Home Politics Azione, Pastorella: “Aperti ai transfughi del Pd e Iv, ma niente campo largo”

Azione, Pastorella: “Aperti ai transfughi del Pd e Iv, ma niente campo largo”

Azione, Pastorella: centristi "Aperti ai transfughi del Pd, ma niente Campo Largo"

Perché leggere questo articolo? True-news.it ha intervistato Giulia Pastorella. La vicepresidente di Azione ha ribadito la posizione di equidistanza del partito dalla destra di governo e dalla sinistra di opposizione. Questo non sta impedendo ad Azione di accogliere alcuni transfughi dal Pd, scontenti della segreteria Schlein. Il partito di Calenda, separato in casa con Renzi, guarda alle Europee del 2024. E si attendono sorprese.

“Centrali, non centristi”. Si può riassumere così l’orientamento di Azione, secondo la sua vicepresidente Giulia Pastorella. Sono tempi di grosso sommovimenti nel panorama politico. Il centrodestra è sempre più cannibalizzato da Fratelli d’Italia. Mentre a sinistra, il nuovo corso Schlein sta generando malumori. Poi c’è l’affollato piccolo Centro, con tanti partiti e pochi voti. Tutti scenari che posso portare vantaggio ad Azione, che sta ingrossando le fila coi transfughi di altri partiti. Dopo i dirigenti locali del Pd ligure e alcuni scontenti di Italia Viva, in Azione si attendono sorprese nei prossimi giorni.

Onorevole Pastorella, in questi giorni Azione è protagonista nel “mercato della politica”. Tra ex Pd scontenti di Schlein, transfughi di Italia Viva e paracadutati di Forza Italia, siete pronti ad accoglierli tutti?

Chiunque è il benvenuto in Azione, a patto che rispetti il nostro statuto. Siamo contro il bipolarismo e il bipopulismo, contano le idee. Le porte sono aperte per chi arriva, da destra o da sinistra, se approva e rispetta i valori fondanti del nostro partito. All’interno di Azione convivono forze popolari, liberali e riformiste. Un ampio spettro di sensibilità, che riesce ad essere coerente. E per questo attraente.

La nuova segreteria Schlein è in linea con la proposta politica di Azione?

Non tutto, altrimenti saremmo un partito unico col Pd. Da loro ci differenziamo nella linea della politica estera: noi appoggiamo l’Ucraina, senza se e senza ma. Abbiamo visioni distanti sui alcuni dossier economici; mentre su altri – come il salario minimo – abbiamo punti di contatto. Ma non siamo sovrapponibili.

Eppure, la stampa in questi giorni continua a parlare di un patto progressista. Azione può essere l’ago della bilancia per rimettere in piedi il “campo largo” con Pd e Movimento 5 stelle?

Assolutamente no, questo lo posso negare e nemmeno auspicare. La nostra distanza è siderale dal M5s. Azione come partito è nato proprio in opposizione al metodo e alle idee dei 5 stelle. Dialoghiamo invece con chi ha delle idee interessanti, siano esse di destra o di sinistra. Azione può essere l’ago della bilancia nel saper cogliere spingere per le idee giuste, sia con l’opposizione che con la maggioranza.

Con la maggioranza avete trovato qualche punto di contatto, come giudicate il primo anno al governo di Meloni?

Ci sono state tante iniziative di bandiera a cui ha fatto seguito una pioggia di reati. La nostra idea di giustizia rimane anni luce lontana dal giustizialismo del Movimento, mentre era vicina a quella di Nordio della prima ora. Ma l’orientamento del governo di questi ultimi tempi non ci sta piacendo. Al contrario, Azione approva la continuità con il governo Draghi e l’attenzione alla spesa. Di contro, però, non possiamo che essere preoccupati dall’incapacità di mettere a terra il Pnrr. Per non parlare degli scivoloni su autonomia e Province, temi importantissimi su cui si continua a buttare la palla in tribuna. In sintesi, è un giudizio molto tiepido: fermamente all’opposizione.

Sulla Sanità sembra che abbiate trovato un terreno comune col governo.

La Sanità è un aspetto fondamentale per Azione. Anche il governo si sta dimostrando sensibile a questo tema, e disponibile alla nostra proposta. Che è molto semplice: un’iniezione di denaro pubblico – perché essere liberali non significa non sostenere la spesa pubblica, laddove è necessaria – per garantire stipendi dignitosi ai dipendenti della sanità. Parliamo di 8 miliardi. Altri 2 miliardi – per un totale di 10 – servono a dare vita a un’integrazione tra pubblico e privato per fornire prestazioni sanitarie. Questo non significa finanziare il privato coi soldi pubblici, ma fornire prestazioni essenziali, come screening e prevenzioni. Si tratta di mettere il paziente al centro: se il pubblico non è in grado, il privato può sopperire.

Pensa che il governo sia in grado di supportare questo intervento da 10 miliardi?

Il mio detto preferito è “volere e potere”.  La speranza è che il governo non faccia come nella manovra dello scorso dicembre, quando nella Legge di bilancio venne inserito di tutto (comprese le squadre di Serie A). Ma che si trovi il coraggio di mettere al centro la Sanità, che è fondamentale.

In conclusione: vi sentite più vicini al governo o all’opposizione?

La politica non è sentirsi vicini, è condivisione di idee per fare in modo che le cose accadano. Senza bandierine, ci sono idee che condividiamo con il Partito democratico e ci sono idee che condividiamo con i partiti del centrodestra.

E’ rimasto qualche punto in comune anche con Renzi?

Sicuramente qualcosa in comune, a livello di idee, è rimasto. Al momento, i gruppi parlamentari di Azione e di Italia Viva continuano a lavorare insieme. Poi, per il futuro si vedrà.

Senza andare troppo lontano, alle Europee del prossimo anno c’è la possibilità che Azione e Italia Viva tornino insieme? Se lo auspica?

Non è questione di auspici, occorre vedere quali saranno le circostanze, le proposte e anche gli alleati. In base a quello si potrà giudicare quello che si vuole ottenere. Non tanto in termini numerici, ma programmatici. L’idea di Centro di Renzi, come equidistante da destra e sinistra, a noi di Azione convince poco. Per noi è fondamentale essere centrali, più che centristi.

La proposta politica di +Europa può essere più nelle vostre corde?

Parlo a titolo puramente personale, provenendo io da +Europa, li considero il nostro alleato ideale. E’ chiaro poi che nel passato ci sono state delle divergenze, non tanto sulle idee quanto sulla strategia politica. Il dialogo è aperto con +Europa, e io vorrei stringerlo ancora di più.

E’ fiduciosa per le Europee: pensa che Azione sia in grado di superare la soglia di sbarramento del 4%?

Sono piuttosto fiduciosa, perché quotidianamente avverto l’attrattività di Azione. Sia tra la gente comune che per il ceto politico. Ne abbiamo avuto un ulteriore assaggio in questi giorni, con l’arrivo in Azione del gruppo locale del Pd in Liguria e con l’approdo da Italia Viva dell’ex ministra Elena Bonetti. Anche nei prossimi giorni ne arriveranno altri.

Qualche altro deputato in arrivo?

Non voglio fare spoiler, ma ci saranno sorprese.