Home Pharma Claudio Mencacci: “Attenzione agli psicofarmaci presi senza diagnosi”

Claudio Mencacci: “Attenzione agli psicofarmaci presi senza diagnosi”

Claudio Mencacci: “Attenzione agli psicofarmaci presi senza diagnosi”

Quello a cui abbiamo assistito è stata una vera e propria emergenza di salute mentale. I numeri riguardanti la depressione e l’ansia si sono quadruplicati insieme a una serie di disturbi, in particolare nei tre cluster degli adolescenti, dei giovani adulti e delle donne anziane“.

Il quadro delineato da Claudio Mencacci, Presidente della Società Italiana di Neuropsicofarmacologia, durante la terza edizione del concorso artistico People In Mind, organizzato da Lundebeck Italia, non è certo roseo.

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Mencacci: “Il fai da te è la cosa peggiore che possa accadere”

Ma, grazie alle cure farmacologiche, si sta cercando di contrastare la sindemia della salute mentale. “Il consumo di psicofarmaci – spiega Mencacci – s oprattutto per i disturbi depressivi da ansia e disturbi del sonno, è sicuramente aumentato. È cresciuto, soprattutto nel tema del sonno, di oltre un 10%. Il tema è che queste prescrizioni devono essere all’interno di una specifica diagnosi e trattamento. Il fai da te è la cosa peggiore che possa accadere“.

“Ricerca possibile se si hanno investimenti”

Nel frattempo, la ricerca su nuovi principi attivi in favore del benessere mentale non si arresta. Ancora Mencacci: “Finalmente la ricerca ha trovato un ulteriore risveglio dopo alcuni anni e, soprattutto nell’area dei disturbi depressivi, vi è un grande arrivo di nuove molecole promettenti. Vi sono anche molecole promettenti nell’ambito del decadimento cognitivo e nel trattamento anche delle psicosi. È indispensabile la ricerca, ma la ricerca è possibile se le persone hanno una specifica sensibilità e se il nostro Paese inizierà a investire in salute mentale. Vorremmo che l’attenzione delle istituzioni fosse alla pari di quello che accade negli altri paesi dove il finanziamento per la salute mentale è pari al 10% del servizio sanitario nazionale. In Italia siamo al 3%. Mi sembra un gap più che significativo”.