Home Pharma Transfer tecnologico e ricerca, Banfi (Galeazzi): “Mind, il cervello della Milano futura”

Transfer tecnologico e ricerca, Banfi (Galeazzi): “Mind, il cervello della Milano futura”

Transfer tecnologico e ricerca, Banfi (Galeazzi): “Mind, il cervello della Milano futura”

di Francesco Floris

Il progetto più interessante? Non ha dubbi Giuseppe Banfi: “La struttura di trasferimento tecnologico, che ha ricevuto il finanziamento governativo, dello Human Technopole”. Il direttore scientifico dell’IRCCS Istituto Ortopedico-Galeazzi parla a True Pharma del futuro di Milano. Un futuro scientifico, sanitario, di ricerca e perché no – urbanistico territoriale. Sarà “Mind” (Milan Innovation District, il nome che ha preso l’area Expo dopo l’Esposizione Universale) il “cervello” della Lombardia. Un “cervello” dove si fa ricerca, brevettazione, sviluppo. Da accompagnare con la nuova struttura di “trasferimento tecnologico” finanziata da Regione Lombardia e condivisa fra i quattro IRCCS pubblici lombardi: il Policlinico San Matteo, Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, l’Istituto Nazionale dei Tumori e l’Istituto Neurologico Besta – con gli ultimi due che hanno in cantiere il loro maxi progetto di edilizia ospedaliera su Milano-Sesto noto con il nome di “Città della Salute”. Ma cos’è il trasferimento tecnologico? “Di fatto è un incubatore di brevetti del futuro” spiega Banfi a True Pharma. “Ci sono tutte le condizioni per sviluppare su questo argomento un’eccellenza e anche se purtroppo l’insediarsi del Tribunale Europeo dei Brevetti sembra ormai una partita persa, la struttura condivisa fra gli Irccs pubblici aveva preannunciato la possibilità di stabilire la propria sede a Mind”. E se anche ciò non accadrà, intenso sarà il rapporto con quell’area. Operativamente si tratta di un’alleanza in cui il pubblico diventa perno di un meccanismo che attrae anche risorse e competenze private, con un coinvolgimento di primo piano del sistema economico e imprenditoriale. Le attività di ricerca, sviluppo e innovazione dovranno essere coerenti con la “Strategia di Specializzazione Intelligente” (S3) di Regione Lombardia, a partire dalle Scienze della Vita, da sempre fiore all’occhiello della Lombardia che è uno dei quattro distretti europei del settore.

Scienza e Università Statale

Alla luce di ciò, una rilevante importanza la assume lo spostamento sui terreni post Expo delle facoltà scientifiche dell’Università degli Studi di Milano dal quartiere di Città-Studi. Partita combattuta in città, sotto vari profili, ed è delle ultime ore una nuova presa di posizione sulla stampa del Rettore Elio Franzini. Ma per il direttore scientifico del Galeazzi e professore universitario l’arrivo delle facoltà di Medicina, Agraria, Fisica e Chimica “e dei loro interlocutori” come “le imprese che si insediano all’interno dell’area” può trasformare quel luogo nel “laboratorio” dove “presentare nuovi prodotti, sanitari e non solo, riuscire a portarli in clinica, con strutture dedicate che puntano alla ricerca, intercettando i flussi di investimenti esteri”. Cosa serve per farlo? Strutture dedicate al supporto regolatorio, altre ancora che aiutano le startup a immettere nel mercato un determinato prodotto.

Galeazzi, lo stato dei lavori

Tornando al Galeazzi, qual è lo stato di avanzamento dei lavori della struttura che oggi domina Milano nord nel quartiere Bruzzano? “Dal punto di vista edilizio i piani sono tutti realizzati e ora cominciano i lavori di realizzazione degli spazi interni” dice Banfi. Il Galeazzi è senza ombra di dubbio la struttura che meglio sta rispettando i tempi della road map sancita per la valorizzazione dell’area Mind. “Cercheremo di aprire il prima possibile il nuovo ospedale che significa mettere insieme la struttura a prevalenza specialistica sull’Ortopedia con il Clinico Sant’Ambrogio che apporterà nuove specialità e competenze in particolare quelle cardiologiche” così da fare del “nuovo ospedale una struttura generalista”. Generalista sì, ma non che non dimentichi la lezione del Covid.

Medicina digitale, lezione del Covid

Che per quanto riguarda la sanità è ormai dominata da due parole o espressioni: remotizzazione, medicina digitale e telemedicina da una parte. “Territorio” dall’altra a maggior ragione dopo la lezione che la pandemia ha imposto alla prima regione italiana. “Stiamo già lavorando sulla medicina digitale con attività in ambito di preparazione del paziente, nella fase pre-chirurgica e valutazione a distanza e ormai siamo pronti anche per le valutazioni post chirurigiche”. È in corso uno studio per valutare l’efficacia della cosiddetta tele riabilitazione. Esempio? “Gestione da remoto di ha subito un’operazione con protesi del ginocchio o dell’anca” spiega il professore, “siamo indirizzati verso questa frontiera perché sì è una lezione della pandemia, ma per noi che lavoriamo all’interno di Mind si tratta di uno dei progetti che condividiamo con altri attori: quello di studiare e migliorare i percorsi fisici del paziente verso le strutture”. Perché? “Fino a qualche mese fa vi erano attività che venivano svolte esclusivamente in modo fisico, con lo spostamento attivo o passivo del paziente. Ora potranno essere svolte a distanza e abbiamo già iniziato sia dal punto di vista della ricerca che della pratica”. Con diversi gradienti a seconda della specializzazione e dell’ambito di applicazione perché “ciò che vale per l’Ortopedia, vale ancora di più, per esempio, per la Dermatologia.

La “cittadella” dei Medical Device

Da ultimo l’iniziativa presentata il 20 gennaio con il nome di “Primary Site”. In collaborazione con Confindustria Dispositivi Medici e Lendlease, la multinazionale australiana di sviluppo immobiliare che ha in mano il masterplan per l’area Mind e ormai a Milano è penetrata anche a Rogoredo-Santa Giulia sulla partita olimpica, che secondo Banfi “servirà per aiutare le piccole imprese e le startup a portare il prodotto in clinica e a orientarsi nelle maglie del nuovo regolamento europeo sui dispositivi medici” approvato nel 2020. “È il primo esperimento in Italia – chiude il direttore scientifico del Galeazzi – con questa modalità con l’obiettivo di supportare una serie di imprese piccole e dinamiche all’interno del processo pre-clinico, sperimentale e poi in fase di monitoraggio una volta immesso il prodotto sul mercato”.