Home Politics Il Ddl “Romagna Mia”, la legge “Resilienza” e altri mostri del Parlamento

Il Ddl “Romagna Mia”, la legge “Resilienza” e altri mostri del Parlamento

Il Ddl “Romagna Mia”, la legge “Resilienza” e altri mostri del Parlamento

“Sento la nostalgia d’un passato dove la mamma mia ho lasciato”. Cominciate a imparare a memoria queste parole. Perché se dovesse essere approvato il disegno di legge del leghista forlivese Jacopo Morrone, potreste sentire dalla loro cameretta i vostri pargoli intonare le strofe di “Romagna mia”.

Il ddl “Romagna mia” presentato dalla Lega

“Jacopo, cosa fai? Canti al posto di studiare?. “No, ma’, sto ripassando la lezione”, vi sentireste rispondere. E questa volta, vostro figlio non vi starebbe prendendo in giro. E potrebbe contrattaccare: “Mi avete fatto affacciare al balcone per intonare Fratelli d’Italia, avete litigato con lo zio se Bella ciao è patrimonio di tutti oppure di una sola parte politica, e non mi avete mai detto la verità sui Casadei?”.

Non andate con la mente a qualche vostra avventura estiva in una balera di Rimini sulle note di un’orchestra romagnola: vostro figlio, starà solo cercando di dirvi che siete ignoranti in storia. Perché non sapete che la canzone “Romagna mia” è “espressione popolare dei valori fondanti della nascita e dello sviluppo della Repubblica”. Che è poi il motivo per cui il leghista Morrone chiede il riconoscimento ufficiale nel disegno di legge presentato in data 3 novembre 2020, che si compone di soli due articoli. Al secondo si legge che, dopo avere introdotto lo studio della canzone “Romagna mia” nelle scuole di ogni ordine e grado, a decorrere dall’anno scolastico 2020/ 2021, nell’ambito delle attività didattiche finalizzate alla conoscenza dei valori del proprio territorio e delle origini, è inserito lo studio della canzone “Romagna mia”.

Per quest’anno gli studenti italiani se la sono scansata, visto che l’iter del ddl attende ancora il parere delle competenti commissioni. Ma perché “Romagna mia”, scritta nel 1906, in pieno Regno di Vittorio Emanuele III, avrebbe contribuito ai valori fondanti della Repubblica, scelta come forma di governo degli italiani col referendum del 2 giugno 1946, esattamente 40 anni dopo?

Morrone e gli altri firmatari della proposta la mettono giù così: «La canzone “Romagna mia” è uno dei brani musicali che caratterizzano il nostro Paese e che hanno lasciato una traccia, un solco importante, nella storia di una terra, di una regione come la Romagna, non rappresentando solo una canzone ma una semplice e al tempo stesso profonda espressione di un modo di essere che va al di là dell’essenza romagnola che essa esprime. La canzone “Romagna mia” è, infatti, l’espressione di un modo di vivere in positivo tutte le sfumature della vita e di un forte legame con le proprie origini». Il brano simbolo di tre generazioni di Casadei non è la sola canzone a cui è dedicato un disegno di legge, negli atti parlamentari c’è traccia di richieste di riconoscimento anche per la canzone del Piave e la canzone di Buda.

Se tutte le proposte dovessero trasformarsi in leggi, converrà disertare le manifestazioni ufficiali come quella del 4 novembre. Fino a quando la banda le eseguirà tutte si rischia che metà dei contingenti schierati siano formati da soldati che nel frattempo hanno raggiunto l’età del congedo. E voi quota 102.

Seimila leggi “dormienti” in Parlamento: quali sono

Nei due rami del Parlamento giacciono circa seimila disegni di legge, 5880 per la precisione al momento in cui scriviamo, e alcune proposte sono alquanto curiose.

La legge per “l’albo dei disc jockey” del Movimento Cinque Stelle

C’è chi propone l’istituzione dell’albo professionale dei disc jockey (primo firmatario Gianluca Vacca, Movimento 5 Stelle), chi dei parrucchieri (Graziano Musella, Forza Italia), chi dei pizzaioli. Bando all’improvvisazione, insomma: il mixaggio, la messa in piega e la preparazione dell’impasto sono cose serie, che vanno affidate a professionisti preparati, che frequentano scuole, seguono corsi di aggiornamento e possono esibire il tesserino professionale.

Il Ddl “piazzaioli” per la Lega

Tanto, si sa, a noi italiani distintivo (e chiacchiere) sono sempre piaciute. E, poi, diciamolo: chi di noi vorrebbe mai rinunciare a chiedere a Gigi il piazzaiolo se ha studiato in Italia o si è formato a Tubinga? Per inciso, il disegno di legge che propone l’istituzione dell’albo dei pizzaioli professionisti, non specifica se i titoli di studio eventualmente conseguiti all’estero saranno da considerarsi equipollenti. Primo firmatario, anche qui, un leghista, Gianluca Cantalamessa. Il ddl è arrivato alla Camera, ma la discussione non è ancora cominciata.

Il Ministero della Montagna e quello del Cibo

Chi pensa che la maggior parte dei nostri parlamentari se ne stia con le mani in mano (anche se in alcuni casi, a quanto pare, forse sarebbe meglio) sbaglia di grosso. Abbiamo votato negli anni Novanta il referendum per l’abrogazione del ministero dell’Agricoltura (che subito è stato riproposto sotto mentite spoglie come Mipaf), il governo Draghi ha accorpato alcuni ministeri in super dicasteri (vedi quello alla Transizione ecologica), ma c’è chi ha presentato disegni di legge per l’istituzione del ministero della Montagna e chi di quello per il Cibo.

La Giornata dell’attesa resiliente

Per non dire delle tante Giornate, da quelle dei figli a quella del volontariato degli animali, di cui alcuni ddl chiedono l’istituzione. L’occhio ci è caduto sul ddl che ha come primo firmatario il dem Giacomino Taricco: propone l’istituzione della “Giornata dell’attesa resiliente”. Cosa sarà mai? una giornata dedicata ai pazienti nelle sale di attesa degli studi medici quando vedono arrivare un “odiatissimo” informatore scientifico del farmaco? No, si vola più alto. il ddl chiede «che lo Stato italiano dedichi una giornata alle “Donne, mamme, mogli, figlie dei dispersi” in guerra». Scriverlo terra terra direttamente nel titolo pareva brutto.