Home Politics Fiera Milano, l’ad Luca Palermo: “Qualità e boom di visitatori, ora nuovi Saloni. Serve il credito d’imposta”

Fiera Milano, l’ad Luca Palermo: “Qualità e boom di visitatori, ora nuovi Saloni. Serve il credito d’imposta”

Fiera Milano, l’ad Luca Palermo: “Qualità e boom di visitatori, ora nuovi Saloni. Serve il credito d’imposta”

È un vero crescendo quello che sta vivendo Fiera Milano con 15 eventi espositivi all’attivo in poco più di un mese dal lancio del Supersalone, decine di migliaia di visitatori, ritorno degli stranieri anche a fronte dell’impossibilità di spostamento per i businessmen cinesi e centralità del capoluogo lombardo a livello internazionale mentre Berlino, Parigi e Londra non sono ancora ripartite. È dunque il momento per alzare l’asticella e lanciare nuove iniziative, forti anche della spinta che il governo Draghi potrebbe dare attraverso lo strumento del credito d’imposta a tutte le aziende italiane che desiderassero godere della vetrina e delle opportunità di fare affari che l’universo fieristico può garantire. All’esecutivo infatti, dopo i 500 milioni di euro stanziati per il comparto allo scopo di superare il periodo dei lockdown, il settore chiede di puntare sulla politica attiva per riportare sempre più imprese e buyer nei padiglioni di Rho e non solo. È quanto ha confermato Luca Palermo, ad di Fiera Milano, a True News.

Con il Supersalone, Fiera Milano è ripartita con un programma fitto di iniziative, 15 eventi in poco più di un mese. Un primo bilancio?

Se fosse musica, sarebbe un crescendo. Abbiamo 30 fiere in palinsesto, 15 già fatte alle spalle e 15 ancora da realizzare. La cosa più bella sono state la risposta del pubblico e quella delle aziende. Ricordiamoci che a giugno non si sapeva ancora nulla, eppure le imprese hanno scelto di investire e sono state premiate, ottenendo persino più visite di quelle preventivate.

Che cosa hanno apprezzato maggiormente?

Parlando con gli espositori segnalano come la visitazione, ovviamente non comparabile con quella del 2019 a livello di numeri, sia tuttavia di grande qualità. Altro elemento positivo riscontrato riguarda la presenza estera: 40 paesi mediamente sono quelli che vengono rappresentati anche in fiere molto specialistiche e b2b. Questo è significativo. Per non parlare di quello che sta per avvenire questa settimana con il lancio combinato di Host e TuttoFood, per la prima volta insieme: 2200 espositori, 40 nazioni e una bella opportunità di volano, di lancio e di ripartenza.

Ci sono stati dei settori che hanno ottenuto risultati più incoraggianti di altri?

In realtà stiamo riscontrando entusiasmo in tutti i settori. Trapela dai giornali ad esempio la soddisfazione di Emo, l’organizzatore del mondo delle macchine utensili che ha superato abbondantemente le aspettative di visita. Il tutto aperto con il Supersalone che ha registrato oltre 60mila visite. Un successo strepitoso ha avuto anche la filiera della moda con Micam e Lineapelle. Quello che ci auspichiamo è che il trend continui in questa direzione.

E sul fronte di nuovi progetti, ha menzionato la volontà di creare una fiera strutturale in ambito pharma, comparto su cui l’Italia, con la Lombardia in primis, detiene numerosi primati. Cosa manca per renderla realtà?

Stiamo lavorando ad una collaborazione per dare vita a una sorta di Salone del Pharma, però prima bisogna fare sistema. Per creare una fiera ex novo occorre mettere insieme l’industria, il mondo regolatorio e le idee. Serve fare in modo che ricerca, fondi che finanziano la ricerca e imprese trovino in fiera il luogo migliore per incontrarsi. Siamo all’opera per capire come costruire questo momento di incontro per poi poterlo realizzare e implementare, ma ci vorrà un po’ di tempo.

A proposito del sostegno che le istituzioni possono ancora dare al comparto, di recente ha dichiarato che la linea da percorrere è quella di una politica attiva, più del ricorso ai sussidi. Conferma?

C’è stato grande ascolto da parte di questo governo nell’aiutarci a far sì che i sussidi utilizzati attraverso lo strumento dei ristori permettessero a un’industria così pesantemente ferita di poter ripartire, libera dalle zavorre dei debiti e di avere delle risorse per investire. Speriamo di vederne presto i frutti, visto che a breve ci sarà l’erogazione di questi fondi. Ora quello che dobbiamo fare insieme è la promozione della destinazione Italia e delle fiere italiane come il luogo in cui venire ed esporre. Più che sussidiare la ripartenza, occorre incentivare le imprese a partecipare a queste manifestazioni attraverso strumenti come quello del credito d’imposta.