Home Economy Nvidia lo conferma: fare chip per l’Ia rende più di usare l’Ia

Nvidia lo conferma: fare chip per l’Ia rende più di usare l’Ia

I conti di Nvidia sono arrivati e i target del colosso americano delle schede video e dei processori

I conti di Nvidia sono arrivati e i target del colosso americano delle schede video e dei processori per l’intelligenza artificiale hanno battuto le aspettative. E confermano che, ad oggi, fa soldi con l’intelligenza artificiale chi…produce hardware per l’Ia!

Nvidia, conti in volo

Mentre i ritorni economici degli operatori devono ancora, al di là di ciclopici ritorni borsistici, ancora materializzarsi. Nvidia ha riportato una quota ricavi pari a 26 miliardi di dollari per il trimestre conclusosi ad aprile, superando le stime di consenso di 24,7 miliardi di dollari. Questo significativo incremento su base annua è stato paragonabile a quello del trimestre precedente, che aveva visto una crescita del 265%. Per il trimestre attuale, Nvidia prevede un fatturato di circa 28 miliardi di dollari.

A fare la parte del leone la vendita di chip per l’Ia: +427% anno su anno e 22,6 miliardi di dollari di incassi. Vola il dividendo, a +150%, e dopo il 90% di crescita di un anno le azioni del gruppo

Come nota il Financial Times, “Nvidia si è mossa rapidamente per sfruttare l’impennata della domanda di intelligenza artificiale e stare al passo con i concorrenti e i clienti che stanno sviluppando i propri chip AI”. A marzo, ricorda il Ft, Nvidia “ha rivelato i suoi chip Blackwell, che secondo lei sono due volte più potenti dell’attuale generazione di chip per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale e offrono cinque volte le prestazioni di “inferenza” – la velocità con cui tali modelli possono rispondere alle query. Ciò è avvenuto appena un anno dopo che la società ha rivelato la sua precedente generazione di architettura di chip GPU, Hopper”.

Il dilemma dell’Ia

In quest’ottica si conferma, almeno temporaneamente, la vivacità dei conti del colosso più attenzionato dell’Ia. Un dato in controtendenza rispetto a crisi di breve periodo di recente manifestazione, come la gelata nella domanda dei chip paventata dal colosso taiwanese Tsmc o la frenata di aprile che in una settimana ha fatto bruciare un trilione di dollari alle aziende del settore. Ma che conferma un trend: fare hardware per l’intelligenza artificiale aiuta di più ai conti del lavorare con l’Ia in sé. Un dato che spesso dovremo prendere in considerazione.

Ad aprile lo ricordava John Naughton, docente presso il Center for Research in the Arts, Social Sciences, and Humanities dell’Università di Cambridge, scrivendo sul Guardian che “nessuno sta ancora guadagnando soldi veri dall’intelligenza artificiale, tranne quelli che costruiscono l’hardware”. E questo aiuta a comprendere come porsi la domanda se nell’Ia ci possa essere o meno una componente di “bolla” sia sostanzialmente legittimo. Come ricorda Josh Gilbert, Market Analyst di eToro, “la domanda di IA è costante e non mostra segni di cedimento. Le aziende continuano ad aumentare le spese in conto capitale, in particolare le big tech, per stare al passo con questa tecnologia rivoluzionaria, e Nvidia è di gran lunga il maggior beneficiario. La prospettiva più interessante per gli investitori è che l’IA sembra essere appena iniziata”. Quella più critica capire quando ci potranno essere i ritorni per chi non ha avuto fortuna e intuizione di Nvidia.