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L'Abruzzo non è la Sardegna: "Marsilio è favorito, ma attenzione centrodestra"

Perché questo articolo potrebbe interessarti? Domenica 10 marzo seggi aperti sino alle 23 in Abruzzo per le elezioni regionali: si sfidano Marco Marsilio, presidente uscente, per il centrodestra, e Luciano D’Amico, ex rettore dell’università di Teramo, alla guida del “campo larghissimo” di centrosinistra. True News ha chiesto al sondaggista Roberto Weber cosa aspettarci dal secondo test regionale in vista delle europee.

La campagna elettorale in Abruzzo è entrata nel vivo solo nelle ultime due settimane. A imporre una brusca sferzata, è stato l’esito del voto in Sardegna: la vittoria di Alessandra Todde e la sconfitta di misura del candidato di centrodestra, hanno improvvisamente fatto virare i riflettori dal Tirreno all’Adriatico. È qui che rappresentanti della maggioranza e delle opposizioni sono arrivati per appoggiare i rispettivi candidati.

Da un lato c’è Marco Marsilio, presidente della regione uscente e fedelissimo di Giorgia Meloni. Dall’altro, c’è invece Luciano D’Amico, a capo di una lunga cordata volta a formare un “campo larghissimo”: la coalizione a sostegno della sua candidatura va infatti da Verdi e Sinistra fino ad Azione e Italia Viva, passando per dem e pentastellati.

“La grande attenzione piombata sull’Abruzzo – ha dichiarato su TrueNews il sondaggista Roberto Weber – dubito abbia fatto spostare chissà quanti voti, il trend tra gli elettori si è sicuramente consolidato nei primi giorni di confronto”.

Seguire il trend per capire il possibile andamento del voto in Abruzzo

I sondaggi, a pochi giorni dal voto, non si possono pubblicare. Dunque, considerando che il clamore sulla campagna elettorale abruzzese è arrivato solo dopo la chiusura delle urne in Sardegna, è impossibile tracciare un vero e proprio quadro sulle intenzioni di voto degli elettori. “Si può tuttavia seguire la scia degli attuali trend – ha dichiarato Weber ai nostri microfoni – e capire cosa possiamo aspettarci dall’Abruzzo”.

Secondo Weber, nonostante la sconfitta del proprio candidato in Sardegna, il centrodestra non ha subito una contrazione vera e propria del proprio consenso: “Il candidato presidente ha perso di misura – ha spiegato il sondaggista – ma le liste hanno confermato grossomodo sia il risultato di cinque anni prima alle regionali e sia il trend emerso nelle legislative del settembre 2022”.

Tutto questo potrebbe portare a pensare che anche in Abruzzo la situazione non differisca di molto: “Se le ultime elezioni, sia nazionali che regionali, hanno confermato l’attuale trend favorevole al centrodestra – ha proseguito Weber – non vedo motivi in grado di far invertire la tendenza in Abruzzo”. Questo non vuol dire che la partita tra Marsilio e D’Amato sia da considerare chiusa a favore del primo, tuttavia ad oggi gli equilibri emersi nelle ultime consultazioni non sembrerebbero in discussione.

“Ovviamente – ha poi aggiunto il sondaggista sentito da TrueNews – occorre sempre ricordare che si tratta di un’elezione locale e quindi potrebbero subentrare altri elementi in grado di stravolgere le carte in tavola”. Lunedì, in poche parole, durante il conteggio delle schede occorrerà verificare se gli elettori abruzzesi voteranno seguendo la stessa direzione intrapresa nelle ultime elezioni oppure se, al contrario, sceglieranno di sovvertire di netto le proprie recenti preferenze.

Niente voto disgiunto e l’incognita affluenza

Il riferimento al voto di lista in Sardegna non è certo casuale: sull’isola gli esiti tra il voto per il presidente e quello per il consiglio regionale sono stati diversi perché la legge elettorale permetteva il voto disgiunto. In Abruzzo invece vale lo stesso principio fissato per tutte le regioni a statuto ordinario: occorre dare un voto a una lista collegata al presidente per cui è stata espressa la preferenza.

La possibilità di votare contemporaneamente per un candidato presidente e per un’altra coalizione, ha permesso a Todde di andare oltre i risultati delle liste di centrosinistra e sopravanzare l’avversario. In Abruzzo invece, le liste del centrodestra potrebbero trascinare Marsilio alla vittoria: la coalizione dell’attuale maggioranza, parte infatti da un 48% delle regionali del 2019 e da un 47% delle ultime legislative.

“Si tratta di quel trend di cui le parlavo – ha sottolineato Weber – tendenza confermata anche in Sardegna, il centrodestra nel voto di lista supera anche il campo largo e questo nonostante un costante calo della Lega”. Occorre però anche considerare che unendo i voti presi in Abruzzo da Pd, M5S e l’ex Terzo Polo alle ultime legislative, si arriva sopra il risultato del centrodestra: “Per questo – ha concluso il sondaggista – bisogna registrare l’astensione come principale incognita: i risultati dipenderanno anche da come le coalizioni in gioco riusciranno a compattare l’elettorato nel giorno del voto”.

La sfida tra chi non vuole perdere e chi vuole vincere

Nell’ultima settimana per i big della politica è stato un continuo peregrinare lungo la A24 e la A25, le due autostrade che collegano Roma con l’Abruzzo. Per una strana ironia della sorte, gli ultimi giorni di campagna elettorale sono stati caratterizzati però dal dibattito sulle ferrovie. Si è cioè arrivati ai comizi in auto per parlare del treno. Di quello atteso da un ventennio e in grado di abbattere le distanze tra la capitale e l’Adriatico.

Giorgia Meloni nei giorni scorsi ha annunciato lo stanziamento dei fondi necessari per far partire i cantieri della nuova ferrovia, l’opposizione ha puntato il dito però contro il presidente del consiglio per presunte manovre elettorali: “Si tratta di mere promesse pre voto”, ha dichiarato lunedì Antonio Misiani su TrueNews. Giuseppe Conte del M5S ha inoltre accusato la leader del centrodestra di aver tagliato gli stanziamenti previsti nel Pnrr e di averli ritirati fuori solo in campagna elettorale: “Ma non bastano nemmeno per i primi lotti – si legge nelle dichiarazioni dell’ex presidente del consiglio – forse è più giusto parlare di una Pescara – Chieti al massimo”.

Di certo, l’impegno e i toni usati nei comizi da parte di tutti i partiti significano una sola cosa: entrambe le principali coalizioni stanno dando molta importanza al voto abruzzese. Con però una differenza: da una parte c’è chi, dopo lo scivolone in Sardegna, ha paura di una nuova battuta d’arresto e, dall’altra, chi invece spera di ripetere il recente successo. In Abruzzo dunque la sfida è tra un centrodestra che non vuole assolutamente perdere e un centrosinistra che ha bisogno assoluto di credere in una vittoria.