si rifanno espressamente ai giorni neri dell’impero giapponese e movimenti religiosi intrisi di fanatismo. La morte di Abe Shinzo potrebbe essere collegata al lato più oscuro e meno conosciuto del Giappone. Quello, appunto, formato da organizzazioni revisioniste, estremiste e ultra nazionaliste. Tetsuya Yamagami, il 41enne che ha aperto il fuoco contro l’ex premier giapponese, è ancora un rebus da risolvere. Tutto è teoricamente possibile e le ipotesi sono sul tavolo degli inquirenti.

Chi è l’attentatore di Abe

È ancora presto per chiarire i contorni di una vicenda che si preannuncia particolarmente complessa. C’è chi sostiene che Yamagami sia un lupo solitario e chi, al contrario, sostiene che le ragioni dell’uomo siano connesse a una setta politico-religiosa. Impossibile pronunciarsi adesso, visto che mancano ancora troppi elementi. “In conferenza stampa la polizia giapponese ha dichiarato che l’assassino ha sostenuto di non essere affiliato ad alcuna organizzazione. L’uomo, tuttavia, avrebbe affermato di provare risentimento nei confronti di una specifica organizzazione alla quale era collegato Shinzo Abe“, ha spiegato a True-news Antonio Moscatello, giornalista di Askanews ed esperto di Asia Orientale.

Non sappiamo di quale organizzazione si tratti. Potrebbe essere la famigerata Nippon Kaigi? “Potrebbe, ma al momento la polizia non ha voluto approfondire ulteriormente la questione in pubblico. Al momento è solo una supposizione, così come è solo una supposizione ipotizzare il ruolo di presunte società segrete nella vicenda“, ha aggiunto Moscatello. Certo è che di Yamagami manca ancora un identikit ufficiale. È stato detto che l’uomo avrebbe prestato servizio militare per tre anni tra le fila delle Forze di Autodifesa marittime giapponesi. “Ma non c’è una conferma. Le autorità stanno verificando se il profilo che risulta nei loro database corrisponda a quello dell’uomo che ha sparato”, ha sottolineato, ancora, Moscatello.

Le società segrete in Giappone

La Nippon Kaigi è la più grande organizzazione e lobby non governativa ultra-conservatrice e reazionaria di estrema destra del Giappone. È stato fondata nel 1997. Nel 2020 contava circa 38.000-40.000 membri. Il gruppo è influente nei rami legislativo ed esecutivo del governo giapponese attraverso le sue affiliate e vari esponenti. Tra le sue finalità troviamo il sostegno a progetti  conservatori, al revisionismo costituzionale, al ripristino dello shintoismo di Stato, nonchè al ritorno di un’ascesa politica del Giappone nella regione asiatica e nel Pacifico. Abe era uno dei personaggi più importanti di questo movimento politico-religioso.

“La Nippon Kaigi non è una società segreta. Potremmo quasi definirla una sorta di think thank revisionista e nazionalista su varie tematiche della seconda guerra mondiale. Si tratta di un gruppo molto ampio, discutibile quanto si vuole, ma estraneo a modelli di gruppi come la Lega del Sangue e simili. Queste ultime associazioni, infatti, erano segrete e, intorno agli anni ‘30, puntavano alla realizzazione di colpi di Stato e attentati, oltre che alla nuova restaurazione Showa” ha dichiarato Moscatello. Ebbene, oggi “il panorama dell’estrema destra giapponese è formato da gruppuscoli spesso contigui alla Yakuza e che vivacchiano“, ha spiegato ancora Moscatello.

Il passato di Abe

La maggior parte della destra giapponese si è ormai istituzionalizzata e compone le fila dei molteplici partiti liberali attivi nella cornice politica nazionale. “Per questo sono più propenso a ritenere che l’attentato ad Abe sia da imputare all’atto di un lupo solitario, anche abbastanza disturbato”, ha quindi fatto notare Moscatello. Un indizio? Guardiamo gli strumenti utilizzati da Yamagami: una pistola fatta a mano. Se l’attentatore avesse fatto parte di un gruppo organizto, si sarebbe servito con ogni probabilità di una pistola vera.

Tornando sulla figura di Abe, la biografia del defunto ex premier nipponico presenta ombre piuttosto ingombranti. Certo, l’ex premier rimane uno dei politici più importanti dell’ultimo ventennio nipponico, se non il più importante. “La sua è la storia di un uomo che appartiene a una delle più grandi dinastie del Giappone. Il nonno materno, Nobosuke Kishi, è stato primo ministro nel dopo guerra, è stato poi processsto per quanto avvenuto nella seconda guerra mondiale ed epurato. Se il nonno era questo, il padre di Abe è stato Ministro Esteri e sarebbe diventato anche primo ministro se non fosse morto prematuramente. Ricordiamo che Abe ha anche fratello minore, Nobuo Kishi, attualmente ministro della Difesa”, ha concluso Moscatello. Vedremo se Kishi – o chi per lui – riuscirà, un domani, a proseguire la dinastia di famiglia bruscamente interrotta dalla morte di Abe.