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Lo scenario coreano per porre fine alla guerra in Ucraina

Ucraina missile Dnipro

Perché questo articolo potrebbe interessarti? A quasi due anni dallo scoppio della guerra in Ucraina ancora non si riesce a immaginare una conclusione. Il braccio di ferro tra Kiev e Mosca continua. E potrebbe portare, più che alla fine delle ostilità, ad un loro congelamento. Come accaduto in Corea nel 1953.

Un scenario coreano per l’Ucraina? Nessuno lo ammette pubblicamente ma questo è, al momento, l’esito più realistico possibile. Siamo quasi giunti al secondo anno di conflitto tra Kiev e Mosca e ancora non si riesce ad intravedere un vincitore.

Volodymyr ZelenskyVladimir Putin intendono fare un passo indietro o rivedere i rispettivi obiettivi. Nel frattempo, civili e soldati continuano a morire, mentre molti governi occidentali non riescono più a rifornire gli ucraini di armi ed equipaggiamenti militari, dati i ritmi elevati delle richieste.

Interrompere la guerra è tuttavia complesso per svariate ragioni, in primis geopolitiche. Ecco, allora, dagli archivi della storia un precedente che i leader mondiali potrebbero utilizzare come spunto di riflessione: la guerra di Corea.

La guerra iniziata nel 1950 tra Corea del Nord e del Sud – rispettivamente supportate da Cina -Unione Sovietica e Stati Uniti-Onu – non è tecnicamente mai finita. Già, perché il conflitto intercoreano è stato semplicemente congelato da un armistizio siglato nel 1953.

Non esiste ancora un trattato di pace e le due Coree che, come detto, risultano ancora essere in guerra tra loro. Per lo meno Pyongyang e Seoul hanno però smesso di bombardarsi a vicenda. Ed è questa la prospettiva che potrebbe prendere forma tra Mosca e Kiev.

Il precedente: la guerra di Corea

Il prossimo 27 luglio non sarà un giorno qualunque. Saranno infatti passati 70 anni da quando Seoul e Pyongyang hanno siglato il cosiddetto armistizio di Panmunjeom, dal nome della cittadina situata al confine tra le due Coree dove, nel 1953, fu sancito il congelamento della guerra di Corea.

La sicurezza della sede venne posta sotto la responsabilità congiunta delle due parti. L’edificio dove venne firmato l’armistizio esiste ancora e si trova proprio a cavallo della linea di demarcazione militare coreana che scorre lungo la zona demilitarizzata. All’armistizio, come detto, non ha mai fatto seguito un trattato di pace.

Qualcosa del genere può essere replicato anche in Ucraina? Razionalmente, la risposta è affermativa. E il confronto con la Corea è evidente. Settant’anni fa, un bagno di sangue travolse la penisola coreana. Gli uomini morirono a decine di migliaia in trincee che assomigliavano a quelle presenti nel fronte occidentale dello scacchiere ucraino.

In Corea, furono introdotti bombardieri pesanti e altre armi ad alta tecnologia, ma le linee del fronte non si mossero molto negli ultimi due anni di scontri. Anche all’epoca non mancarono minacce nucleari. E, anche all’epoca, l’Occidente chiedeva un “ordine basato su regole”.

Il risultato? Il mondo si rivelò troppo disordinato per quel concetto rigoroso. Nessuna delle due Coree ebbe la meglio sull’altra. E le due parti dovettero accontentarsi di congelare i loro spiriti bellici.

Congelare il conflitto in Ucraina

Se la guerra in Ucraina non può essere spenta, può allora essere congelata seguendo quanto visto in Corea? In vista dell’imminente 70esimo anniversario dell’armistizio coreano, questo evento potrebbe offrire a Joe Biden l’opportunità di scendere in campo nelle vesti di pacificatore e proporre qualcosa di simile a quanto visto a Panmunjeom.

Dal canto loro, gli strateghi russi hanno da tempo messo da parte i loro obiettivi di guerra originari, e potrebbero accontentarsi delle regioni fin qui conquistate. Il blocco occidentale, tranne qualche membro col dente più avvelenato di altri (come Polonia e Stati baltici) accoglierebbero di buon grado la fine delle tensioni. Resterebbe da convincere l’Ucraina, soprattutto la parte più nazionalista insita nell’esercito e nel governo di Kiev.

Per la cronaca, l’Italia non ha preso parte alla guerra di Corea. Attraverso la Croce Rossa Italiana, Roma ha inviato 128 medici, infermieri e ufficiali ad operare presso l’Ospedale da campo n. 68 nel distretto di Yeongdeungpo, nella parte occidentale di Seoul, dal 16 novembre 1951 al 17 gennaio 1955. Di fatto, il governo italiano non è sceso in campo neppure in Ucraina, pur inviando a Kiev supporto militare di vario tipo.