Home Politics Gli Usa non mollano l’Ucraina. Ma tra i cittadini cala il consenso agli aiuti

Gli Usa non mollano l’Ucraina. Ma tra i cittadini cala il consenso agli aiuti

Addio alle armi e sanzioni inefficaci, l'Europa si prepara ai negoziati Ucraina-Russia? Meloni Zelensky telefonata

Il pacchetto da 95 miliardi di dollari di aiuti militari a Israele, Taiwan e Ucraina è passato alla Camera dei Rappresentanti Usa dopo la mediazione tra Democratici e Repubblicani guidata dallo speaker conservatore Mike Johnson. E il grande beneficiario sarà proprio il governo di Kiev, che riceverà finanziamenti per acquisti di armi e aiuti diretti per 61 miliardi di dollari.

I sondaggi sull’Ucraina

Nonostante tutto, nonostante una grande criticità nel discorso pubblico sul futuro dell’assistenza di Washington a Kiev e lo “spettro” della seconda elezione di Donald Trump che aleggia su Joe Biden, c’è una maggioranza di americani che sostiene ancora l’Ucraina.

Lo si vede nella stampa e nei sondaggi. Questi ultimi danno ancora favorevole, per quanto meno rispetto a inizio guerra, l’opinione pubblica: il 53% del totale, secondo un sondaggio Cbs-You Gov, approva l’invio di nuovi armamenti. E secondo Gallup è del 36%, in crescita rispetto al 25% di ottobre, la quota di coloro che pensano che Washington debba fare di più per Kiev.

I dilemmi dei Repubblicani sull’Ucraina

C’è una faglia più profonda tra Democratici e Repubblicani, sostenuta soprattutto dalle rilevazioni Cbs-YouGov. “La maggioranza dei repubblicani (61%) ritiene che gli Stati Uniti non dovrebbero inviare armi o aiuti militari. I repubblicani che sostengono il presunto candidato presidenziale repubblicano Donald Trump sono ancora meno propensi, con il 69% che sostiene che gli Stati Uniti non dovrebbero inviare sostegno militare”, nota New York 1.

Dal sondaggio è emerso che “i repubblicani si fidano di Trump più di ogni altra fonte di informazioni sul conflitto tra Ucraina e Russia, 26 mesi dopo l’inizio della guerra. Trump è la fonte più affidabile tra il 79% dei repubblicani intervistati, seguito dal Pentagono (60%), dai media conservatori (56%), dai giornalisti che riferiscono nella zona di guerra (33%) e dal Dipartimento di Stato americano (27%)”.

Non a caso è proprio dai media della destra conservatrice o del mondo antisistema che vengono le critiche maggiori all’avventura pro-Kiev degli Stati Uniti. Per Breitbart, testata di estrema destra guidata a lungo da Steve Bannon, Johnson è da criticare per esser diventato un sostenitore degli aiuti a Kiev. E molto critica è anche la testata populista ZeroHedge.

I commenti sulle mosse di Johnson e Trump

L’evoluzione di Johnson è al centro invece di molti commenti delle principali testate Usa. Il Washington Post parla di una “trasformazione” dello speaker, spesso discusso in passato.

Anche il New York Times lo ha elogiato: “La decisione di Johnson di rischiare la sua carica di speaker per far approvare alla Camera il disegno di legge da 95 miliardi di dollari sugli aiuti esteri sabato è stato il culmine di un notevole cambiamento personale e politico per il repubblicano della Louisiana. Era anche un risultato improbabile per un uomo strappato alla relativa oscurità lo scorso autunno dall’estrema destra – che aveva appena deposto uno Speaker ritenuto un traditore della loro agenda, Kevin McCarthy – e che appariva destinato a essere il presidente di una Camera profondamente inoperosa”.

Il Wall Street Journal, invece, pone l’accento sul mancato siluramento da parte di Donald Trump dell’accordo, sottolineando come questo possa presupporre un tentativo di evitare fughe interne al Partito Repubblicano tra i membri del centro moderato. Insomma, la discussione è più sulle determinanti politiche dell’avvenimento che sul fatto in sé. E questo mostra gli scenari politici in evoluzione attorno al perno del sostegno a Kiev. Funzionale, del resto, all’obiettivo geopolitico Usa di contenere la Russia.