Home Economy Musk vuole Twitter. Ferrari ritira 2mila vetture in Cina. Varie & Eventuali

Musk vuole Twitter. Ferrari ritira 2mila vetture in Cina. Varie & Eventuali

Musk vuole Twitter. Ferrari ritira 2mila vetture in Cina. Varie & Eventuali

Come una vera guerra (con tutto il rispetto per le vittime vere del conflitto ucraino) si sta giocando il futuro del più noto tra i social: Twitter. Elon Musk, reduce da una trimestrale con profitti record alla guida di Tesla, si muove per dar credibilità finanziaria al suo nuovo sforzo di ampliare drasticamente i confini del proprio impero tech, con l’ambiziosa e controversa acquisizione dello storico marchio di social media Twitter. Il magnate dell’auto elettrica e dell’esplorazione spaziale ha messo nero su bianco i dettagli di come intende dar corpo all’operazione. Dopo la “pillola avvelenata” sganciata dal CdA di Twitter, Elon Musk sta valutando se avviare un’offerta pubblica di acquisto (OPA) su Twitter, secondo quanto riportato in nuovi documenti depositati presso la SEC. Il patron di Tesla e SpaceX starebbe muovendo i passi necessari per procedere all’acquisto di una parte consistente o di tutte le azioni della società direttamente dai suoi azionisti. Il CdA di Twitter – spiega Il Sole 24 Ore – non ha ancora risposto formalmente alla prima offerta di Musk, ma si è cautelato varando una contromossa per rendere più complicate scalate ostili. Musk, da “vecchia volpe” quale è, ha deciso di alzare la posta: secondo la nuova documentazione, Musk ha ricevuto impegni per 46,5 miliardi di dollari al fine di finanziare la sua operazione.

Il caro energia fa molto male alle imprese del Nord Italia

Il caro energia fa molto male alle aziende dello stivale, malissimo a quelle del nord, che abitualmente tirano la volata della ripresa economica. L’impatto della guerra in Ucraina sui prezzi delle materie prime continua ad essere intenso e diffuso, spiega Assolombarda. Il gas naturale europeo è tra le materie prime che evidenzia l’aumento delle quotazioni più elevato dal pre Covid (+740% il 19/04) e tale incremento è spiegato per circa un quinto dagli aumenti registrati dopo lo scoppio del conflitto. Le quotazioni del gas continuano a essere caratterizzate da intense oscillazioni: dopo il picco di inizio marzo, quando ha sfiorato i 220 euro per MWh, il prezzo è ora a 94 euro per MWh (dato al 19 aprile), comunque sopra i livelli registrati prima dello scoppio della guerra in Ucraina (76 euro per MWh nella media delle prime tre settimane di febbraio).

La priorità, ora, è mitigare gli impatti dell’aumento dei prezzi per garantire la continuità produttiva delle imprese. Non bisogna però perdere di vista l’obiettivo a lungo termine, che deve essere quello di favorire una politica energetica improntata a uno sviluppo equilibrato e senza pregiudizi delle diverse tecnologie e fonti energetiche sostenibili. Sviluppo che riduca il più possibile la dipendenza energetica da Paesi politicamente instabili come la Russia. I rincari del gas europeo spingono in alto il prezzo dell’energia elettrica in Italia, che risulta sopra al pre Covid del +393% (19 aprile), aggravando le tensioni già esistenti prima del conflitto, quando il PUN (Prezzo Unico Nazionale energia elettrica) evidenziava un aumento del +333% rispetto a gennaio 2020.

A cascata tutte le materie prime si infiammano: il prezzo del frumento, dal pre Covid (+98% il 19/04), è spiegato per quasi due terzi dai rincari registrati dopo l’inizio della guerra. Anche gli aumenti delle quotazioni di nichel e zinco (+154% e +96% dal pre Covid) sono da imputare per circa la metà al periodo post-conflitto. Per olio di semi di girasole, acciaio, mais e petrolio la guerra incide per quasi la metà degli aumenti rispetto al pre Covid: +151% olio di semi di girasole rispetto a prima della pandemia, +217% acciaio, +113% mais, +72% petrolio Brent, che si attesta sopra i 100 dollari al barile. Altro rialzo importante è quello del fertilizzante urea e nitrato di ammonio, il cui prezzo è oggi del+388% sopra il gennaio 2020, anche in questo caso con una accelerazione dopo l’inizio della guerra.

Stress postpandemico, in arrivo il bonus psicologico

Anche i lavoratori potranno curare lo stress. È in rampa di lancio il bonus psicologico, il voucher fino a 600 euro con cui gli italiani stressati da due anni pesanti di pandemia potranno pagarsi le sedute di psicoterapia. Il bonus potrà essere richiesto attraverso un portale che sarà attivato dall’Inps a cui spetterà poi il versamento del pagamento della prestazione agli iscritti all’Ordine degli psicologi che si sono resi disponibili. Per i cittadini non ci saranno dunque oneri aggiuntivi o anticipi da pagare. Queste alcune delle indicazioni sul bonus anticipate dal ministro della Salute Roberto Speranza in vista del decreto Mef-Salute con tutte le modalità atteso a giorni. Il bonus e è stato inserito nel decreto milleproroghe a febbraio dove sono stati stanziati 20 milioni di euro: 10 milioni per le strutture sanitarie e gli altri 10 sottoforma di voucher. Ciascun voucher avrà un valore massimo di 600 euro e sarà parametrato alle diverse fasce Isee al fine di sostenere le persone con il reddito più basso. Sarà escluso dal bonus chi ha un Isee superiore ai 50mila euro. ll contributo punta a sostenere le spese fino a dodici sessioni di psicoterapia, nel presupposto che la tariffa minima delle sedute si aggiri intorno ai 50 euro l’una. Queste saranno fruibili presso specialisti privati regolarmente iscritti all’albo degli psicoterapeuti.

Problemi ai freni: Ferrari ritira 2.222 vetture dalla Cina

Come una qualsiasi utilitaria la Ferrari ha deciso di richiamare 2.222 vetture in Cina, per possibili problemi ai freni. È quanto emerge da un documento pubblicato sul sito della State Administration for Market Regulation, l’autorità cinese di regolamentazione dei mercati, secondo cui saranno richiamate a partire dal 30 maggio prossimo alcune auto importate della serie 458 Italia, 458 Speciale, 458 Speciale A, 458 Spider, 488 GTB e 488 Spider prodotte tra il 2 marzo 2010 e il 12 marzo 2019. Il comunicato specifica che nei veicoli coinvolti “si riscontra un potenziale rischio di perdita di liquido dai freni”, cosa che potrebbe “ridurre le prestazioni della vettura in frenata o provocare il mancato funzionamento del freno, rappresentando un rischio per la sicurezza”. Secondo quanto si legge, Ferrari International Trading (Shanghai) Co., Ltd. sostituirà gratuitamente il tappo del serbatoio del liquido dei freni (ovvero la parte apparentemente interessata dal malfunzionamento) e riprogrammerà la strumentazione per aggiornare il messaggio di avviso quando il livello del liquido dei freni è troppo basso.

Un termovalorizzatore per i rifiuti di Roma: ma quante incognite

Tempi grami – in un futuro che appare remoto – per i cinghiali che scorrazzano nella spazzatura della capitale. Il sindaco Gualtieri ha annunciato la costruzione di un termovalorizzatore a controllo pubblico: una svolta rispetto all’amministrazione Raggi. Tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare. Tutto dovrebbe passare attraverso il rilancio dell’Ama, l’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti di Roma. Attraverso il nuovo contratto di servizio verrà messa a sistema l’Ama di municipio per assicurare maggiore attenzione ai problemi specifici dei diversi territori. Ma l’incertezza è grande perché, per realizzare il termovalorizzatore, servirà l’ok della Regione, dove il M5S condiziona ogni scelta. Non resta che fare gli auguri ai romani, perché riescano a liberarsi, presto o tardi, della monnezza che li attanaglia da decenni.