Home Politics Berlusconi senza eredi, Forza Italia traballa: “L’esodo inizierà dai territori”

Berlusconi senza eredi, Forza Italia traballa: “L’esodo inizierà dai territori”

Marta Fascina eletta
Perché può interessarti questo articolo? La morte di Silvio Berlusconi apre inevitabilmente il problema sul futuro della sua creatura, Forza Italia. L’eredità politica è complicata, a meno che uno dei figli non si decida a seguire le orme del padre. Scenario poco plausibile. Ecco i retroscena a caldo, dopo la scomparsa dell’ex presidente del Consiglio.
E ora che succede? La domanda, appena passato il primo impatto di shock, è iniziata a circolare all’interno di Forza Italia, interrogandosi sul futuro che non sembra affatto roseo. La deputata e compagna di Silvio Berlusconi, Marta Fascina, sta compiendo il blitz decisivo per la riorganizzazione. Nello scorso fine settimana ci sarebbe stata la nomina dei super coordinatori territoriali, al nord Alessandro Sorte, al centro Alessandro Battilocchio, e al sud, Tullio Ferrante, calando il tris dei fedelissimi al vertice di una nuova struttura. Ma l’improvviso peggioramento delle condizioni dell’ex presidente del Consiglio hanno stoppato l’operazione, che adesso non si farà più. Senza il capo, nel partito si scatenerebbe una guerra interna.

Monarchia azzurra

Nessuno in realtà ha tanta voglia di parlare chiaramente delle prospettive: molti sono ancora avvolti da un sincero dolore per la morte di Berlusconi. Il problema, tuttavia, è destinato a porsi fin dalle prossime settimane, se non giorni, quando il partito dovrà darsi una nuova fisionomia per poter continuare, come ha garantito il coordinatore nazionale, Antonio Tajani: “Forza Italia continuerà a portare avanti le battaglie di Berlusconi”. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo la politica e un partito da plasmare.

E la sua leadership, regolamenti interni alla mano, non è supportata da una legittimazione: la struttura è stata sempre gestita da Berlusconi, qualsiasi sua decisione sovrastava qualsiasi cosa. “Forza Italia è stato sempre descritto come un partito di plastica, in realtà è un esempio di monarchia politica”, ammoniva un esponente degli azzurri in Transatlantico, nei giorni scorsi quando le condizioni di salute del fondatore non si erano ancora aggravate. E cosa succede nelle monarchie? “La discendenza avviene per linea ereditaria”.

Forza Italia e l’asse Fascina-Tajani

Insomma, detto fuor di metafora: tocca ai figli, su tutti la primogenita Marina Berlusconi, provare a raccoglierne l’eredità. Solo che lei ha sempre lasciato intendere di preferire la vita aziendale a quella politica. Allora l’ipotesi è quello di una reggenza Fascina-Tajani. La prima in virtù dell’aura di «moglie» che è stata vicina al leader fino all’ultimo minuto e il secondo nelle vesti di coordinatore nazionale, nominato proprio dall’ex premier. Difficilmente, però, l’ala che fa riferimento alla capogruppo al Senato, Licia Ronzulli, darà carta bianca all’operazione.

Ed eventualmente quanto durerà la diarchia Fascina-Tajani? Il punto resta sempre lo stesso: nessuno, se non qualcuno di cognome Berlusconi, ha il carisma e l’ascendente per imporre la propria linea. “I ministri di Forza Italia andranno sempre di più verso Fratelli d’Italia, così come nella scorsa legislatura i ministri (Renato Brunetta, Mara Carfagna e Mariastella Gelmini) si erano avvicinati a Mario Draghi. Era una dinamica già in atto”, spiega un parlamentare azzurro. “Quindi all’interno del governo non ci sarà alcun aumento della tensione, anzi”, è il ragionamento consegnato a True-news.

Esodi e i voti postumi di Berlusconi

C’è poi tutto il corpaccione di Forza Italia che dovrà decidere cosa fare. “L’esodo, vedrete, inizierà prima sui territori, pian piano c’è chi passerà alla Lega, soprattutto al Nord, chi a Fratelli d’Italia, un po’ ovunque, e qualcun altro cercherà di ricollocarsi nel Terzo Polo, se davvero il progetto dovesse perdere quota”, è la previsione fatta da un esponente di centrodestra di estrazione moderata. L’analisi più in voga è quindi quella della dissoluzione.

Anche se in fondo c’è chi manifesta una speranza: alle Europee ci sarà l’onda lunga dell’affetto verso il leader scomparso, quasi come un riconoscimento postumo da parte del suo popolo. Con Berlusconi che riesce a prendere i voti anche da morto.