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Agenas, Coscioni sospeso dalla presidenza

Agenas mobilità sanitaria

Enrico Coscioni è stato sospeso da presidente di Agenas. La richiesta, avanzata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, è stata accolta dal Consiglio dei ministri del 30 aprile, durante il quale è stata sottolineata l’importanza di non avere ombre o sospetti su chi ricopre un ruolo così rilevante in un ente pubblico di grande importanza come appunto l’Agenas. La decisione è stata influenzata anche dal parere favorevole dell’Avvocatura Generale dello Stato, che ha evidenziato una potenziale inopportunità della prosecuzione dell’incarico di Coscioni data la gravità delle accuse a suo carico.

La vicenda ha sollevato un notevole dibattito politico e mediatico. Coscioni, che è anche primario dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno e direttore del Dipartimento di Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria, è stato oggetto di una misura cautelare interdittiva, con il divieto di esercizio della professione medica per un anno, a seguito del decesso di un paziente causato da una garza dimenticata durante un intervento chirurgico.

Diverse voci politiche di centrodestra, tra cui il senatore Antonio Iannone e la deputata Imma Vietri di Fratelli d’Italia, hanno accolto con favore questa sospensione. Anche il consigliere regionale della Campania in quota Lega, Aurelio Tommasetti, ha espresso preoccupazione per l’integrità del sistema sanitario, sottolineando che la reputazione dell’Università di Salerno potrebbe essere compromessa dall’associazione con figure coinvolte in scandali di malasanità.

Per il vicepresidente di Noi Moderati alla Camera dei deputati, Pino Bicchielli, “le accuse erano troppo gravi per permettere al fedelissimo di Vincenzo De Luca di restare a capo di un ente così importante; il nostro plauso al ministro Schillaci e al premier Giorgia Meloni per aver firmato il provvedimento. Attendiamo il riesame, certi di aver intrapreso ancora una volta la strada del buon governo, a tutela della sanità pubblica e del diritto alla salute di ciascun cittadino”. Di fuoco la replica del presidente della Campania: “La considero un’ennesima prova di arroganza del potere e di violazione delle regole elementari della civiltà democratica”