Il segretario del Pd Enrico Letta tuona: “Approveremo cittadinanza e legge Zan entro la legislatura”. Sarà. Ma la storia del Ddl Zan è quella di un “vorrei ma non posso”. Slitta (ancora) la discussione sulla misura simbolo della lotta alle discriminazioni di genere che ha scaldato il dibattito politico primaverile ed estivo mentre nel mondo succedeva di tutto. Questa volta a dopo le elezioni comunali del 3-4 ottobre e poi agli eventuali secondi turni per il ballottaggio dei sindaci.

Troppo rischioso spaccare il centrosinistra – in vantaggio, pare, sulle amministrative almeno in alcune grandi città – lungo la strada del contrasto all’omotransfobia.
Ddl Zan, nuovo rinvio. Cirinnà: “Prima l’economia e il Pnrr”
Credo sia giusto in questo caso fare un passo di lato anche da parte di senatori, come me, che sono impegnati a tempo pieno sullo Zan”. “Ma come – infierisce Ignazio La Russa – il Ddl Zan non era una priorità per la sinistra?”. Economia uno, diritti zero. E palla al centro.
I franchi tiratori nel centrosinistra
Il bersaglio è chiaro. Matteo Renzi e Italia Viva che “con i suoi cedimenti alla destra sta ostacolando l’approvazione del testo, sottraendo i suoi voti in piena contraddizione con quanto fatto alla Camera” ha attacco il 9 settembre la responsabile Diritti del Partito democratico che ha dato il nome alla legge sulle Unioni civili. Ma le imboscate, a onor del vero, si sono moltiplicate di intensità e da più direzioni dentro agli stessi dem.
A fine agosto è stato il turno del governatore campano Vincenzo De Luca, nelle stesse ore in cui il Presidente della Puglia, Michele Emiliano, si lanciava in elogi sperticati verso il leader della Lega, Matteo Salvini.
Salvini: “Letta sa di non avere i numeri”
“Il Pd più che un partito è un condominio in cui ciascuno sta nel proprio appartamento senza neppure interagire col vicino di casa – dice la politologa Nadia Urbinati -. Il segretario è un amministratore che i condomini incontrano raramente (spesso spedendo un delegato) e quando questo succede è perché ci sono problemi”.
Ddl Zan dopo le elezioni comunali
“Un rischio che non voglio correre – aggiunge -. Finirebbe per esserci un confronto mosso da ragioni diverse, slegate dal merito del testo. Mentre dopo la campagna elettorale ognuno potrà lavorare in modo più ragionevole”.