Home Pharma Sanità Lombardia, come sarà? Via Agenzia Controllo e Cure Primarie in Asst. Rumors

Sanità Lombardia, come sarà? Via Agenzia Controllo e Cure Primarie in Asst. Rumors

Sanità Lombardia, come sarà? Via Agenzia Controllo e Cure Primarie in Asst. Rumors

Un Dipartimento di Cure Primarie nelle Asst. Più “centralismo” regionale della gestione della sanità. Ecco la direzione che sta prendendo la riforma della legge 23 secondo quanto può riferire True Pharma. Si va verso una piramide. Il vertice? Le Ats. La base? Le funzioni di controllo con l’abrogazione dell’Agenzia Controlli preposta e il trasferimento delle funzioni direttamente in capo a Regione Lombardia. In mezzo? Una filiera formata da Asst, Aziende Ospedaliere (AO), Distretti, Ospedali di Comunità (OdC), Centrali Operative Territoriali (Cot), Case della Comunità e Hospice. Questa la nuova “mappa” della sanità lombarda che tecnici e politici stanno disegnano nel percorso di revisione della cosiddetta “riforma Maroni”.

Sanità Lombardia, ecco tutte le novità

Più dei nomi e delle sigle – che cambiano alcune mentre altre rimangono immutate – è il dna del sistema a mutare. Dopo aver consultato varie fonti qualificate sul dossier, True Pharma pubblica in via schematica le principali novità e linee di indirizzo della riforma da completare entro l’anno.

ATS

Alle Agenzie Tutela della Salute, accantonata la possibilità di creare “l’Azienda Zero unica” sul modello veneto, si va comunque verso l’accentramento con l’aggiunta di una serie di funzioni: dalla “fornitura” di indirizzi in materia contabile alle Asst sulla base di stringenti indicazioni regionali, all’attuazione di politiche di investimento mirate sull’HTA (Health Technology Assessment) e in edilizia sanitaria e ospedaliera, fino al governo delle gare per gli approvvigionamenti logistici e informatici, l’acquisizione di personale con procedure accentare e il governo delle attività inerenti alla gestione del rischio clinico. Rimangono immutate invece le principali voci di “operatività” precedenti con la gestione dei flussi sanitari, le autorizzazioni e istruttorie per accreditamento, le attività in tema di sanità animale, igiene urbana e degli alimenti e la farmaceutica convenzionata.

ASST

La più grande trasformazione sembra coinvolgere le aziende socio sanitarie territoriali. Le principali novità? Ognuna dovrà avere all’interno un Dipartimento di Cure Primarie il cui principale scopo diventa quello di contrattualizzare i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta; diventa più stretto, quasi inedito, il rapporto con i Comuni ed enti locali nell’integrare l’attività sociosanitaria con quella dei servizi sociali e del welfare cittadino, anche attraverso la Conferenza dei Sindaci. Spinta all’Assistenza Domiciliare Integrata se ne necessario con strutture private già accreditate. Resta la suddivisione fra Polo Ospedaliero e Polo Territoriale e quest’ultimo afferiscono varie novità incluse quelle finanziate con i fondi del Recovery Plan: i Distretti, uno ogni 100mila abitanti tenendo conto della densità abitativa; le Case della Comunità, i Cot, i poliambulatori territoriali, le farmacie e la specialistica ambulatoriale. Rimane immutata la Medicina dello Sport e l’erogazione delle vaccinazioni a cui sommare la prevenzione con le profilassi per malattie infettive.

Aziende Ospedaliere

Un dipartimento di Emergenza di secondo livello all’interno. Almeno tre aree operative ad Alta Specialità. Una media di ricoveri in degenza ordinaria di pazienti residenti in altre regioni più elevata della media lombarda e un indice di complessità della casistica più elevato della media regionale. Quattro criteri. Sono i parametri che serviranno per essere definite Aziende Ospedaliere, oltre alla conformità ai parametri europei della rete “ERN”, le reti di riferimento europee per malattie rare e tumori rari.

Ospedali di Comunità

Uno per ogni Asst, sugli ospedali di comunità previsti dal Piano nazionale di riprese e resilienza, la palla passa allo Stato per la definizione: strutture a ricovero breve per interventi sanitari a bassa intensità, a metà fra territorio e ospedale, con gestione prevalentemente infermieristica e non più di 40 posti letto.

Tra le principali novità della riforma – ancora da dettagliare – c’è sicuramente l’abrogazione dell’Agenzia Controllo con compiti di programmazione e il trasferimento delle funzioni in capo a Regione e alla Direzione Generale Welfare. Rimangono in Ats le funzioni ispettivi dei Nuclei Operativi Controllo (Noc) per valutare qualità e appropriatezza di ospedalizzazioni ed erogazione delle prestazioni.