Home Future Come Khaby Lame ha battuto Chiara Ferragni. E quanto rischiano ora gli influencer

Come Khaby Lame ha battuto Chiara Ferragni. E quanto rischiano ora gli influencer

khaby lame

In queste settimane si parla molto dell’enorme potere che hanno gli influencer. Tutti si concentrano su Chiara Ferragni e sul pandoro-gate, ma in realtà su TikTok il personaggio più seguito in Italia, e pure nel mondo, è Khaby Lame, classe 2000, senegalese naturalizzato italiano. Come è diventato così famoso? E che cosa cambia per loro con le nuove regole Agcom?

Come Khaby Lame è diventato l’influencer più popolare di TikTok

Con oltre 160 milioni di fan, Khaby Lame è diventato in pochissimi anni il tiktoker più popolare al mondo, il tutto senza dire una sola parola. Nel 2019 assemblava filtri per auto in una fabbrica fuori Torino, poi è arrivata la pandemia e lui ha subito perso l’impiego. Così ha iniziato a pubblicare clip sulla piattaforma di origine cinese, anche se inizialmente è stato un incompreso: “La gente attorno a me mi diceva di cercare un lavoro serio, ma io ho continuato a fare video perché era quello che mi piaceva fare, anche se nessuno li stava guardando”.

Quanto guadagna Khaby Lame

La storia ha smentito chi lo scoraggiava. Oggi Khaby Lame è persino un personaggio principale in Fortnite, il videogioco multipiattaforma di grande successo con oltre 230 milioni di giocatori mensili. Ha realizzato sketch su TikTok con Matt Damon, Robert Downey Jr. e Tom Cruise, ha calciato rigori con David Beckham ed è stato protagonista di una campagna pubblicitaria del Super Bowl per la gigantesca compagnia assicurativa State Farm. 

I brand fanno a gara per pagarlo ed accaparrarsi un pezzo della sua magia sui social media. Secondo Forbes, da giugno 2022 ha guadagnato 16,5 milioni di dollari grazie ad accordi con aziende come Hugo Boss, Binance e la banca del Medio Oriente QNB, oltre alle sue collaborazioni con Fortnite e State Farm. Oggi chiede 750.000 dollari per inserire un prodotto in un video TikTok o un post su Instagram. 

Oltre a sborsare cifre elevate, le aziende devono adattarsi alla sua immagine molto family oriented: “Rifiuto la maggior parte delle richieste”, dice. “Voglio lavorare in modo pulito. Niente alcolici, sigarette o qualsiasi cosa che possa essere dannosa, perché mi seguono molti ragazzi”.

Il silenzio è d’oro

Per Lame, che Forbes definisce “il Charlie Chaplin dell’era digitale”, il silenzio è stato d’oro e, oltre a renderlo ricco, gli ha permesso di superare i confini di tutti i paesi del mondo. La cifra stilistica che lo contraddistingue, infatti, è quella di brevi clip comiche in cui, senza mai pronunciare una sola parola, prende in giro i video di “life hack” eccessivamente complicati condivisi da altri utenti: si tratta di clip in cui le persone si mostrano alle prese con sfide elaborate e pressoché inutili, come Lame sottolinea con gesti ed espressioni facciali. Per esempio, il tiktoker ha ridicolizzato uno chef che sbuccia una banana con tagli di coltello sofisticati e l’inventore di un robot fai-da-te che porge pezzi di carta igienica.  

Ora il 23enne spera che il suo ruolo da protagonista in Fortnite possa essere un trampolino di lancio per Hollywood. Già a giugno il suo breve documentario “I am Khabane”,in cui ha anche debuttato alla regia, è stato presentato al Taormina Film Festival. “Amo scrivere storie e film. Voglio diventare un attore e anche dirigere”.

@khaby.lame I was really scared for you 🥲#comic #learnfromkhaby ♬ suono originale – Khabane lame

Nuove linee guida Agcom: multe agli influencer

Sulla crescente rilevanza e diffusione dell’attività degli influencer è intanto intervenuta l’Agcom con una serie di nuove nome, “anche se non si tratta di un’iniziativa che dipende direttamente dal caso Ferragni”, come ha spiegato a True-News Jacopo Ierussi, presidente di Assoinfluencer.

Per esempio, in caso di contenuti con inserimento di prodotti chi ha almeno un milione di follower sulle varie piattaforme social e su almeno una di queste ha un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2% (ossia che ha suscitato reazioni da parte degli utenti, tramite commenti o like, in almeno il 2% dei contenuti pubblicati) dovrà riportare una scritta che evidenzi la natura pubblicitaria del contenuto in modo prontamente e immediatamente riconoscibile, oltre a una serie di misure in materia di comunicazioni commerciali, tutela dei diritti fondamentali della persona, dei minori e dei valori dello sport. Per chi sgarra è previsto un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei post, con sanzioni da 10mila a 250mila euro per chi manca di trasparenza sulla pubblicità oppure da 30mila a 600mila euro in caso di violazione degli obblighi di tutela dei minori.

Nano e micro-influencer alla riscossa? 

Un motivo in più che nel 2024 potrebbe spingere le aziende a preferire i nano e micro-influencer ai big influencer. “Dall’ultimo caso Balocco – Ferragni è emerso ancora più chiaramente il forte potere mediatico che questi ultimi possiedono e che, se non supportato da una comunicazione corretta e trasparente, può incidere profondamente sulla percezione che gli utenti hanno di un brand, online così come offline”, scrive Andrea Scotti, Country Manager della tech company Skeepers Italia, su Spot and Web. 

Se è da escludere un dietrofront del mercato dell’influencer marketing, che ha generato oltre i 300 milioni di fatturato nel 2023 e che non sembra volersi arrestare,  è anche vero che certi meccanismi potrebbero cambiare. “I brand dovrebbero iniziare a integrare maggiormente, nella loro strategia, operazioni complementari su creator più piccoli, che offrono spesso una fanbase più autentica e coinvolta. Il successo di una campagna non si misura solo dal numero di follower raggiunti, ma dall’engagement: legami più genuini generano fiducia, stimolando le vendite.