Home Pharma Dermatite atopica, Silvia Mariel Ferrucci: “Dopo 30 anni, abbiamo finalmente terapie mirate”

Dermatite atopica, Silvia Mariel Ferrucci: “Dopo 30 anni, abbiamo finalmente terapie mirate”

Dermatite atopica, Silvia Mariel Ferrucci: “Dopo 30 anni, abbiamo finalmente terapie mirate”

La dermatite atopica non si vede con grande evidenza. Ma a soffrirne sono moltissime persone: “L’incidenza in età adulta varia dall’1 al 10%, mentre in età pediatrica è superiore, siamo tra il dieci e il 20%. E quindi diciamo che può incidere ad ogni età. L’incidenza comunque è in aumento nei paesi industrializzati e c’è molta variabilità anche all’interno degli stessi paesi”.

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L’esperta Silvia Mariel Ferrucci: “Patologia dal forte impatto sulla vita”

A dirlo è Silvia Mariel Ferrucci, dermatologa e Dirigente medico presso Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico-Milano: “E’ una patologia infiammatoria che caratteristicamente ha un decorso cronico e recidivante. Nell’80% dei casi esordisce in età pediatrica, può persistere in età adulta. Può andare in remissione prima dell’adolescenza, per poi tornare in età adulta o può esordire in età adulta o anche nella terza età, dopo i 65 anni. È una patologia molto impegnativa, ha un forte impatto sulla qualità di vita del paziente perché si caratterizza per un andamento cronico recidivante che determina la ricomparsa di lesioni e soprattutto del prurito”.

E’ una malattia che influenza negativamente la vita di chi ne soffre: il prurito non da tregua. Non va via di notte, perciò si dorme male.
“Il 91% dei pazienti – aggiunge Ferrucci – ha questo prurito impegnativo, presente quasi tutti i giorni, per gran parte della giornata”. “Ha un carattere familiare. Possiamo dire che, se entrambi i genitori hanno la dermatite atopica o hanno una patologia associata alla dermatite atopica, come può essere la rinite, l’asma bronchiale allergica, l’allergia alimentare, la poliposi nasale o altro, ha maggiori possibilità di sviluppare la dermatite atopica. In questo caso, il 70 e 80% dei figli ha possibilità di svilupparla. Se invece solo uno dei genitori è affetto, la possibilità si riduce al 40%“.

I tre fattori scatenanti e il ruolo dell’ambiente

La dermatite atopica può avere differenti manifestazioni in un paziente nei diversi momenti della sua vita, come spiega la dottoressa Ferrucci: ” Quando l’estensione è importante o coinvolge delle aree sensibili, chiamate così perché sono aree esposte ad esempio il collo, ma anche i genitali o le mani. Le mani sono veramente invalidanti quando vengono interessate dalla dermatite atopica. In questo caso diventa una forma più moderata, grave, che richiede una terapia un pochino più impegnativa. Ricordiamo che la dermatite atopica dipende fondamentalmente da tre fattori. Abbiamo da una parte una barriera cutanea che non funziona come dovrebbe. Ci sono fattori genetici che incidono in questa formazione, diciamo non ottimale, e la barriera cutanea, una barriera inefficace, permette sia la perdita di acqua attraverso la cute che diventa più secca”. Acheni, allergeni e microrganismi non sempre vanno d’accordo con il sistema immunitario. “Così può scatenarsi un’infiammazione di tipo due che penetra anche sotto la cute. L’ambiente circostante è decisivo: “Se molto caldo e umido o molto secco e ventoso, otrebbe anche giocare contro il paziente con la dermatita atopica, Il mare è l’ambiente ideale per il paziente”.

Le nuove terapie

Ma come agire contro la dermatite atopica? Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi importanti: “Una migliore conoscenza dell’eziopatogenesi, ovvero la causa della dermatite atopica ha portato allo sviluppo di nuove molecole e nuove terapie. Terapie mirate. Cioè cerchiamo di controllare le infiammazioni, andiamo a controllare quella infiammazione che è alla base della dermatite atopica. Si sono sviluppate, quindi, queste molecole, chiamate anticorpi monoclonali, che vanno ad agire in maniera mirata su interleuchine specifiche ( proteine secrete da cellule del sistema immunitario, ndr). Queste sono le novità dopo 30 anni, trent’anni in cui avevamo solo gli immunosoppressori”.
Farmaci che indebolivano il paziente. Mentre ora i nuovi farmaci intervengono in maniera più precisa. Ma non bisogna trascurare la cura della pelle: “Detersione delicata con i saponi oleosi piuttosto che i saponi che fanno molta schiuma, c he possono aggredire la barriera cutanea. Una crema idratante va applicata poi tutti i giorni”. Per le forme lievi la cura della pelle è fondamentale per prevenire forme più gravi.

Le novità per i bambini

Per i bambini sono stati approvati nuovi farmaci ma, per quanto riguarda i neonati, aggiunge l’esperta – “ci sono delle ricerche in corso per cui non abbiamo ancora l’approvazione”.