Home Politics I podcast italiani, quando il true-crime punta sempre ai soliti sospetti

I podcast italiani, quando il true-crime punta sempre ai soliti sospetti

I podcast italiani, quando il true-crime punta sempre ai soliti sospetti

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Adrian Seyd, detenuto da 23 anni con l’accusa di omicidio è stato scarcerato dopo che in un podcast sono state raccolte prove della sua innocenza. In Italia i podcaster hanno scelto il registro di sola narrazione, per cui si concentrano sempre sui casi più noti di cronaca nera.

Serial è un podcast dei creatori di This American Life, condotto da Sarah Koenig. In ogni stagione Serial approfondisce un caso di cronaca nera. Negli Usa  il podcast ha vinto tutti i principali premi televisivi, ma il vero colpo l’ha realizzato dimostrando l’insufficienza delle prove contro Adrian Seyd, 43 anni, che ha passato gli ultimi 23 anni della sua esistenza in una prigione del Maryland; era accusato di aver ucciso nel 1999 la fidanzata diciottenne Hae Min Lee, il cui cadavere fu rinvenuto in un parco di Baltimora. Seyd si era sempre dichiarato innocente.

Presunto omicida scagionato da un podcast

Il lavoro dei podcaster di Serial è stato quello di andare a verificare le prove raccolte allora contro Seyd, riscontrando gravi carenze nel modo in cui i procuratori all’epoca avevano hanno consegnato le prove alla difesa. Le puntate di Serial dedicate al caso hanno registrato il record di streaming e download negli Usa.

In Italia il genere crime ha conquistato i podcaster, molte sono le serie che vengono prodotte, ma riguardano quasi sempre i “soliti sospetti”: Pietro Pacciani, individuato come il mostro di Firenze; il serial killer Donato Bilancia; il caso di Marta Russo, la studentessa uccisa nei viali della Sapienza di Roma; Cogne, Avetrana, Garlasco, Perugia. Sono tutti delitti per i quali le indagini sono state chiuse e hanno portato alla soluzione del caso con l’arresto, la condanna o l’assoluzione definitiva dei principali sospettati.

I podcast sul crime in Italia non svolgono un lavoro investigativo, come accaduto nel caso di Serial negli Usa, non portano a nuovi elementi che possano indurre alla riapertura delle indagini e svelare verità alternative (che siano, beninteso, suffragate da robusti elementi).

I podcast italiani, narrazione senza investigazione

Il podcast true-crime italiano, che evita la morbosità e la spettacolarizzazione, presenta modalità di racconto frutto di ricerche e abili ricostruzioni, ma rimane nell’alveo della narrazione: le serie prodotte ricostruiscono il caso trattato nel migliore dei modi possibili, ma non aggiungono nulla se non qualche dubbio disseminato qui è là durante ogni episodio.

Una sola volta in Italia un podcast ha veramente illuminato le zone oscure di un caso tra l’altro poco noto al grande pubblico. E’ successo con Veleno, il podcast di Pablo Trincia che ha fatto luce su un perverso meccanismo di sottrazione di minori alle famiglie e strani affidi. Furono sedici i bambini allontanati per sempre dalle famiglie di origine nella Bassa modenese oltre venti anni fa. Trincia alcuni li ha rintracciati e incontrati, così come è riuscito nell’impresa di intervistare chi quelle decisioni, non molto limpide, prendeva: servizi e assistenti sociali.

Perché in Italia non è ancora accaduto un caso simile a quello di Seyd in America? E sarà possibile in futuro che il prezioso lavoro di un podcaster possa indurre la magistratura a riaprire un caso? Non esistono le premesse, visto che l’attenzione rimane costante su casi noti, già affrontati sotto tutti gli aspetti, diremmo quasi autoptizzati per rimanere in tema, da giornali e talk televisivi.

Il romanzo giallo diventa sonoro

Di fatto i podcast crime in Italia non sono altro che la sonorizzazione del vecchio caro romanzo giallo. E lo confermava in una intervista a Esquire lo scrittore e giornalista Gianluca Ferraris, autore di una serie per Storytel dal titolo Mostri: «Il podcast trasforma un caso in una storia o in un intreccio di storie, raccontando pagine e pagine di inchieste attraverso un arco narrativo avvincente. Che poi è quanto di più tradizionale esista, ed è per questo secondo me che fa presa sul pubblico: delitto – indagine – falsa pista – indagine – conclusione».

Non a caso hanno scelto il podcast come modalità narrativa anche due pesi massimi come lo scrittore Carlo Lucarelli e lo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi. Il loro podcast è su Audible di Amazon. In luglio hanno annunciato l’uscita di Nero come il sangue, la prima storia dell’omicidio in audio che analizza venti celebri delitti commessi nell’epoca contemporanea. Le due inconfondibili voci del true crime italiano compiono un excursus tra i venti delitti più clamorosi della storia moderna dell’omicidio, in un periodo che va dalla Rivoluzione Industriale al Rinascimento. Di sicuro nessun caso sarà da riaprire.