Home Future Transizione ecologica, il successo del Pnrr passa dal coinvolgimento dei territori

Transizione ecologica, il successo del Pnrr passa dal coinvolgimento dei territori

Transizione ecologica, il successo del Pnrr passa dal coinvolgimento dei territori

“Se si vuole mettere a terra il PNRR ignorando i territori, auguriamo al ministro buona fortuna. Ma credo che così facendo il rischio che si trasformi in grande flop sia molto alto”. È quanto ha affermato l’Assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia Raffaele Cattaneo intervenendo all’edizione invernale di Direzione Nord, l’evento fondato dal presidente degli Amici delle Stelline Fabio Massa, organizzato da True-News.it e Inrete, in collaborazione con Fondazione The Bridge.

Cattaneo: “Regioni finora sostanzialmente ignorate”

“Le Regioni finora sono state sostanzialmente ignorate nella decisione della messa a terra delle risorse del PNRR, in particolare per quel che concerne la missione 2 ‘Rivoluzione verde e transizione ecologica’; in questo ambito tutti gli interventi sono gestiti in maniera verticistica dal ministero. Ma sono scettico che il ministero abbia la capacità di governare da Roma interventi di questo tipo. Il piano va messo a terra, spendendo 100 milioni di euro al giorno per i prossimi 3-4 anni. O c’è una progettualità diffusa sul territorio o è impossibile”, ha aggiunto l’Assessore intervenuto all’incontro dal titolo ‘PROGETTARE RADICALMENTE’ in cui si è confrontato con Alessio Torelli, Managing Director Snam4Mobility, Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading Gruppo A2A, Riccardo Bonini, Presidente CdA Covercare, Bruno Bella, Fondatore Vibeco.

Dal Pnrr 60 miliardi per la transizione ecologica

La missione 2 del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza destina quasi 60 miliardi di euro alla transizione ecologica e prevede una gamma di interventi molto ampia: il perseguimento della sostenibilità ambientale, per esempio attraverso un miglioramento nella gestione dei rifiuti; l’efficientamento energetico degli edifici; la tutele del territorio per contrastare i cambiamenti climatici; la progressiva decarbonizzazione con un’adozione sempre più importante di soluzioni basate sull’idrogeno.

Su quest’ultimo aspetto la Lombardia si è mossa da tempo. Sono operativi i progetti di due hydrogen valley, una in Val Camonica, che potrebbero portare entro il 2026 a convertire a idrogeno la linea ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo, e una intorno a Malpensa. Ma molte altre iniziative sono già in corso.

Torelli (Snam4Mobiity): “Investimenti nelle infrastrutture per la mobilità sostenibile”

“Siamo impegnati a favorire la transizione ecologica dei trasporti in Italia, coerentemente con la missione del PNRR, investendo in infrastrutture per la mobilità sostenibile”, afferma Alessio Torelli, Chief Mobility Officer di Snam e Managing Director di Snam4Mobility. “Puntiamo soprattutto a rendere disponibile e visibile l’idrogeno, sia lungo le principali direttrici del trasporto merci sia nelle Hydrogen Valley che nasceranno nel Paese, collaborando con le istituzioni e con le società di trasporto pubblico locale”.

Giussani (A2A): “Già 16 miliardi di investimenti per transizione energetica e economia circolare”

“In tempi non sospetti abbiamo varato un piano che prevede 16 miliardi di investimenti, 10 per la transizione energetica e 6 per l’economia circolare”, dice Lorenzo Giussani, Direttore Business Unit Generazione & Trading Gruppo A2A. “Questi investimenti erano previsti indipendentemente dal PNRR. Ma di certo il Piano è una grande opportunità che consentirà di ottenere un’accelerazione e facilitare il raggiungimento della sostenibilità sul mercato per soluzioni che oggi sono in una fase più sperimentale”.

Bella (Vibeco): “Rifiuti? No, materiali da valorizzare”

Soluzioni già a portata di mano sono invece rinvenibili nel campo della gestione dei rifiuti. “Ma non chiamiamoli rifiuti: è una parola che li svalorizza. Per noi sono materiali, come tutti gli altri”, dice Bruno Bella, Fondatore Vibeco, azienda operativa nella riqualificazione dei rifiuti industriali e urbani. “Sarebbe intelligente non esportarli e utilizzarli per produrre energia attraverso i termovalorizzatori, come già avviene in tutto il nord Europa. Tuttavia politiche che hanno infuso timori infondati nei cittadini e problemi burocratici oggi sono un ostacolo al loro utilizzo”.

Il nodo delle tempistiche

A proposito dei ritardi, le aziende sono convinte che proprio i tempi potrebbero essere uno dei maggiori ostacoli verso la realizzazione del PNRR, che impone che le risorse vengano spese in un orizzonte temporale breve. “Siamo di fronte a due problemi: il primo, ineliminabile, è che le iniziative infrastrutturali impongono tempi più lunghi; l’altro, invece, sono i tempi di autorizzazione che in Italia oggi non sono compatibili con gli obiettivi”, dice Giussani. “Potrebbe essere utile mixare interventi con un tempo di progettualità più breve a progetti di più ampio respiro”, ha aggiunto Torelli.

Bonini (Covercare): “La necessità di una maggiore attenzione al consumo responsabile”

Resta poi un tema culturale: “Siamo convinti che sia necessaria una maggiore attenzione al consumo responsabile”, dice Riccardo Bonini, Presidente CdA Covercare, azienda che si occupa di prolungare il ciclo di vita dei prodotti di elettronica di consumo. “Uno dei cantieri del PNRR è proprio quello educativo: un cambiamento culturale di questa entità non è banale, richiede 1-2 salti generazionali ma il seme bisogna piantarlo oggi”.