Home Future Il Colorado River non ha più acqua: il fiume di Tex Willer fa litigare gli Usa

Il Colorado River non ha più acqua: il fiume di Tex Willer fa litigare gli Usa

fiume colorado

Tex Willer, l’eroe di uno dei fumetti italiani più conosciuti e longevi, ha fatto sognare generazioni di lettori con le sue avventure ambientate negli Stati Uniti occidentali, tra Arizona, Utah, Colorado e New Mexico, dove scorre il famoso Colorado River, protagonista anche di tante vacanze e viaggi di nozze con il suo Grand Canyon. Oggi questo fiume rosso, colore dato delle particelle in sospensione nell’acqua, è altamente in pericolo, anzi ormai è considerato già in via di estinzione. Un sistema che fornisce acqua ed elettricità a più di 40 milioni di persone nell’ovest degli Usa, messo in crisi da anni di uso eccessivo e di siccità alimentata dai cambiamenti climatici.

Sono sette in particolare gli Stati che si affidano a questo prezioso corso d’acqua, lungo oltre duemila chilometri e profondo (un tempo) 6 metri: Colorado, California, Arizona, Nevada, Nuovo Messico, Colorado, Utah e Wyoming. Oggi in molti punti il fondale viene raggiunto dai raggi del sole, mentre il lago Mead si è ridotto di due terzi e il lago Powell si sta trasformando in una “piscina morta”, con il rischio che i livelli idrici saranno presto troppo bassi per fluire attraverso le dighe. Attualmente l’energia elettrica è già a rischio per più di quattro milioni di persone.

Battaglia legale sul fiume Colorado

Poiché sempre meno acqua scorre nel fiume e nei suoi bacini, ora si sta cercando di mettere a punto un grande piano per salvare il cosiddetto The River. L’anno scorso il commissario del Bureau of Reclamation degli Stati Uniti, Camille Touton, ha invitato i sette Stati del bacino a trovare il modo di tagliare da 2 a 4 milioni di piedi acri (ovvero da circa 2,5 a 5 miliardi di metri cubi) di utilizzo, ovvero fino al 30% della loro allocazione di acqua del fiume.

Tagli idrici senza precedenti per salvare il film, su cui per mesi si sono svolti negoziati a fasi alterne. Ma, dopo mesi di aspre trattative, tutto è crollato lungo una chiara linea di faglia: California contro tutti gli altri. Se non si riuscirà a trovare un accordo, il governo federale interverrà.

Qualche giorno fa sei Stati, tra cui quelli del bacino inferiore come Arizona e Nevada, hanno pubblicato una lettera e hanno proposto un modello per ridurre lo sfruttamento del fiume ed evitare un collasso. La quantità massima di tagli a livello di bacino che i sei Stati propongono nel loro modello è di 3,1 milioni di piedi acri all’anno. Un piano che tiene conto anche del ritmo di evaporazione dell’acqua e che entrerebbe in vigore nel caso di discesa dei bacini idrici a livelli catastrofici.

California contro tutti

La California – il più grande utilizzatore di acqua del fiume Colorado – è vistosamente assente dal testo e pubblicherà la propria lettera e il proprio modello, chiedendo tagli annuali più modesti, pari a circa 1 milione di piedi acri, come ha dichiarato alla CNN JB Hamby, presidente del Colorado River Board per lo Stato e membro del consiglio di amministrazione dell’Imperial Irrigation District.

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 La diga di Glen Canyon sul fiume Colorado a Page, in Arizona

Alla base della spaccatura c’è un rapporto rancoroso che dura da decenni tra la California e l’Arizona, che aumenta la probabilità che la battaglia per l’acqua possa finire nei tribunali più alti della nazione. La diatriba si concentra in particolare sull’ordine di priorità: chi sarà legalmente il primo a ricevere l’acqua in caso di tagli? Nel 1968 l’Arizona ha accettato di avere un diritto junior, in cambio della costruzione del Central Arizona Project, un sistema di canali che devia l’acqua del fiume Colorado alle città e all’agricoltura, da Phoenix a Tucson, mentre l’allocazione fluviale della California è sempre rimasta intatta. Di recente, però, l’Arizona ha sostenuto che i tagli futuri siano distribuiti in modo più uniforme.

“Abbiamo bisogno che tutti guardino alla situazione reale del fiume e si rendano conto di come si è ridotto, peggio di quanto chiunque di noi abbia mai pensato”, ha dichiarato Brenda Burman, direttore generale del Central Arizona Project ed ex commissario del Bureau of Reclamation nell’amministrazione Trump. “Di fronte a ciò, tutti coloro che ricevono un beneficio da questa infrastruttura devono essere disposti a mettere un po’ d’acqua sul tavolo”. 

Fiume Colorado, uno dei ‘miti’ della cultura americana

Il fiume Colorado, quinto più lungo degli Stati Uniti e 47esimo al mondo, è uno dei miti della cultura americana. Nasce nelle Montagne rocciose a un’altezza di oltre tremila metri, ospita 49 specie di pesci ed alimenta più di 1.600 tipi di piante. Una riserva naturale ora drammaticamente a rischio, con la prima emergenza idrica dichiarata nel 2021, anche se la situazione è in peggioramento da molto tempo. Se si calcola che l’80% dell’acqua che viene presa dal fiume Colorado serve per l’agricoltura, si capisce quanto siano alte le probabilità di una gravissima carestia.