Decreto sicurezza: via libera tra proteste e risse in Senato. Introdotti reati su resistenza passiva, rivolta nei Cpr, accattonaggio minorile. Opposizioni: “È un attacco ai diritti fondamentali”
Il decreto Sicurezza è stato convertito in legge. Dopo una lunga maratona parlamentare fatta di proteste e scontri, con Pd, M5S e AVS seduti per terra in Aula e un finale da rissa sfiorata, il provvedimento voluto da Lega e Fratelli d’Italia ha ottenuto l’ultimo via libera dal Senato con 109 voti a favore, 69 contrari e un’astensione. Tempistiche record per un provvedimento tanto delicato: solo poche ore in Commissione, blindato con il voto di fiducia, alla vigilia della scadenza dei 60 giorni.
Trentanove articoli, 14 nuovi reati e almeno 9 aggravanti: ecco cosa cambia
Il cuore del decreto Sicurezza è una profonda revisione dell’apparato penale e amministrativo in materia di ordine pubblico, dissenso, migrazioni e sicurezza urbana. Dei 39 articoli totali, ben 14 introducono nuovi reati e altrettanti inaspriscono pene esistenti o creano nuove aggravanti.
Il blocco stradale diventa reato
Uno dei punti più contestati è la criminalizzazione del blocco stradale o ferroviario attuato con il corpo, anche in forma pacifica. Da illecito amministrativo si passa al reato penale: si rischia fino a un mese di carcere e multa, che diventano sei anni di reclusione se la condotta è collettiva. Per gli ambientalisti è una norma “anti-Gandhi”, che colpisce forme di protesta non violenta.
Stretta “No Ponte” e grandi opere
Viene introdotta una nuova aggravante per chi esercita violenza o minaccia a pubblico ufficiale con lo scopo di ostacolare la realizzazione di un’opera pubblica o infrastruttura strategica. La norma, pensata anche in chiave anti-Tav e anti-Ponte sullo Stretto, estende le responsabilità penali anche a proteste localizzate.
Reato di “rivolta” nei Cpr
Un nuovo reato riguarda le rivolte nei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), anche se pacifiche, da parte di migranti irregolari trattenuti. Puniti anche i tentativi di resistenza organizzata o incitamento a disobbedire alle regole del centro.
“Resistenza passiva” e ostacolo alle forze dell’ordine
Introduce una fattispecie di reato finora assente: chi impedisce, anche senza violenza, “atti o servizi necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica”, potrà essere perseguito penalmente.
Occupazione di immobili: carcere immediato
Chi occupa arbitrariamente un immobile destinato a domicilio altrui rischia da 2 a 7 anni di carcere. Viene prevista anche una procedura d’urgenza per il reintegro del legittimo proprietario: basterà una denuncia alla polizia giudiziaria, senza dover passare da un giudice civile.
Accattonaggio con minori
Viene introdotta una pena da 1 a 3 anni di reclusione per chi coinvolge minori nell’accattonaggio. Aggravanti se i bambini sono sotto i 14 anni o se viene simulata una disabilità.
Imbrattamenti: carcere per chi “lede il decoro”
Modificata la disciplina sul reato di deturpamento: se l’imbrattamento avviene su beni pubblici (mobili o immobili) con intento di “ledere l’onore o il decoro”, la pena può arrivare fino a un anno e sei mesi, con multa fino a 3.000 euro. Colpiti in particolare writer e attivisti.
Stretta sulla cannabis light
Tutta la filiera della canapa industriale viene colpita. È vietata la produzione, trasformazione, trasporto, commercio, consegna, spedizione e vendita delle infiorescenze di canapa, anche se a bassissimo contenuto di THC. La norma cancella di fatto il mercato della cannabis light in Italia, con gravi ricadute per agricoltori, negozianti e imprenditori del settore.
Detenzione delle mamme con figli
Le madri detenute con figli fino a 3 anni saranno obbligatoriamente assegnate agli Icam (Istituti a custodia attenuata per madri), senza più possibilità per il magistrato di decidere caso per caso. Il provvedimento è stato duramente criticato da giuristi e operatori del sistema carcerario per la riduzione della flessibilità e del principio del “superiore interesse del minore”.
Truffe agli anziani: pene raddoppiate
Aumentano le sanzioni per chi truffa persone ultrasessantacinquenni: reclusione da 2 a 6 anni e multe fino a 3.000 euro. L’aggravante si applica anche in caso di raggiri “online” o con tecniche ingannevoli.
Tutele rafforzate per forze dell’ordine
Gli agenti potranno portare armi anche fuori servizio, disporre di un fondo spese legali più ampio e dotarsi di bodycam in situazioni di ordine pubblico, per documentare la dinamica degli interventi.
Più poteri per i servizi segreti
I membri dell’intelligence potranno beneficiare dell’esclusione della punibilità anche per reati associativi finalizzati al terrorismo, se autorizzati dalla Presidenza del Consiglio. Un’estensione molto criticata da parte delle opposizioni per il rischio di “zona grigia” giuridica.
Daspo urbano esteso
Il divieto di accesso a determinate aree urbane (daspo) viene esteso a nuove casistiche, compresi i soggetti coinvolti in episodi di degrado urbano, minacce o turbative dell’ordine pubblico in luoghi sensibili come stazioni, ospedali o scuole.
Reato di istigazione in carcere
Nuova aggravante per chi istiga a disobbedire alle leggi, se la condotta avviene in contesto carcerario. L’obiettivo è contrastare forme organizzate di resistenza o coordinamento tra detenuti.
Meloni: “Lo Stato torna forte”. Le opposizioni: “Un attacco al dissenso”
Il governo esulta. “Legalità e sicurezza sono pilastri della libertà”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni. Matteo Salvini parla di “norme di civiltà” e annuncia: “Ora più forze dell’ordine, più poteri e più tutele”. Sotto Palazzo Madama è comparso uno striscione di Fratelli d’Italia: “Lo Stato torna forte”. Opposta la reazione delle opposizioni, che denunciano un attacco al dissenso, la criminalizzazione della protesta e il rischio di incostituzionalità di molte norme. “Un decreto repressivo, inutile e liberticida”, lo definisce AVS. Il M5S parla di “una torsione autoritaria”. Il Pd annuncia ricorso alla Corte costituzionale.