Home Politics Dieni (M5s): “Sul Russiagate venga a riferire prima Renzi e poi Conte”

Dieni (M5s): “Sul Russiagate venga a riferire prima Renzi e poi Conte”

Russiagate

Almeno nella guerra delle spie tra Conte e Renzi il M5s è compatto. “Torniamo indietro un attimo a marzo del 2020 – dice a true-news.it la deputata Federica Dieni, componente del Copasir in quota grillina – in quel momento non avevamo mascherine, ventilatori e nemmeno tamponi, qualsiasi premier avrebbe chiesto aiuto a chiunque”. Anche Draghi? “Non lo so, ma in quella situazione penso proprio di sì”, risponde Dieni.

Polemica esagerata

La parlamentare pentastellata del Copasir giudica “davvero esagerata la polemica sulla missione ‘Dalla Russia con Amore’”. E minimizza il contenuto delle mail rivelate dal Corriere della Sera: “In quelle comunicazioni c’erano dei dettagli operativi, ovviamente non concordati tra Putin e Conte, sfido chiunque a rifiutare un aiuto in Lombardia e a Bergamo nella situazione in cui ci trovavamo in quel periodo”.

“Parlare – prosegue la deputata Cinque Stelle – col senno di poi è troppo facile, anche per quanto riguarda altri aspetti di quella fase della pandemia, come quando ci si chiede se è stato opportuno chiuderci in casa per due mesi, ma all’epoca non avevamo strumenti e nessuno conosceva questo virus”.

Attacco a Berlusconi, Prodi e Gentiloni

Conte assolto dai suoi, dunque. Con Dieni che rilancia invece sul coinvolgimento di tutti i predecessori a Palazzo Chigi del leader del M5s, che negli anni hanno alimentato la dipendenza energetica dalla Russia.

“Adesso tutti attaccano Conte per i rapporti con Mosca, ma dobbiamo ricordare che la dipendenza energetica dal Cremlino è stata aumentata e incoraggiata negli anni da tutti gli ultimi presidenti del Consiglio”. Qui la deputata parte da lontano: “Se ti vai a vedere i dati degli approvvigionamenti del gas sono sempre aumentati, a partire da Berlusconi, poi anche con Prodi, Gentiloni e Renzi, che oggi cavalca politicamente queste vicende per attaccarci”.

Il caso Barr

E qui arriviamo alla seconda vicenda, quella delle visite a Roma del Procuratore Generale degli Usa William Barr tra agosto e settembre 2019 sotto l’amministrazione americana guidata da Donald Trump. Secondo alcuni documenti rivelati da Repubblica, Barr cercava prove di un presunto coinvolgimento dei servizi italiani e del premier Renzi in un altrettanto presunto complotto dei democratici Usa per impedire l’elezione del tycoon repubblicano nel 2016.

“Il punto politico che affronteremo nel Copasir sarà più questo delle visite in Italia di Barr e del filone italiano del Russiagate, ma non è un punto politico per noi, perché Conte ha già riferito e ha già spiegato i contorni di questa vicenda, piuttosto è un punto per Italia Viva, che da ieri è partita compatta all’attacco su questa cosa”, spiega Dieni a true-news.it.

Prima Renzi e poi Conte

La componente del comitato riferisce le condizioni della delegazione del M5s: “Noi poniamo come condizione che su Barr venga ascoltato prima Renzi e poi di nuovo Conte, che non si rifiuterà di essere audito di nuovo”.

Dieni ricorda che l’audizione del leader di Italia Viva era stata calendarizzata ma non ha ancora avuto luogo: “Noi dovevamo sentire Renzi, anche su altre questioni come l’Arabia Saudita, ma poi è caduto il governo Conte e le cose sono andate per le lunghe, adesso mi auguro che Renzi si faccia ascoltare, perché l’unico organo in cui si possono chiarire queste vicende è il Copasir, di certo non la televisione e gli studi dei talk show”.

Allora pensate che Renzi si farà “interrogare” il prima possibile? “Noi come M5s lo speriamo, anche perché davanti al Copasir si ha l’obbligo di dire la verità, ma non sono sicura fino in fondo che Renzi si presenti e che lo faccia prima di Conte come noi chiediamo”.