Home Pharma L’oblio oncologico è legge. Murelli (Lega): “Fine delle discriminazioni per i guariti dai tumori”

L’oblio oncologico è legge. Murelli (Lega): “Fine delle discriminazioni per i guariti dai tumori”

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Dall’accesso a un mutuo e a polizze assicurative, fino a un percorso di adozione di un figlio o di affidamento di un minore, passando per concorsi e lavoro. Sono alcuni degli ambiti in cui inciderà la legge sull’oblio oncologico, approvata lo scorso 3 agosto all‘unanimità alla Camera e infine al Senato il 6 dicembre scorso. Una legge che punta a porre fine alle discriminazioni e scatta dopo 5 anni per chi si è ammalato entro i 21 anni, dopo dieci negli altri casi e sempre in assenza di recidiva. Ne abbiamo parlato con la Senatrice Elena Murelli (Lega).

Che cosa sancisce la legge sull’oblio oncologico e perché è così importante?

«La legge sull’oblio oncologico restituisce dignità ai pazienti guariti di tumore. In Italia i malati oncologici sono circa 3,6 milioni di cui 1 milione di persone grazie alla scienza, alla ricerca, ai medici possono considerarsi guarite. Però, purtroppo, queste non avevano la possibilità di andare a sottoscrivere delle assicurazioni, dei servizi bancari come per esempio il mutuo, addirittura venivano bloccati nei concorsi pubblici oppure in fase di assunzione per alcuni lavori o purtroppo anche in caso di domanda di adozione di bambini. Questa legge è importante perché restituisce una nuova vita a queste persone, permettendogli, trascorsi dieci anni dalla fine delle cure, di essere considerati guariti e di non dover dichiarare che sono stati malati oncologici e che quindi hanno fatto delle cure. Per chi è stato ammalato prima dei 21 anni è sufficiente che ne siano passati cinque».

Come hanno reagito le associazioni che rappresentano i malati e i guariti all’approvazione della legge?

«Dobbiamo sottolineare che questa proposta di legge, che nasce alla Camera e noi al Senato l’abbiamo conclusa e approvata il 5 dicembre, nasce grazie all’ascolto e alla partecipazione delle associazioni dei pazienti. Sono loro che da anni ci hanno sottolineato queste problematiche che i guariti di tumore vivevano tutti i giorni. Questa legge era già stata presentata nella scorsa legislatura però non era stata portata avanti causa Covid. In questa legislatura è stata ripresentata da alcuni colleghi alla Camera e finalmente è diventata legge. Le associazioni e i pazienti hanno reagito assolutamente molto bene, ringraziandoci con comunicati stampa e non solo. Il 13 dicembre, tra l’altro, ho partecipato al Cancer Policy Forum dell’intergruppo “Salute, un bene da difendere” da cui è partita anche questa proposta di legge che comprende 46 associazioni di pazienti malati di vari tipi di tumore: tutti ci hanno ringraziati. Si tratta infatti di una proposta non di un partito, ma unanime, e questo è molto importante».

Come è stato lavorare a questo progetto con partiti che hanno posizioni piuttosto distanti su molti temi?

«Avevamo un fine: ridare dignità a questi pazienti e portare un risultato concreto a queste persone perché nei loro panni ci potremmo trovare noi. Quando si parla di Sanità, di cui mi occupo da questa legislatura, si trova un ampio consenso e spesso mi trovo d’accordo anche con colleghi e colleghe di altri schieramenti politici. Un altro esempio di proposta di legge votata all’unanimità è stata di recente quella sullo screening pediatrico per il diabete di tipo 1 e la celiachia perchè è importante investire nella prevenzione e nella salute».

Quali sono i prossimi passi sulla Sanità?

«Ce ne sono diversi. Le faccio un esempio: nella scorsa legge di bilancio, nel 2022, sono stati stanziati fondi per potenziare la rete delle cure palliative, però nel testo non sono state incluse le terapie del dolore. Abbiamo chiesto direttamente al Governo di intervenire tramite il maxi emendamento per sopperire a questa lacuna. Bisogna inoltre investire ulteriormente sugli screening oncologici, insistere sulle misure inerenti molte altre patologie, tra cui la celiachia. Su quest’ultimo tema, nel 2024 si dovrà andare avanti con l’iter in Commissione X al Senato di un mio disegno di legge. La celiachia è una patologia su cui mi sono confrontata con molte colleghe e colleghi di diversi partiti perché può riguardare tutti noi: possiamo avere amici, pazienti, parenti oppure anche qualche collega che è toccato da questa malattia. Ci sono delle problematiche di gestione dell’alimentazione e sociali che celiaco deve affrontare quotidianamente, bisogna fare formazione e informazione. Con questo disegno di legge, che spero venga approvato all’unanimità, con il nuovo anno si vuole correggere queste problematiche. Quando ho fatto la dichiarazione sull’oblio oncologico, inoltre, ho chiesto la calendarizzazione del disegno di legge in cui si chiede di far partecipare ai tavoli decisionali del ministero della Salute le associazioni dei pazienti. Questa è una proposta di legge non di Elena Murelli, ma presentata grazie al lavoro con l’Intergruppo “Salute, un bene da difendere” e sottoscritta da diversi colleghi di diversi partiti. Ho chiesto la calendarizzazione per poter arrivare all’approvazione, anche in questo caso all’unanimità, come risultato del dialogo continuo tra istituzioni e associazioni dei pazienti».