Home Pharma Chiesi entra nelle malattie rare: operazione di 1,48 miliardi per l’acquisto di Amryt

Chiesi entra nelle malattie rare: operazione di 1,48 miliardi per l’acquisto di Amryt

Chiesi entra nelle malattie rare: operazione di 1,48 miliardi per l’acquisto di Amryt

Maxi operazione nel mondo pharma. Chiesi Farmaceutici ha raggiunto l’accordo per acquisire Amryt Pharma per un valore complessivo di 1,48 miliardi di dollari. L’operazione è stata approvata all’unanimità dai cda di Chiesi e Amryt, la chiusura ufficiale è attesa ntro la fine della prima metà del 2023.

Amyrt Pharma, di cosa si occupa

Il gruppo biofarmaceutico irlandese quotato al Nasdaq è specializzato nello sviluppo e nella commercializzazione di nuovi trattamenti per le malattie rare. Gli azionisti di Amryt riceveranno 14,50 dollari per Ads (rappresentativo di 5 azioni della società) – pari a 1,25 miliardi di dollari – oltre a “contingent Value rights” (Cvr) fino a ulteriori 2,50 dollari (in totale circa 225 milioni di dollari) se saranno raggiunti determinati obiettivi di approvazione del Filsuvez da parte dell’americana Fda.

Amyrt, entrate per 188,8 mln nel primi nove mesi del 2022

Amryt ha registrato entrate per 188,8 milioni di dollari nei primi nove mesi dello scorso anno, riaffermando la sua previsione di ricavi compresi tra 260 e 270 milioni di dollari per l’intero 2022.

Marco Vecchia (ad Chiesi): “Stiamo ulteriormente espandendo il nostro impegno nei confronti delle persone affette da malattie rare”

“Con questa operazione, stiamo ulteriormente espandendo il nostro impegno nei confronti delle persone affette da malattie rare, la maggior parte delle quali non ha ancora cure o cure approvate. Questa aggiunta del portafoglio Amryt, così come la loro esperienza, ci aiuterà nel nostro viaggio per portare farmaci ai pazienti, non importa quanto rara possa essere la loro condizione. Amryt ha costantemente portato prodotti innovativi in nuovi mercati e, aggiungendoli al portafoglio Chiesi, speriamo di renderli disponibili a un numero ancora maggiore di pazienti che potrebbero averne bisogno”, commenta Marco Vecchia, amministratore delegato del Gruppo Chiesi.