Home Politics Gomez: “Con la Cartabia l’inchiesta Covid rischia di non arrivare a processo”

Gomez: “Con la Cartabia l’inchiesta Covid rischia di non arrivare a processo”

Gomez: “Con la Cartabia l’inchiesta Covid rischia di non arrivare a processo”

Dalla mancata istituzione delle zone rosse alla presunta omissione del Piano Nazionale Pandemico fino alla probabile svista sulle misure sanitarie. La Procura di Bergamo ha chiuso l’inchiesta per epidemia colposa con 19 indagati tra cui l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro della Salute Roberto Speranza, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana e l’ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera. True-news.it ha chiesto un commento a Peter Gomez, fondatore e direttore della versione online de Il fatto quotidiano.

Gomez: “Con la Cartabia potrebbe non esserci processo”

Per colpa della riforma Cartabia è probabile che le indagini non portino al processo”. I tempi in cui i magistrati dovrebbero arrivare alla definizione del procedimento, secondo il vice-direttore del Fatto, sarebbero troppo brevi. “Con la riforma dell’art. 407 comma 2, i magistrati hanno infatti solo tre mesi dl deposito degli atti per definire il provvedimento, pena la decadenza“.

“E’ chiaro che l’accusa di epidemia colposa è molto difficile da contestare” prosegue Gomez. “Ma, come ha dichiarato il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani: di fronte alle migliaia di morti e le consulenze che ci dicono che questi potevano essere eventualmente evitati, non si può chiudere con una archiviazione“.

Il nodo della vicenda secondo Gomez

Per Peter Gomez, contattato telefonicamente, “all’inizio la zona rossa poteva essere istituita sia dai sindaci, che dai Governatori di Regione che dal premier Conte. Il punto centrale dell’inchiesta riguarda Brusaferro, che ha omesso il piano pandemico nazionale, valutando azioni alternative. Dal punto di vista politico, per il giornalista del Fatto “siamo alle solite. Si sapeva che c’erano colpe. Era il periodo in cui Lega e Pd volevano tenere tutto aperto”. Una dichiarazione che sembra in parte smarcare l’allora premier Giuseppe Conte. Il leader del Movimento 5 stelle, insieme ad altri indagati – come Attilio Fontana e Giulio Gallera – hanno dichiarato di aver appreso dalla stampa di essere tra gli indagati dell”inchiesta. “Sono stati sentiti come testimoni in una consulenza tecnica. Da qui avrebbe ottenuto un avvocato d’ufficio e per questa circostanza non hanno ricevuto gli avvisi di proroga”.