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Il clima è maschio: il global warming fa aumentare la violenza sulle donne

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Spesso, di fronte ad efferati delitti estivi contro le donne, si sente dire: è il caldo che dà alla testa. Quella che sembra una credenza popolare trova ora un fondamento scientifico. L’aumento delle temperature è associato ad una crescita sostanziale della violenza domestica contro le donne: secondo uno studio pubblicato su JAMA Psychiatry, c’è infatti un collegamento tra un aumento di 1°C della temperatura media annuale e un aumento di oltre il 6,3% degli episodi di violenza domestica fisica e sessuale in tre paesi dell’Asia meridionale.

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Crisi climatica e violenza sulle donne: lo studio 

Lo studio, che arriva mentre Paesi di tutto il mondo sono già nella morsa di temperature estreme e ondate di caldo, ha monitorato circa 195.000 ragazze e donne di età compresa tra 15 e 49 anni provenienti da India, Pakistan e Nepal tra il 2010 e il 2018 e le loro esperienze di violenza emotiva, fisica e sessuale, confrontando i dati con le fluttuazioni di temperatura nello stesso periodo. In India, che già registra i più alti tassi di violenza da parte del partner, è stato registrato  anche il maggiore aumento di abusi: +8% della violenza fisica e +7,3% della violenza sessuale.

Perché la crisi climatica fa aumentare la violenza sulle donne?

Qual è la spiegazione? Come sostiene Michelle Bell, professoressa di Salute Ambientale all’Università di Yale e coautrice dello studio, esistono “molti potenziali percorsi, sia fisiologici che sociologici, attraverso i quali una temperatura più elevata potrebbe influenzare il rischio di violenza”. Il caldo estremo può portare a fallimenti dei raccolti, danneggiare le infrastrutture, intaccare le economie domestiche, intrappolare le persone in casa e renderle incapaci di lavorare: tutti fattori che possono sottoporre le famiglie a uno stress estremo e aumentare i tassi di violenza, soprattutto tra le famiglie a basso reddito e rurali. Secondo alcune testimonianze raccolte, per esempio, quando un disastro naturale impedisce il lavoro nei campi, la frustrazione da parte degli uomini, che nella maggior parte dei casi sono coloro che si occupano del sostentamento economico della famiglia cresce e si traduce in aggressività in ambito domestico, essendoci a quel punto anche una convivenza prolungata ed obbligata. 

Global warming e violenza: le altre ricerche

Precedenti ricerche condotte a Madrid, come riporta il Guardian, hanno rilevato che quando si è verificata un’ondata di caldo, il rischio di femminicidio da parte del partner è aumentato del 40%: in Kenya, le donne che hanno subito gravi eventi meteorologici , comprese le ondate di caldo, avevano il 60% in più di probabilità di denunciare violenze da parte del partner. Gli studi che raccolgono dati globali hanno rilevato che i rischi di violenza interpersonale sono aumentati del 2,3% e i conflitti tra gruppi del 13,2% con l’aumento delle temperature.

Oltre ai fattori sociali ed economici, il calore può andare a lavorare sul corpo umano. “C’è una crescente evidenza che il caldo estremo può influenzare lo stress, abbassare le inibizioni, aumentare l’aggressività ed esacerbare la malattia mentale”, prosegue Bell. L’esposizione acuta al calore è associata a una maggiore produzione di adrenalina, che potrebbe attivare una maggiore aggressività ed attivare le aree cerebrali associate alla regolazione delle emozioni. Le ondate di calore sono anche associate al peggioramento degli effetti della malattia mentale, tra cui ansia e disturbo da stress post-traumatico.

Crisi climatica: più violenza in famiglia, ma non solo

Non è solo questione di violenza in famiglia, comunque, ma bisogna anche guardare il fenomeno da altri punti di vista. Per esempio, dato che sono le donne a occuparsi principalmente della cura di bambini e anziani, sono loro le più lente a lasciare i luoghi devastati da un evento violento che richiede fughe immediate, così come sono le ultime a ricevere gli avvisi di pericolo. E ancora: in Africa, e negli altri luoghi dove le donne compiono lunghi cammini per procurarsi l’acqua, la siccità costringe a spingersi più lontano dai villaggi, finendo per far aumentare le vittime agguati e violenze fisiche.  

La soluzione

Come risolvere la situazione? Come sempre, il cambiamento culturale sarà lungo, ma il primo passo da compiere è iniziare a conteggiare i casi di donne uccise in incidenti di violenza domestica durante le ondate di caldo, come già si fa per i decessi dovuti a malori e malattie negli stessi periodi. Poi bisogna a maggior ragione intervenire per aumentare la parità di genere, aumentando l’indipendenza delle donne e rendendole protagoniste attive della società, attraverso l’educazione, il lavoro e l’accesso agli strumenti finanziari.