Home Politics Click day e numeri chiusi: la ricetta perfetta per alimentare i corporativismi italiani

Click day e numeri chiusi: la ricetta perfetta per alimentare i corporativismi italiani

Click day e numeri chiusi: la ricetta perfetta per alimentare i corporativismi italiani

I click day funzionano? No. E’ un metodo disfunzionale ed inefficace. Che premia quelli che io definisco i ‘pistoleros'”. True News ha raccolto il commento di Carlo Alberto Carnevale Maffè, professore presso lo SDA Bocconi School of Management di Milano, sulla giornata campale di lunedì 4 dicembre, che ha visto un esercito di 86.074 colf e badanti cercare di ottenere uno dei 9.500 posti per l’ingresso in Italia. Una sorta di lotteria, quella prevista dal decreto flussi 2023, che premierà dunque solo una richiesta su nove. Non su base meritocratica ma secondo la logica del “chi prima arriva meglio alloggia”.

L’esercito di 86mila badanti in lista d’attesa

Erano anni che molti attendevano una finestra per nuovi ingressi riservati ai lavoratori non comunitari nel settore domestico. Di fatto, soprattutto un modo per regolarizzare situazioni già esistenti. La scheda del decreto riporta la possibilità di ingresso a “lavoratori subordinati non stagionali nel settore dell’assistenza familiare e socio-sanitaria: 9.500 unità nel 2023, 9.500 unità nel 2024 e 9.500 unità nel 2025”. Ma il decreto prevede complessivamente l’arrivo di 136mila lavoratori non comunitari: sabato scorso è già scattato il click day per i lavoratori non stagionali, il 12 dicembre sarà la volta degli stagionali. Con tempo teoricamente sino al 31 dicembre per presentare le domande. Ma tanto la lista d’attesa sopravanza già da ora di gran lunga il numero di posti realmente disponibili.

Carnevale Maffè: “Non si può affidare a un click day un tema così critico”

Un sistema che Carnevale Maffè trova dunque decisamente poco adeguato: “Non stiamo parlando di un servizio pubblico neutrale o, per assurdo, di un concorso per partecipare ad un convegno con il presidente della Repubblica. Non può essere affidato ad un click day un tema di welfare così critico e che impatta in tal modo sulla vita dei cittadini. Servirebbe creare occasioni meglio pianificate e più coerenti con gli obiettivi”.

Il click day e le proteste di Assindatcolf

Anche perchè, come ciliegina sulla torta, la giornata di ieri ha visto il portale per la presentazione delle domande andare in tilt già prima delle 9, orario di inizio previsto. Come riporta il Sole 24Ore, il presidente di Assindatcolf Andrea Zini ha protestato sin da subito. “Il Click Day di questa mattina ha confermato tutti i limiti del passato, anche dal punto di vista informatico. Ora – ha proseguito Zini – siamo preoccupati soprattutto per le tempistiche. Che fine faranno le oltre 76mila domande in over booking? Il nostro auspicio è che possano ottenere una corsia preferenziale in vista del prossimo Click Day, che sarà tra due mesi, il 7 febbraio 2024. Il rischio è che il Ministero non invii una risposta circa l’accoglimento dell’istanza in tempo. Costringendo le famiglie a presentarne una nuova, magari inutilmente e con maggiori difficoltà, rimanendo nuovamente deluse. Per questo chiediamo al Governo e al Ministero procedure e tempi certi. Ma anche un allargamento delle quote per il settore domestico, che sono assolutamente insufficienti a soddisfare il fabbisogno”.

Italia: un Paese di click day, numeri chiusi e corporativismi

Dietro alle 86.074 domande di regolarizzazione di badanti ci sono altrettante famiglie. Con i loro bisogni di assistenza nei confronti di una persona cara. E la loro volontà di stabilizzare i rapporti con chi presta loro le cure. Il Candido di Voltaire sarebbe portato a domandarsi: e allora per quale motivo non si da la possibilità di accogliere tutte e 86.074 domande? Non azzardiamo una risposta. Ma l’impressione è che modalità disfunzionali come il click day siano una faccia della stessa medaglia che dall’altro lato porta al mantenimento del numero chiuso per l’accesso a determinate facoltà e quindi a determinate professioni. Una consuetudine che in tanti prima di Meloni hanno cercato di smantellare, senza mai riuscirci. Anche in questo caso, non azzardiamo conclusioni. Ma dove c’è una selezione all’ingresso c’è la possibilità di alimentare un sistema in cui c’è chi vince, c’è chi perde e chi si può avvantaggiare di questa dinamica. Qualcuno ha detto corporativismo?