Home Politics Lo ius scholae avanza, malgrado il silenzio del governo e ostruzionismi

Lo ius scholae avanza, malgrado il silenzio del governo e ostruzionismi

Ius scholae

Dopo l’approvazione del testo base da parte della commissione Affari costituzionali, il testo della riforma della cittadinanza redatto da Giuseppe Brescia (M5S), il cosiddetto Ius scholae è in fase di valutazione. Nonostante i 728 emendamenti presentati, non ci sono state al momento approvazioni ma molti temi sono in fase di discussione.

Cosa prevede lo Ius scholae

L’assenso della commissione Affari costituzionali è un passaggio obbligato affinché lo ius scholae arrivi alla Camera e poi al Senato.

La proposta firmata da Brescia prevede che la cittadinanza possa essere ottenuta da chi svolge un percorso scolastico in Italia se giunge nel Paese entro il compimento dei 12 anni e, in aggiunta, dopo aver frequentato le scuole per almeno 5 anni.

Gli emendamenti presentati per modificare la formulazione dello ius scholae sono stati 728; molti con l’intento di ostruire l’iter della legge provengono da Lega e Fratelli d’Italia. Di questi circa 200 non sono stati ammessi al voto, mentre quelli di tipo soppressivo sono stati discussi e poi bocciati.

Il primo firmatario della legge

Come specifica Brescia: “Secondo un sondaggio di Scuola Zoo su 22mila studenti tra i 14 e i 19 anni, più dell’80% è favorevole allo ius scholae. Un dato che incoraggia ad andare avanti sul percorso intrapreso in commissione Affari Costituzionali alla Camera. È la forza della realtà, la bellezza delle passioni felici. La scuola fa crescere uguaglianza e opportunità e l’opinione di ragazzi e ragazze dimostra che la società è pronta”.

Nessun emendamento è stato approvato al momento. Anzi per ora sono stati respinti 4 emendamenti in più di 6 ore di seduta. Il governo non si esprime sulla riforma, ma dà solo un parere tecnico sull’impegno della Commissione. Vari emendamenti sono in via di valutazione e una porzione consistente del lavoro sarà respingere i pareri contrari in modo da far approvare un testo definitivo.

Molte proposte riguardavano le “sagre tipicamente italiane” e gli “usi e costumi italiani dagli antichi a oggi”.

L’obiettivo – mancato – era inserire tali elementi in prove scritte o orali specifiche. Nonostante ciò alcuni degli emendamenti in discussione proprio in questi giorni tornano sul tema degli esami aggiuntivi.

Le prove di lingua

In particolare si parla di prove di lingua italiana e di educazione civica. Il CoNNGICoordinamento Nuove Generazioni Italiane, un insieme di associazioni nato nel 2014 che ha a cuore il tema dell’integrazione e della multiculturalità nel nostro paese – spiega come “sono discipline che già si affrontano nel percorso scolastico”.

Prevedere tali esami nel testo della legge significa sottoporre le nuove generazioni italiane a ostacoli ulteriori. Inoltre legare la cittadinanza al successo formativo è sempre un errore”. Nonostante il grande cambiamento che lo ius scholae potrebbe portare “è chiaro che una parte politica non ha interesse a fare una proposta di legge che vada incontro alle nuove generazioni italiane” sostiene il CoNNGI.

A che punto è l’iter della riforma

La discussione degli emendamenti prolungherà notevolmente l’iter della riforma della cittadinanza, ma la speranza di Dalla parte giusta della storia – la campagna promossa dalla Rete per la Riforma della Cittadinanza per rivendicare il riconoscimento di oltre un milione di giovani nati e/o cresciuti in Italia – è giungere a una sua approvazione entro la fine della legislatura nel 2023, per quanto lo ius scholae sia “un principio da sostenere e ampliare”.

Nonostante l’ostruzionismo emerso dalla presentazione di alcuni emendamenti e il distacco tra essi e la realtà scolastica alla base di questa proposta, “accanto e oltre lo ius scholae persistono le ragioni per una riforma organica della disciplina della cittadinanza che consenta l’accesso allo status a chi nasce, cresce o vive stabilmente in Italia. Pensiamo che, dal punto di vista sociale e culturale, i tempi per l’approvazione di una nuova legge siano più che maturi.

È necessario che il legislatore ne prenda atto e approvi, prima della scadenza dell’attuale legislatura, una norma significativamente diversa da quella attuale”.