Home Politics Elezioni comunali, si vota il 10 e 11 ottobre. Tutti i candidati nelle città

Elezioni comunali, si vota il 10 e 11 ottobre. Tutti i candidati nelle città

Ballottaggio Como 2022 risultati

di Francesco Floris

Roma, Milano, Bologna. E ancora: Napoli, Torino ma anche Assisi, Novara, Cosenza, Rimini, Trieste e via dicendo. Secondo quanto può riferire True-News da fonti ministeriali ora è deciso e sta per arrivare il decreto firmato da Mario Draghi: si vota ad ottobre, il 10 e l’11. Come prevedibile, appena risolta la partita sulla squadra di governo con la nomina dei 39 sottosegretari dell’esecutivo Draghi, il primo dossier sul tavolo riguarda propria la data delle elezioni amministrative. Sono 1.291 i comuni che attendono campagne elettorali e voto. Le necessità di sicurezza legate alla pandemia nella gestione di urne e scrutini non hanno risparmiato nemmeno la democrazia municipale. Slitta tutto di quattro mesi in attesa di tempi migliori.

Per i partiti rischio o opportunità? Le campagne elettorali si prospettano infinite e nelle grandi città anche chi non ha ancora annunciato i candidati, come il centrodestra a Milano e Roma, il centrosinistra a Roma e Torino, ora è di nuovo in corsa e ha tutto il tempo di lavorare su nomi, liste, caselle, alleanze e programmi elettorali. Per i vari Beppe Sala, Virginia Raggi e Luigi De Magistris l’impatto di questa decisione è da vagliare. Mesi lunghi in cui la crisi economica inizierà a mordere sul tessuto produttivo e sociale soprattutto se e quando verranno sospesi i blocchi di licenziamenti e sfratti. Con ricadute politiche scontate su chi governa i comuni anche senza alcuna responsabilità di merito. Per le opposizioni di qualunque colore un’opportunità da cogliere con cinismo per rendere contendibili luoghi che sembravano roccaforti.

A Milano la lista Sala è alle prese con le caselle da riempire. Nell’headquarter della lista del sindaco in via Dante 7 i due capolista Emmanuel Conte, manager di Intesa Sanpaolo-Imi e probabile assessore al Bilancio in caso di vittoria, e la giovane Martina Riva si coordinano con la presidente del comitato elettorale Maura Satta Flores – provenienza VeDrò di Enrico Letta – per trovare quasi 300 nomi validi da inserire in lista fra consiglio comunale e Municipi. Hanno incassato il sì di Gabriele Rabaiotti, assessore alle Politiche sociali e abitative, e il grosso endorsement delle Acli che candideranno direttamente l’ex Presidente Paolo Petracca. Il centrodestra è ancora alle prese con la scelta di un nome ufficiale e definitivo dopo aver cavalcato l’unico al momento in campo, il comunicatore Rasia Dal Polo. La sinistra radicale di Milano in Comune e Rifondazione comunista converge invece su Gabriele Mariani, architetto e ingegnere, appoggiato anche da una lista civica figlia dei comitati ambientalisti e di quartiere di Milano. Prosegue il percorso autonomo per i “civici” di Franco D’Alfonso che hanno ricevuto l’endorsement di Sergio Scalpelli sul Foglio di qualche settimana fa mentre invece sono riapparsi sulla scena meneghina i socialisti di Roberto Biscardini, da a qualche settimana fortemente all’attacco del sindaco Sala con interviste dure su alcune scelte prese nel quinquennio di governo locale. Secondo i maligni potrebbe però essere una strategia per cercare l’apparentamento nel campo largo del centrosinistra già al primo turno. Così Sala avrebbe coronato una grande alleanza fatta dai “suoi” uomini, il Pd, i Verdi, Milano Unita (cartello di sinistra che riunisce tutte le evoluzione di Sel e Leu)

Su tutte le città pesano comunque le incognite legate alla possibile allenza Pd-Movimento Cinque Stelle figlia del Conte-bis e a maggior ragione del governo Draghi. Con Virginia Raggi che a Roma non fa un passo indietro rispetto al potenziale candidato dem Roberto Gualtieri. Nel mentre anche Carlo Calenda non getta la spugna e annuncia la sua corsa in solitaria per il Campidoglio. A Napoli è ritornato d’attualità il volto di Antonio Bassolino mentre Salvini propone Catello Maresca, magistrato, con Giorgia Meloni che non ci sta e punta sul cavallo Sergio Rastrelli, avvocato, quasi a fare da nemesi del leader del Carroccio. Scontro sotterraneo in vista. I pentastellati vogliono arrivare a piazza del Plebiscito con un loro nome e sembrano disposti a cedere qualunque altra città (forse la stessa Roma) pur di ottenere l’esclusiva su Napoli. Potrebbero pescare l’asso dal mazzo con l’ex ministro dell’Ambiente, il carabiniere Sergio Costa, oppure Roberto Fico che ha sempre coltivato il sogno di governare la sua città a due tiri di schioppo dal feudo di Luigi Di Maio, Pomigliano d’Arco.

A Bologna il sindaco Merola non ci sarà ma è forte in questi mesi la concorrenza interna. L’astro nascente del centrosinistra e nome più probabile è quello di Matteo Lepore, un volto in grado di fare sintesi per una possibile alleanza Pd-Movimento Cinque Stelle-Sinistra. Ma sono girati anche i nomi di Luigi Tosiani, Alberto Aitini, Elisabetta Gualmini, Alessandro Alberani, Andrea De Maria. All’ombra delle due torri il centrodestra corteggia Giancarlo Tonelli, il numero uno di Confcommercio Ascom Bologna, leader commercianti infuriati per la crisi economica. Con Fratelli d’Italia che sembra essersi presa la scena dopo i cinque anni fallimentari della Lega di Matteo Salvini e Borgonzoni che hanno tentato in tutti modi – fallendo – di prendersi l’eterna città rossa e la sua regione. I grillini cercano il patto con il centrosinistra con Massimo Bugani, reggente del Movimento in città, che non sembra ostile proprio ad Aitini mentre litiga con la consigliera regionale emiliana Silvia Piccinini che potrebbe coltivare il sogno di scendere in campo in prima persona.

A Torino si è ritirata Chiara Appendino a causa delle due condanne ricevute nel suo ruolo di primo cittadino ma nulla sembra davvero deciso. Il candidato di centrosinistra dovrebbe essere Stefano Lo Russo che ha preso il sì netto in settimane di due liste ma non quello del suo partito, il Pd, di cui è capogruppo in consiglio comunale. A pesare su Lo Russo le prese di posizione anti ambientaliste e ecologiste prese negli anni della giunta Appendino che ora non tutti gradiscono dentro ai dem. Il M5S propone sotto la mole Valentina Sganga, attuale capogruppo del Movimento ma nei radar ci potrebbe essere l’ex ministra Paola Pisano ben collegata al mondo produttivo e già assessore al Comune di Torino. Per il centrodestra Paolo Damilano, imprenditore dell’acqua minerale che ha già iniziato a tappezzare la città di manifesti che ora dovranno rimanere appesi fino ad ottobre. Troppe comunque le variabili in campo per poter dare oggi un quadro definito.

Novità certa di ogni campagna elettorale locale dopo la pandemia: l’ingresso di salute e sanità nella corsa a sindaco. Mai le amministrative si sono dovute confrontare con un tema di stretta pertinenza di Regioni e Stato – nonostante il sindaco sia il primo responsabile della salute dei propri cittadini – e che ora entra di forza nei programmi elettorali e nel dibattito pubblico.