Home Pharma Liste d’attesa, Schillaci: “Lavoriamo a più assunzioni per ridurle”

Liste d’attesa, Schillaci: “Lavoriamo a più assunzioni per ridurle”

Orazio Schillaci vita privata

Carenza di personale sanitario, liste di attesa, l’evoluzione verso l’autonomia differenziata delle Regioni. Questi alcuni dei temi discussi dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, in una recente intervista a La Stampa.

Il problema delle lunghe liste di attesa in sanità, spesso attribuito alla carenza di personale, potrebbe trovare una soluzione nelle prossime mosse del governo. Schillaci ha rivelato che è in corso l’abrogazione del tetto di spesa che limita le assunzioni nel settore, un ostacolo che le Regioni potranno superare grazie a nuove risorse e strumenti forniti dallo Stato: alcune sono già attive nel reclutamento di personale dove la carenza è più sentita. Tuttavia, il ministro ha sottolineato che non tutte le inefficienze sono dovute a mancanza di personale, indicando che in alcune realtà, nonostante il personale limitato, i ritardi nelle prestazioni non si verificano.

Sul fronte dell’autonomia differenziata, tema di acceso dibattito, Schillaci vede nel ddl Calderoli un’opportunità per migliorare l’efficienza delle Regioni meno performanti, mirando a un’equità e omogeneità dei servizi su tutto il territorio nazionale. In merito alle preoccupazioni che le regioni più ricche possano aumentare il divario rispetto a quelle più povere trattenendo parte del gettito fiscale, Schillaci ha dichiarato che i livelli essenziali di assistenza (Lea) sono finanziati uniformemente in tutta Italia, nel tentativo di smorzare i timori di future disparità tra regioni.

Un altro punto focale dell’intervista è stata la responsabilità sanitaria, in particolare dopo l’introduzione dello scudo penale per la colpa lieve. Schillaci ha evidenziato che il governo sta lavorando per estendere la protezione ai medici anche per le colpe gravi, pur garantendo che i cittadini mantengano il diritto a ottenere giustizia. La visione del Ministro è quella di allineare l’Italia alle normative di altri paesi con sistemi sanitari simili, spostandosi verso la depenalizzazione dell’atto medico, escluso il dolo, ma mantenendo la possibilità di risarcimento in sede civile.