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La sorpresa nell’uovo di Pasqua: quest’anno costa il 40% in più

La sorpresa nell'uovo di Pasqua: quest'anno costa il 40% in più

Perché leggere questo articolo? L’uovo di Pasqua quest’anno rischia di essere meno dolce (o più piccolo). La colpa è dei rincari del cacao. Una brutta sorpresa…

L’uovo di Pasqua quest’anno rischia di avere una sorpresa – ben poco dolce – al suo interno. Gli amanti del cioccolato, dopo le abbuffate di agnello, coniglio, uova e torta pasqualina, potrebbero non riuscire a “sciacquarsi” la bocca con il tradizionale uovo. La colpa è dell’aumento estremo del costo del cacao sui mercati internazionali. Dal primo gennaio c’è stato un rincaro del 40%,  più del doppio rispetto all’inizio del 2023. Una tonnellata di cacao ha da poco superato il prezzo di 5.500 dollari, oltre 5mila euro: un record assoluto.

Perché nell’uovo di Pasqua c’è una sorpresa amara

I prezzi del cacao sono aumentati negli ultimi mesi a causa del maltempo e delle malattie che hanno colpito le colture dei principali produttori. Questo ha portato a raccolti molto meno prosperosi e un aumento dei prezzi. A questo si aggiunge il fatto che questo settore è uno dei meno equi e sostenibili al mondo, con i governi locali e le grandi multinazionali produttrici che sfruttano gli agricoltori.

Queste problematiche hanno reso il settore del cacao statico e soggetto a pochissimi investimenti. Le difficili procedure di lavorazione l’ha inoltre reso un settore difficile da industrializzare. I procedimenti molto lunghi e complessi hanno portano difficoltà nell’applicazione dell’automazione industriale.

I paesi avvantaggiati dalla crisi

Il cacao proviene da semi che crescono su alberi coltivati proprio in Africa. Originari del Sud America, oggi c’è una coltivazione ​​intensiva in Africa. Quattro paesi africani producono quasi i tre quarti del cacao mondiale. La Costa d’Avorio e il Ghana da soli infatti producono il 60% della fornitura mondiale. Secondo alcune stime, la produzione di cacao dei due paesi maggiori esportatori al mondo diminuirà del 20% quest’anno, abbassando l’offerta globale totale dell’11%.

Questo porterà ad un aumento dei prezzi, ora già a 5.500 euro a tonnellata, ma che nella peggiore delle ipotesi potrebbe addirittura toccare i 10.000 euro a tonnellata. Da questa crisi africana del cacao, alcuni paesi però vogliono trarre alcuni vantaggi, in particolare dell’America Latina. In primis il Brasile sarebbe intento a rilanciare la sua produzione colpita diversi anni fa da malattie. D’altro canto l’Ecuador pare stia insidiando il Ghana come secondo esportatore di cacao entro i prossimi 5 anni.

Il fenomeno della “Shrinkflation”

L’irreversibile crisi del settore del cacao inevitabilmente si rifletterà anche sulle spese dei consumatori. Oltre all’aumento dei prezzi, quello che potrebbe manifestarsi è il cosiddetto fenomeno della “shrinkflation”. Il termine  deriva dalla crasi del verbo “shrink” (“restringere”) e di “inflation” (“inflazione”) e indica una sorta di “trucchetto svuota-carrelli“, come è stato già definito le associazioni di consumatori. Dunque, il consumatore si trova il prodotto allo stesso prezzo, ma di dimensioni e quantità più ridotte per fare l’esempio di un supermercato, oppure in hotel stesso prezzo, sempre, ma meno servizi rispetto a prima.

Le aziende hanno adottato questa nuova strategia per combattere l’inflazione probabilmente derivante dalla guerra in Ucraina. Le conseguenze principali si avvertono soprattutto quando si va a fare la spesa. Ecco perché bisogna stare più attenti. Ad esempio, in una pacchetto di patatine, che sarà lo stesso, si troverà il numero di patatine all’interno di 5 o 10 in meno. La stessa tecnica vale per le bibite. Il consumatore potrà prendere dallo scaffale una lattina apparentemente identica, ma in realtà leggermente ridimensionata nel diametro o nell’altezza rispetto alla norma. I prodotti a base di cacao quindi potrebbero non solo aumentare di prezzo ma anche diminuire di quantità a parità dello stesso prezzo.

I produttori di uova di Pasqua corrono ai ripari

I più importanti produttori, Nestlé, l’inglese Cadbury e altri, devono trovare delle soluzioni al più presto. Il produttore svizzero di cioccolato Lindt & Sprungli aumenta nuovamente i prezzi nel 2024 e 2025, dopo averli gia’ aumentati in media del 10,1% nel 2023. “Per il 2024, il gruppo punta a un aumento medio di una cifra, ovvero di circa il 5%” ha dichiarato il suo amministratore delegato, Adalbert Lechner.