Home Politics Autovelox, scontro tra aziende e governo: “Senza decreto sulle omologazioni il sistema si ferma”

Autovelox, scontro tra aziende e governo: “Senza decreto sulle omologazioni il sistema si ferma”

Autovelox, scontro tra aziende e governo: “Senza decreto sulle omologazioni il sistema si ferma”

Il mercato degli autovelox è paralizzato: dopo le ultime pronunce della Cassazione, che hanno reso nulle le multe elevate con dispositivi non omologati, i Comuni stanno spegnendo centinaia di impianti in tutta Italia. L’incertezza normativa ha congelato anche gli ordini e i contratti di manutenzione, lasciando le imprese del settore senza prospettive. Tra queste, la Ci.ti.esse srl di Como, storica società attiva da oltre quarant’anni nella produzione e gestione di sistemi per il controllo della velocità, che ha deciso di passare alle vie legali contro il governo.

La diffida: “Entro 30 giorni il decreto o sarà causa civile”

Assistita dallo studio legale Didona & Partners, Ci.ti.esse ha inviato una diffida formale ai ministeri delle Infrastrutture e delle Imprese e del Made in Italy. L’azienda chiede di emanare entro trenta giorni il decreto ministeriale previsto dall’articolo 192 del Codice della Strada, indispensabile per rendere possibile l’omologazione dei dispositivi. Nel documento, l’azienda quantifica i danni derivanti dall’immobilismo in oltre 600mila euro. “La mancanza di regole certe – spiegano i legali – ha azzerato le vendite e rallentato le attività di assistenza e verifica periodica”. Il nodo è tutto nell’articolo 192 del Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice della Strada, che stabilisce i criteri tecnici per l’omologazione dei prototipi di autovelox. Da anni il decreto che dovrebbe definire questi requisiti non è mai stato emanato.

Le recenti ordinanze della Cassazione, l’ultima del 2025, hanno chiarito che senza quel decreto le rilevazioni non possono essere considerate valide. Una posizione che ha aperto la strada a una valanga di ricorsi e spinto molti enti locali a sospendere l’uso dei velox per evitare contenziosi.

“I Comuni ci accusano di aver fornito impianti non regolari”

L’effetto per le aziende è stato devastante. Non solo contratti sospesi, ma anche danni reputazionali: alcuni clienti avrebbero contestato a Ci.ti.esse di aver ricevuto dispositivi non conformi. “In realtà – spiega l’avvocato Pasquale Didona – la responsabilità è istituzionale. È mancato il decreto che definisce come i dispositivi debbano essere approvati e omologati”.

Al centro della disputa c’è la differenza tra “approvazione” e “omologazione”. Il ministero dei Trasporti, nel frattempo, ha continuato ad approvare nuovi prototipi di autovelox, sostenendo che l’approvazione valga come omologazione. Ma la Cassazione, con più sentenze, ha escluso questa equiparazione: senza il decreto ministeriale, le multe restano contestabili.

“Serve una legge chiara o il settore collassa”

Come riportato da Il Mattino, Ci.ti.esse parla di “negligenza istituzionale” e di un intero comparto lasciato senza riferimenti normativi. La società ha chiesto un intervento urgente per ripristinare certezze operative e tutelare anche i Comuni, molti dei quali si ritrovano con impianti spenti e senza entrate. “Non si può governare con le circolari – conclude Didona –. Serve una norma chiara e definitiva. Se non arriverà, andremo avanti con la causa civile”.